sabato, Luglio 05, 2025 Anno XXI


672Roma-Empoli, si sa, non è esattamente una classica del campionato italiano, non è stata disputata tantissime volte, non stimola particolari ricordi nel tifoso-maniaco giallorosso.
Ma, scava scava, un particolare lo si trova sempre. Un personaggio che ha incrociati i suoi destini fra la Roma e l’Empoli, alla fine riesci a riesumarlo. E allora, ecco che dal segreto cassetto delle reminiscenze salta fuori il nome di Paolo Baldieri.
Nato a Roma il 2 febbraio del 1965 comincia a far parlare di sè con la Romulea, al campo Roma, a poca distanza da Porta Metronia, luogo ormai simbolo per tutti i “”corederoma”” per aver dato i natali al mito vero di tutti i giallorossi, il nostro Capitano.

Baldieri passa alla Roma e va a far parte di una formazione Primavera semplicemente stellare (in attacco schierava: Di Livio, Desideri, Tovalieri, Giannini, Baldieri, tutta roba da Nazionale), che vince lo scudetto, il torneo di Viareggio e fa del settore giovanile della Roma il migliore d’Italia. Poi va a farsi le ossa a Pisa dove, fra serie B e A disputa 67 partite e segna 12 gol, arrivando alla nazionale Under 21 di Vicini (14 presenze e 9 gol) e alle soglie di quella maggiore (Bearzot gli regala una convocazione nel 1986).

Quindi, nella stagione ’86-’87, il ritorno a Roma, accompagnato da grandi promesse e speranze concrete di affermazione. Paolo comincia anche bene, e il 2 novembre del 1986, ad Empoli, sigla una splendida doppietta che consente alla Roma di imporsi sui toscani per 3-1. Ed invece da qui comincia una lunga involuzione, Baldieri non sembra più ritrovarsi, il gol diventa un incubo, un tunnel dal quale non si esce. Ma, il 22 marzo del 1987, all’Olimpico è di nuovo di scena Roma-Empoli.

Baldieri è in panchina, la Roma schiera: Tancredi; Oddi, Baroni; Righetti, Di Carlo, Conti; Bergeen, Giannini, Pruzzo, Ancelotti, Agostini. L’allenatore è lo svedese Eriksson (gran brava persona, ma su di lui sorvoliamo…). Gaetano Salvemini (l’allenatore, non lo storico), schiera il suo Empoli con: Drago; Vertova, Gelain; Brambati, Lucci (che di Baldieri è stato compagno nella Priamvera giallorossa), Salvadori; Urbano, Della Scala, Ekstroem, Casaroli (che dieci anni prima, da ragazzino, nella Roma di Valcareggi ci aveva salvato a suon di gol da una B minacciosa), Baiano.

Il primo tempo finisce, fra stenti e pericoli in contropiede, 0-0. Nella ripresa l’allenatore della Roma (non voglio più nominarlo) getta nella mischia Baldieri. Al 2′ Baroni faceva, 1-0 su assist di Brunetto Conti.
Sembrava la svolta ma 4′ più tardi Salvadori approfittava di una dormita fuori ordinanza della difesa romanista e pareggiava. Ricominciavano gli stenti ma, di riffa o di raffa, la Roma si gettava di nuovo in avanti.

Ed era proprio il piedino di Paolo Baldieri che si intrometteva a deviare alle spalle di Drago un tiro di Bergreen per il definitivo 2-1.
Dunque, in quella stagione, Paolo Baldieri mise insieme 14 presenze e 3 reti. Tutte all’Empoli.
Che, per non saper nè leggere e nè scrivere, la stagione successiva si assicurava il declinante virgulto Baldieri. Il quale, anche se non contribuirà in modo decisivo alle sorti della squadra empolese (27 partite, molte da subentrante, ed una sola rete in una stagione conclusasi con la retrocessione in B dei toscani, dovuta anche ai 5 punti di penalizzazione coi quali erano partiti)non può più nuocerle e farle gol ad ogni occasione.