venerdì, Maggio 17, 2024 Anno XXI


Si è sempre detto che la “stagione buona” è disseminata di segni premonitori e favorevoli.

Nel 2000/2001 l’autogol di Paolo Negro, Montella di testa contro l’Inter a un minuto dalla fine, il palo di Ferrara in Roma Juve al 92° sull’ultima mischia, il pareggio di Torino dopo quello della settimana precedente nel derby e il 2-2 col Perugia dopo il paperone del “Figurina” Antonioli. E tanti altri ancora. E, ogni giornata che passava e ogni partita che mancava, il traguardo era sempre più a portata di mano. E sempre più invocavamo quei segni e ricostruivamo il nostro percorso vincente come uno di quei giochi della Settimana Enigmistica che, dopo aver unito tutti i puntini, ci dà il risultato finale. Che cosa apparirà, questo il nome del gioco. E alla fine apparve lo Scudetto.
Quest’anno abbiamo percepito nell’aria qualcosa di diverso. Un po’ tutti abbiamo approcciato la stagione convinti che potesse uscire qualcosa di importante. Forse gli 80 anni della Nostra Roma, forse la percezione di avere una buonissima squadra, forse solo il nostro eterno essere romanisti, un po’ spacconi della serie “vincemo una partita e semo campioni del mondo”. Tante sensazioni positive percepite anche il 26 luglio all’Olimpico alla FESTA.
La prima conferma è arrivata a Milano il 19 agosto. Figo in contropiede che viene anticipato da Doni e, poco dopo, il rigore di De Rossi deviato ma non trattenuto dal portiere interista. La Roma che vince a San Siro la Supercoppa di Lega non da Campione d’Italia, ma da vincitrice della Coppa Italia. UN SEGNO.
Si va a Palermo e la Roma domina, ma i siciliani, pur annichiliti da una Roma a tratti da Teatro dell’Opera, colpiscono un palo ed una traversa. UN ALTRO SEGNO.
Roma – Siena. Giochiamo male, male assai, ma vinciamo 3-0 in assoluta scioltezza contro una buona squadra che ha appena fermato il Milan Campione d’Europa. Daniele Corvia, a pochi minuti dalla fine ancora sull’1-0, tira alto da 5 metri il pallone del pareggio e la Roma raddoppia e triplica in cinque minuti. Il commento è unanime: “l’anno scorso la palla entrava e finiva 1-1”. IL TERZO SEGNO.
La trasferta di Reggio Calabria è sempre molto insidiosa. Brutto primo tempo. Doni deve uscire per un intervento vergognoso di un attaccante reggino neanche sanzionato dall’arbitro con un cartellino giallo. Entra Gianluca Curci, portiere non proprio fortunatissimo. Al primo minuto della ripresa un tiro al volo di Vigiani sfila vicino al palo di Gianluca, tutto vestito di nero tranne i calzettoni. In altri tempi la palla si sarebbe infilata all’angolino e Gianluca avrebbe preso gol senza neanche toccare la palla. UN ALTRO SEGNO.
Che cosa apparirà non lo sappiamo, ma il disegno prende forma. E sembra più allungata rispetto a quella della Coccarda della Coppa Italia che abbiamo cucita sulla maglie……

P.S. Il giorno dopo lo scudetto di una delle squadre minori della Capitale,nella primavera del 2000, andai in Via Appia al Roma Store e comprai la bandiera della Roma, perché ero sicuro che a giugno 2001 mi sarebbe servita. Mi servì. E oggi me sento come allora…….