giovedì, Aprile 25, 2024 Anno XXI


La canzone “Arrivederci Roma”, nel 1957 regala a Renato Rascel una fama internazionale: Tino Rossi, molto noto in Francia, ne incide una versione in lingua francese, mentre Rascel viene contattato da un produttore americano che gli farà girare a Hollywood il film “The Seven Hills of Rome” (distribuito in Italia con il titolo “Arrivederci Roma”) accanto a Marisa Allasio e al tenore Mario Lanza. Nel 1958, invece, diretto da Mario Mattoli, gira la versione cinematografica di “Un Paio d’Ali”, che prenderà il titolo di “Come te movi, te fulmino” e guadagna un David di Donatello con la sua interpretazione nel film “Policarpo, Ufficiale di Scrittura” per la regia di Mario Soldati. Ma il 1958 è anche l’anno di uno del suo più grande insuccesso televisivo: il suo programma “Stasera a Rascel City”, in cui lui e i suoi colleghi (Tina de Mola, Mario Carotenuto e Ernesto Calindri) vestiti da barboni improvvisano uno spettacolo in una periferia urbana, sconcerta il pubblico abituato ai grandi show del sabato sera e viene completamente stroncato dai critici del tempo. Il successo torna alla grande nel 1960, anno in cui presenta, in coppia con Tony Dallara, a Sanremo la canzone “Romantica”, da lui composta su testo di Dino Verde: con questa canzone vince il Festival di Sanremo e si aggiudica l’ottavo posto all’Eurovision Song Contest. Nello stesso anno torna al Teatro Sistina con lo spettacolo “Rascelinaria”, in cui ripropone le macchiette più rappresentative del suo repertorio, e nel 1961 porta in scena “Enrico61”, ispirato alle celebrazioni del Centenario dell’Unità d’Italia. E’ ancora teatro, negli anni successivi: nel 1964, insieme a Delia Scala, interpreta un’altra commedia musicale scritta da Garinei e Giovannini (“Il Giorno della Tartaruga”), nel 1966 torna alla prosa con “La Strana Coppia” di Neil Simon al fianco di Walter Chiari, e nel 1968 è ancora al Sistina con un’altra commedia musicale, “Venti Zecchini d’Oro”, scritta da Pasquale Festa Campanile, Massimo Franciosa e Luigi Magni e diretta da Franco Zeffirelli. Intanto la sua vita personale non è altrettanto fortunata: il suo primo matrimonio finisce, e si lega alla sua segretaria, la francese Huguette Cartier, che sposerà nel 1966 ma che lascerà dopo pochi anni. Nel 1969 gira il suo ultimo film per il cinema, “Il Trapianto”, conduce un programma radiofonico di sport dal titolo “Tutto da Rifare”, tiene una sua rubrica nel quotidiano Il Tempo, e viene chiamato da Giorgio Strehler a tenere un ciclo di lezioni sulla scrittura drammaturgica presso la Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Nel 1970 porta in scena una nuova commedia musicale firmata Garinei e Giovannini, “Alleluja Brava Gente”. Questo spettacolo avrebbe dovuto vedere la suo fianco Domenico Modugno, ma a causa di un infortunio di quest’ultimo, Rascel sceglierà come suo coprotagonista un giovanissimo e ancora quasi sconosciuto Gigi Proietti. Sarà la commedia con cui Rascel si congeda dal pubblico del Teatro Sistina. Gli anni settanta sono per  lui ricchi di soddisfazioni professionali, legate soprattutto alle interpretazioni per la televisione de “I Racconti di Padre Brown”, tratti dai libri di Gilbert Keith Chesterton, in cui è affiancato da Arnoldo Foà. Nel 1972 conduce con successo la trasmissione “Senza Rete” e continua a lavorare in teatro (“Il Prigioniero della Seconda Strada” di Neil Simon nel 1972, “Il Capitano Kopenick” di Carl Zuckmaier nel 1973, “Nel mio Piccolo… non Saprei” nel 1974, “Farsa d’Amore e gelosia” nel 1976).  Intanto la sua vita privata si è stabilizzata: si è legato all’attrice Giuditta Saltarini che nel 1973 gli ha dato il suo unico figlio, Cesare. Nel 1977 interpreta un “cameo” nel film per la televisione “Gesù di Nazareth” di Franco Zeffirelli, in cui veste i panni del “cieco nato” e nel 1978 conduce per Rai Due il programma pomeridiano “Buonasera con… Renato Rascel”. Negli anni ottanta, con l’avanzare dell’età, i suoi impegni professionali cominciano a diradarsi: appare accanto alla Saltarini in uno dei primi esempi di situation comedy all’italiana dal titolo “Nemici per la Pelle” e nel 1983 conduce il varietà “La porta Magica” con cui si congeda dal pubblico televisivo. Continua però a lavorare in teatro fino al 1986, anno del suo ultimo lavoro teatrale, “Finale di Partita” di Samuel Beckett, al fianco di Walter Chiari. Nello stesso anno la televisione gli dedica un programma in 12 puntate di Giancarlo Governi dal titolo “C’era una volta io… Renato Rascel”. La sua ultima apparizione è del 1990, in occasione dei Mondiali di Calcio. Muore a Roma, il 2 Gennaio 1991, e riposa da allora al Cimitero Flaminio, ma immortale resta il ricordo di un talento unico, eclettico, poliedrico, quasi poetico…