venerdì, Maggio 09, 2025 Anno XXI


Il tedesco del Bologna Waas aveva messo a segno l’ultima rete a Roma del campionato 89/90 e forse era un segno di quello che sarebbe successo ad Italia 90 con la vittoria finale della Nazionale di Kaiser Franz Beckenbauer con i “nostri” Voeller e Berthold grandi protagonisti.
Aspetti per una vita il Mondiale a pochi metri da casa…e ti chiamano militare e non riesci a vedere neanche un minuto dal vivo.Perciò ero molto emozionato quando il 9/9/90 entrai per la prima volta nel nuovo Stadio Olimpico,completamente ristrutturato, per vedere l’esordio della nostra Roma in campionato sotto la guida di Ottavio Bianchi allenatore strappato da Dino Viola al Napoli e parcheggiato per un anno a casa. Per chi come me era cresciuto nel “vecchio”Olimpico era un tuffo al cuore. Addio alle panche in legno verde e soprattutto quella orrenda copertura che si staglia sotto Monte Mario deturpando il meraviglioso panorama e che rende visibile lo Stadio da ogni parte mentre prima lo Stadio scoperto non si vedeva essendo incastonato sotto la Madonnina del Don Orione. Ma tant’era e lo Stadio coperto era una grande conquista per chi come noi aveva passato le giornate di pioggia con gli ombrelli dei vicini che ti sgocciolavano acqua addosso bagnandoti completamente.L’Olimpico con gli ombrelli aperti durante la partita….bei tempi.
Quella domenica Rudy apre le marcature da vero Campione del Mondo con una sensazionale rete al volo sotto la Nord su lancio di Desideri. La Roma va alla grande in casa, meno in trasferta.
Dino Viola non sta bene ma Bianchi e Mascetti tengono la squadra al sicuro da ogni possibile destabilizzazione. Arriveremo a vincere la 7* Coppa Italia dopo aver perso una memorabile Coppa Uefa in finale contro l’Inter e aver riempito la sera dopo l’Olimpico come mai per l’addio di Bruno Conti.
Il Presidente Viola si ammala e muore in due mesi. Rischiamo qualcosa ma risaliamo finendo sesti. Quell’anno non concediamo molta gloria, tuttavia non possiamo non citare il gol del momentaneo 2-0 del Bologna il sabato di Pasqua del 90 ad opera di Turkyilmaz che di reti ne segnerà ben 9. La Roma vincerà poi 2-3 e il Bologna retrocederà. Sempre di sabato, causa cammino in Coppa Uefa, giochiamo le ultime due in casa il 4 e il 18 maggio. Nella prima battiamo 2-1 l’Atalanta con gol rocambolesco al 90* di Rizzitelli ma non dopo aver concesso a Fabrizio Catelli,giovane centrocampista orobico, l’onore del suo unico gol in Serie A. Lo stesso onore che concediamo due settimane dopo ad Ivan Rizzardi terzino sinistro del Napoli che mai più volle ripetersi…
Alla fine della stagione 91/92 Ottavio Bianchi se ne va e arriva Boskov…L’inizio è da brividi : Roma Pescara 0-1 paperona di Cervone su tiro da 40 metri di Salvatore Nobile, terzino sinistro dall’inarrivabile fiuto del gol dall’alto dei suoi 2 gol messi a segno in stagione.Il Pescara finirà ultimo con 17 punti 4 dei quali tolti alla Roma. Alla terza battiamo il Foggia che segna il gol della bandiera con De Vincenzo che si ripeterà contro di noi anche l’anno dopo in una drammatica partita giocata nel giorno dell’assassinio di Ilaria ALPI e che finì 1-1 allo Zaccheria grazie al pareggio di Giannini.Il meglio dell’anno deve ancora arrivare. All’ottava giornata all’Olimpico scende il Brescia di Lucescu.E’ la partita peggiore della Roma.Boskov piazza Garzja su Hagi che se lo porta a spasso per il campo.Doppietta di Saurini, che quell’anno darà il suo contributo alla retrocessione dei lombardi segnando ben tre gol. Alla fine della partita persa 2-3 Boskov dichiarerà all’intervistatrice Rai che gli opponeva il quart’ultimo posto in classifica ” meglio quart’ultimi che terz’ultimi”…E ancora: il 22 novembre si gioca un delicatissimo Roma Ancona. Per i marchigiani segna Fabio Lupo, 6 gol totali in serie A di cui due alla Roma nello stesso anno sia all’andata che al ritorno. Ma di quella partita ricordiamo tutti il bellissimo gol al volo di Antonio Comi al 90* sotto la Curva Nord in sforbiciata ma rimanendo in piedi. Una vittoria che portò ossigeno dopo 3 sconfitte consecutive. Peraltro concediamo anche a Roberto Bordin dell’Atalanta l’onore di segnarci per la seconda volta in due anni.
Carlo Mazzone corona il suo sogno di allenare la Roma grazie al Presidente Franco Sensi che ha rilevato la società da Giuseppe Ciarrapico evitandole il fallimento.
“Er Magara” parte alla grande : Genoa Roma 2-0 gol di Lorenzini e Nippo Nappi. Ovviamente sarà l’unico gol in carriera del terzino genoano…La domenica dopo accade l’impossibile . la Roma batte la Juventus con rete di Muzzi all’88* dopo che i bianconeri sbagliano due rigori con Moeller e Vialli sotto la Sud…
Stefano Nava ha segnato un solo gol in serie A nella sua carriera, il 19 settembre del 93 in un Milan Roma 2-0. Cos’altro aggiungere ? Soltanto un’altra rete di Saurini nel ritorno di Atalanta Roma finito 1-1 e poi chi non ricorda Nando Martellini chiamare più volte Iacobelli durante la finale del Mundial 82 invece di Altobelli. Ecco anche Iacobelli ci ha onorato di una sua prodezza all’Olimpico in un Roma Piacenza 3-1 del 17 aprile 94.
Nella seconda stagione di Mazzone, quella di Balbo e Fonseca,Aldair e Thern e di un giovane che si sta facendo largo , Francesco Totti autore del suo primo gol in serie A alla prima di campionato contro il Foggia, concediamo meno gloria. Tuttavia come dimenticare Paolo Cristallini ,autore del 2-2 a Torino in un Toro Roma posticipo serale, Pierpaolo Bisoli, vecchio pupillo di Mazzone che segna l’unica rete della stagione quella sera del 23 ottobre 94 all’Olimpico in cui la Roma gioca da prima in classifica contro il Cagliari e Max Biaggi festeggia sulla pista di atletica il suo 4* mondiale compiendo un giro d’onore in moto e infine Andrea Seno che segna il gol della bandiera dell’Inter il 12 febbraio 95 in un Roma Inter 3-1 tripletta di Balbo.
Il 95/96 segna l’addio di Mazzone.Un anno in cui si arriva quinti ma con alcune interessanti perle legate a due squadre : Bari e Vicenza. Parente,Pedone,Viviani e Murgita potranno raccontare ai loro nipoti di quella volta che segnarono alla Roma….
Va via un allenatore molto amato dai tifosi malgrado i risultati poco soddisfacenti e arriva all’inizio del 96/97 Carlos Bianchi, grande goleador degli anni 70 in Francia e allenatore pluridecorato in Argentina.
“Mago G” lo ribattezzeranno ben presto i tifosi giallorossi per la sua somiglianza con il personaggio dei biscotti Galbusera. E che no sia un anno facile lo si capisce presto. Non tanto quando Pasquale ” Il Toro di Sora” Luiso ci segna il primo dei suoi tre gol in carriera alla Roma alla prima
giornata in cui battemmo il Piacenza 3-1, quanto piuttosto quando ad esempio a Reggio Emilia Adolfo “El Tren” Valencia pareggia il gol di Damiano Tommasi. Un giorno che a Reggio ancora ricordano con nostalgia….
Come dimenticare che quell’anno una splendida rete di Djorkaeff in rovesciata fu eletto gol dell’anno e divenne la foto stampata sulle tessere dell’Inter 97/98.
Non negammo la gioia del gol neanche a Simutenkov della Reggiana e a Schenardi del Bologna, così come Vincent Candela al 90* di destro ci regalò la vittoria 4-3 contro il Verona all’Olimpico dopo che per i veneti aveva segnato anche Diego Caverzan 1 solo gol in serie A in tutta la carriera.
Finisce male quell’anno.All’Olimpico il 1* giugno scende l’Udinese di Zaccheroni.Il pubblico contesta in maniera clamorosa mentre i friulani stravincono 0-3. Segna il suo unico gol in carriera Giovanni Bia, la degna conclusione di una stagione vergognosa.
Franco Sensi reagisce. Alla grande.
Sta per iniziare l’era dell’Edonismo Zemaniano.