Categorie A memoria di lupoScritto da Er Pasquinomercoledì, 10 Novembre alle ore 05:39
E’ il 15 maggio del 1955, quando la Roma si reca in quel di Udine ad affrontare la rivelazione del campionato, l’Udinese dei miracoli nella quale si distingue in modo particolare uno svedesino di 24 anni, biondo biondo, la carnagione chiara che più chiara non si può e che qualche tempo dopo gli varrà il nomignolo di “”Raggio di luna””, Arne Selmosson.
Alla trentunesima giornata l’Udinese è al secondo posto a 40 punti, la Roma al quarto, in condominio con la Fiorentina a 36, con ambizioni in crescita. L’Udinese schiera: Romano, Zorzi, Dell’Innocenti, Snidaro, Pinardi, Magli, Cataldo, Menegotti, Bettini, Selmosson, La Forgia. L’allenatore dei friulani è Bigogno. La Roma risponde con Moro; Stucchi, Losi, Bortoletto, Cardarelli, Giuliano, Ghiggia, Venturi, Cavazzuti, Celio, Pandolfini. L’allenatore era Carver. L’arbitro dell’incontro un giovane che farà strada, Concetto Lo Bello da Siracusa.
E’ un pomeriggio tipicamente autunnale, di pioggia continua, ed il campo è ridotto ad un pantano, ai limiti della praticabilità. La Roma si difende comunque con ordine, non rischia più di tanto nei confronti di un avversario annunciato in grande spolvero, Giuliano, coadiuvato da Venturi, si occupa con grande diligenza dell’astro nascente, Arne Selmosson, limitandone la pericolosità. Un punto può andar bene in casa della vice capolista. Ma al 18? del secondo tempo il portiere Moro in uscita si scontra con l’udinese La Forgia. Nell’impatto ha la peggio e deve uscire lasciando il posto fra i pali a Cavazzuti, improvvisatosi portiere data la bisogna. La Roma, però resiste, Giacomino Losi giganteggia in difesa e addirittura salva sulla linea un tiro di Selmosson (aiutato anche da una pozzanghera). Ma al 38?, il fattaccio.
Menegotti, dopo aver disincagliato il pallone dall’ennesima pozza di fango, da 35 metri indirizza il pallone verso la porta. Il volenteroso Cavazzuti è un portiere fin troppo improvvisato e la sfera gli rimbalza goffamente sul petto e di qui sui piedi di Bettini che, quasi nuotando, la rimette verso la porta. Sulla linea c’è, e come potrebbe essere diverso, Giacomino Losi indisperato recupero ma la sua deviazione sbatte su Selmosson, forse su una mano di Selmosson, che tira ancora in porta. E qui Stucchi, di pugno, la respinge ancora. Ma il futuro “”Raggio di luna”” è ancora appostato bene e stavolta mette dentro. Apriti cielo! Le proteste dei giallorossi sono veementi, se non il fallo di mano, almeno il rigore, che diamine!!! Ma Lo Bello è irremovibile. E’ gol: 1-0 e tutti sotto la doccia.
La Roma schiuma rabbia, ma ha scoperto il giovane Arne Selmosson e già accarezza l’idea di portarselo a Roma, visto che, fra l’altro, a fine stagione l’Udinese sarà retrocessa per illecito sportivo. Ma le follie del conte Vaselli e del presidente Tessaroli portano Arne alla Lazio, che letteralmente si svena per averlo. Tre anni dopo, nell’estate del ‘58, il passivo della Lazio assommerà alla spaventosa (per allora) cifra di 818.558.547 di vecchie lire (certe abitudini biancocelesti non sono certo roba recente, anzi)e i 135 milioni offerti dall’allora presidente romanista Anacleto Gianni rappresentano ossigeno non rinunciabile. Arne Selmosson passa alla Roma, provocando sollevazioni popolari da parte dei laziali.
“”Raggio di luna”” era nato a Sil, il 29 marzo 1931 e si è spento il 23 febbraio dell’anno scorso. Giocò tre stagioni nella Roma, segnando complessivamente 30 reti in campionato (16 nella prima, 13 nella seconda e solo una nella terza). Operava indifferentemente come mezz’ala sinistra (allora si diveva così) e come ala sinistra. Aveva una classe adamantina, uno scatto bruciante ed un tiro fuori dal comune, dati che comunque gli consentirono soltanto 4 presenze nella nazionale del suo paese. Tornò ad Udine nel 1961 (il 27 agosto di quell’anno la prima partita del campionato la giocò ancora contro la Roma!) e vi rimase fino al 1964 quando tornò in patria. E’ l’unico giocatore che nel derby romano ha segnato per entrambe le squadre, ma questa è un’altra storia.