martedì, Maggio 07, 2024 Anno XXI


Come ogni tifoso durante le ore che precedono la partita della Roma scruto l’aria,guardo,cerco segni premonitori e buoni auspici. Oggi ero abbastanza tranquillo che la Roma avrebbe fatto il suo dovere
ma uno di questi piccoli segni mi ha ancora di più rasserenato.
Mi stavo cambiando per venire allo stadio ed ho, come sempre, aperto il cassetto dove è riposta la tessera di Curva di quest’anno sopra quelle degli anni precedenti.
Sull’abbonamento è riprodotta la fotografia della squadra festante con la Coppa Italia vinta il 24 maggio contro l’Inter, ma la cosa curiosa è che la parte superiore ha una specie di patina bianca che non rende chiara l’immagine. L’unico giocatore che si distingue bene è Simone Perrotta,seduto davanti ai cartelloni della Tim, che ha l’aria decisamnte felice e ride…
“Ridi Simone che stasera ridemo pure noi” ho pensato.
Sono arrivato molto tranquillo e mi sono seduto al mio posto. Faceva “freddo” per essere settembre
ma il sorriso di Simone mi rassicurava e ancor di più quando ho visto la foto durante la lettura delle formazioni.Se la ride di gusto pure in quella che proiettano all’Olimpico.
La partita è stata importante per varie ragioni.
Un bellissimo ricordo del Presidente e la Signora Maria sotto la Curva che cantava per il Presidente la “Canzone di Testaccio”. Un momento molto toccante.
Una Roma schierata ad “albero di Natale” con tre centrocampisti davanti alla difesa e infatti abbiamo preso soltanto un tiro in porta all’88*, cosa assai rara. Squadra corta e molto più coperta che mai ha rischiato.
Una partita dell’anno scorso, quando la Roma che comunque vinceva, queste partite le soffriva molto. Squadre chiuse che non ti fanno giocare. Il peggio per noi. Poi ci pensa Panucci, il nostro Bartolomeo Colleoni.
Intanto Simone aveva cominciato a scaldarsi nell’intervallo.
Sbloccata la partita ho rivisto la fluidità in alcune giocate.
La squadra si è liberata di qualche blocco mentale.
Ho visto sprazzi di bella Roma.
Menez ci ha fatto vedere cose molto interessanti, un paio di giocate di Vucinic notevoli. Il bellissimo gol di Aquilani, unica cosa buona in una partita secondo me non eccelsa.
Loria, gemello di Vincenzo Cantatore, con la benda in testa come Bertolini, campione del mondo 1934.
Insomma un sereno secondo tempo, con belle giocate di una Roma che pian piano dovrà recuperare tutti i suoi lungodegenti e allora forse sarà un’ altra squadra.
Simone rileva Menez e sono applausi per tutti.
Brighi il mio migliore in campo. Taddei in crescita come la Roma tutta.
Riise da fallo laterale lancia Vucinic in porta.Carbura il diesel norvegese.
Il cazzeggio di una partita chiusa tocca il suo masimo quando la Sud intona un coro “vintage”: “Lazio schifo fa ce potemo giurà, li rigori so tre , forza Roma olè”. E’ proprio un’altra serata rispetto a quella di martedì.
Entra anche il Capitano e Simone ormai è inarrestabile. Francesco lo lancia in verticale e Varenne galoppa all’impazzata.
Alla fine trova il gol.
Esulta Simone. Saluta la Tribuna.
La partita finisce in gloria.
RIDI SIMONE E CONTINUA A FAR RIDERE ANCHE NOI, CHE CE N’ABBIAMO TANTA VOGLIA.
P.S. dedico queste poche righe su una qualunque partita a due persone IL POLLASTRO,le cui “Capocciate” hanno portato bene e adesso guai a te se te fermi, e ad un mio amico e cliente, “IL DOTTORE” con il quale commentavamo la sciagurata partita contro il Cluj giovedì scorso e che mi ha confessato, lui antiperrottiano della prima ora, di aver mandato un messaggio,non essendo presente all’Olimpico, al suo vicino di posto in Tribuna Tevere verso la metà del secondo tempo che recitava così”ARIDATEME PERROTTA”. Dottore, Perrotta è tornato.