Categorie Articoli by Gens Romana Scritto da fila 60 martedì, 2 Dicembre alle ore 09:55
A Zdenek Zeman riconosco alcuni indiscutibili meriti : ha sempre avuto il coraggio delle sue azioni e della sue parole pagando di persona,ha costruito l’ossatura che avrebbe poi portato Capello a vincere il terzo scudetto,ha riportato a Roma una cultura ed un rispetto del lavoro che dopo Ottavio Bianchi non c’erano più state,ha riportato allo stadio il popolo romanista grazie ad un gioco spesso spumeggiante che non ha raccolto quanto meritava e non soltanto per limiti tecnici e tattici. In poche parole ci ha ridato il gusto di andare a vedere la Roma. Letterariamente non saprei se accostare quella Roma più alla “Scapigliatura” o al “Futurismo”, rimane il fatto che la sensazione splendida e angosciante che avevo ogni volta che andavo all’Olimpico in quei due anni era quella di “andare verso l’ignoto”. Non sapevi mai cosa aspettarti e si passava allegramente da uno 0-0 bellissimo con la Juventus ad un 4-5 casalingo contro l’Inter , vera tomba calcistica del boemo, in un “Monday Night” ante litteram del 2 maggio 99, il giorno dopo la solenne beatificazione di Padre Pio in San Pietro e che aveva costretto per ragioni di ordine pubblico al posticipo della partita. Dallo 0-0 al 6-2 abbiamo visto ogni risultato. Due stagioni di puro Edonismo calcistico. Naturalmente anzi ovviamente in quei due campionati vedemmo cose “che voi umani non potete capire” se non avete mai vissuto l’epopea Zemaniana. Quanti giocatori ringraziano la Roma del Boemo che ha permesso loro di essere iscritti a referto e per avergli dato la possibilità di poter raccontare in un futuro ai propri nipotini di “quella volta che segnai alla Roma di Zeman”. La grande avventura inizia a Firenze campo neutro dove Marco Delvecchio realizza il primo gol dell’era del boemo. Supermarco segnerà anche il primo gol dell’ultima partita dell’anno dopo a Vicenza in un clamoroso 1-4 in cui l’ultima rete giallorossa la sigla Fabio Junior. Alla terza in casa con il Lecce capiamo cosa ci riserverà il futuro . Konsel, ultimo grande portiere giallorosso, atterra un attaccante leccese.Rigore ed espulsione.Entra Chimenti,all’esordio assoluto in Serie A.Ricordo distintamente la Sud in piedi a cantare ” O CHIMENTI PARAJE ER RIGORE”.Rincorsa di Ricky Maspero.Sinistro incrociato a sinistra di Chimenti che parte e blocca.Poi si gira verso di noi e ci saluta con la palla in mano. Finisce 3-1 con la Roma che in 10 gioca come se fosse in 20. QUEL GIORNO CAPIMMO… Alla quinta arriva il Napoli di “Bortolo il Monzese” Mutti. La Roma si placa sul 6-0 e regala gloria a Luca Altomare, che in serie A toccherà la spettabile quota di 4 reti. La domenica successiva 53.000 spettatori si riuniscono all’Olimpico per vedere sui tabelloni in diretta Fiorentina Roma che finisce 0-0 soltanto perchè Toldo para un rigore a Balbo. Ma attenzione vengono ammoniti i due difensori centrali Aldair e Petruzzi e sabato 1 novembre ci sarà il derby…Servidei e Cesar Gomez, altro non c’è da dire…. Manteniamo sempre un profilo alto prendendo gol quasi tutti d’autore. Luiso e Ambrosetti sono i marcatori nel 2-2 casalingo contro il rude Vicenza di Guidolin.Si ripeteranno ancora. Luiso nel ritorno e Ambrosetti l’anno dopo nell’ultima di campionato al “Menti”. Rastelli del Piacenza e Bonomi dell’Empoli, quest’ultima gara finita con un tranquillo 4-3 per i giallorossi, sono comunque calciatori di discreto livello che qualche gol in massima serie lo hanno fatto. Non moltissimi ma qualcuno si… Domenica 8 febbraio 98 a Torino contro la Juventus ,che poi scopriremo…., assistiamo allo “scandalo Gautieri” ad opera del vergognoso Sig. Messina. Dopo soli tre giorni a Lecce un altro direttore di gara tra i peggiori e più asserviti al potere,Racalbuto di Gallarate, ci regala un rigore per fallo che ha visto solo lui in mischia su Di Biagio. Da ridere veramente. Vinciamo 3-1 e per il Lecce segna un giocatore dalle grandi prospettive che in carriera con lo Shakhtar aveva segnato 51 reti: Serhij Atelkin, 16 presenze e 3 reti in totale quell’anno. Chiudiamo l’anno con due botti diversi: alla penultima andiamo a Piacenza.Bracchiamo i “Pippa Nera” di Eriksson che ci hanno battuto 4 volte quell’anno, 2 in campionato e 2 in Coppa Italia con rete in quest’ultima partita di Gottardi,e abbiamo la concreta possibilità di superarli comunque in classifica. A un paio di minuti dalla fine Paulo Sergio, un grande vero mai troppo apprezzato e rimpianto, ci porta in vantaggio con una rete straordinaria. Al 93* però Fabian Valtolina in rovesciata volante come mai aveva fatto e mai più farà in carriera, pareggia sul 3-3. Il sorpasso sui “Pippa Nera” avverrà all’ultima giornata con un 2-0 sulla Sampdoria a firma Totti e Delvecchio e con 80.000 in delirio a cantare prima “Presidente comprace Montella” e poi “Sven Goran Eriksson làlàlàlàlà”, il refrain biancoazzurro dei derbies di quell’anno. Avevamo grandi aspettative per la stagione successiva.E capimmo a nostre spese che non bastava essere forti e giocare bene…L’estate del 98 fu devastante per il calcio italiano e tutto nacque da alcune dichiarazioni del tecnico giallorosso e Dio solo sa quanto le pagammo,la Roma e Zeman. Per uno strano gioco del destino la Salernitana aveva giocato la sua ultima partita in trasferta in Serie A il 27 giugno 1948 a Roma contro i giallorossi che vinsero 1-0 gol di Brunella salvandosi dalla retrocessione a cui condannarono i granata.Ritornavano massima serie ripartendo da Roma, sabato 12 settembre 1998. Splendida fu la coreografia per Agostino Di Bartolomei,bandiera anche a Salerno. |
