Categorie Articoli by CdR Scritto da Petra giovedì, 3 Febbraio alle ore 10:08
Lo schema più gettonato in tutti i campi improvvisati del mondo, lo schema che tutti sanno applicare ma in pochi lo fanno fruttare. La Roma ci gioca persino in casa e in quanto a frutti nemmeno la primavera potrà portarceli. Vedere lanci lunghi con una squadra in procinto di retrocedere ci fa capire tante cose. I nostri eroi non hanno voglia di correre. Si attivano e male solo quando hanno la palla. Gli estrosi, Vucinic e Menez, durano un quarto d’ora a partita. A volte basta, spesso no. Il capitano non segna più e sbaglia cose semplici. Il suo blocco mentale è ancora li e le giornate passano. Borriello segna, forse non è un caso che sia l’ultimo arrivato. Ranieri prova a mischiare le carte a volte le distribuisce bene altre fa un casino. Purtroppo questa Roma non può permettersi le tre punte come normalmente fanno tutti. La scarsa propensione al sacrificio dei giocatori costringe ad uno schieramento con quattro centrocampisti. Il tifoso non si capacita, un campionato più facile da portare a casa di questo non esisterà mai più nella storia. Possibile che tutto quello che guadagnano li ha resi insensibili alla vittoria? Strano perché vedo Eto’o che guadagna il doppio ha vinto quanto loro neanche possono sognare eppure se c’è da fare il terzino non si tira indietro. Contro il Brescia dopo un primo tempo buttato come al solito, mai sforzarsi più di tanto, hai la fortuna di trovare l’ennesimo gol casuale della stagione. Ma puntuale arriva l’ennesima cappellata difensiva. Stavolta è toccato a Riise, non nuovo a farsi superare dalle palle aeree. Preso il gol al settantesimo hai più di venti minuti per cercare quei maledetti tre punti, tra l’altro scippati nella gara di andata. Ma l’orgoglio non fa parte di questo organico, a Trigoria non lo fanno proprio entrare. Non si riesce a chiudere le rondinelle nella loro gabbia, anzi la palla più clamorosa ce l’hanno proprio gli ospiti. Sarebbe stato un altro due a uno se la traversa non fosse intervenuta. E sta volta senza poter additare l’arbitro. Non ci sono più parole, proseguiamo in balia del vento, senza meta senza obiettivi. |
