giovedì, Luglio 03, 2025 Anno XXI


Dimmi cos’è che ci fa sentire amici anche se non ci conosciamo… Hanno iniziato a parlare sul Muro. In tanti anni non si sono mai visti. Colpa della distanza. Lui è svizzero, lei romana de Roma. Poi lui ha iniziato a star male ed è stato a lungo ricoverato e lei è diventata la sua portavoce ufficiale. Con delicatezza tutta femminile gli riporta via sms le gioie e i dolori della Magica ricevendone commenti entusiasti o scoraggiati. Cosa potrà mai aggiungere il conoscersi di persona? Solo un fraterno, interminabile abbraccio.
Dimmi cos’è che ci fa sentire uniti anche se siamo lontani… Cosa unisce un giovane siciliano e un piemontese un po’ mattacchione? Un’autostrada giallorossa, dove non si paga al casello e il carburante per andare forte è il sangue che pompa nelle vene. Storie speculari, storie parallele, così diverse e così uguali insieme. Unite da un desiderio grande come il cuore, un desiderio chiamato AS Roma.
Dimmi cos’è, cos’è che batte forte, forte, forte in fondo al cuore… Novanta battiti al minuto per novanta minuti. Senza contare i recuperi. La vita lo ha portato oltre l’oceano. Ad insegnare ad una generazione cresciuta a slang e McDonald. A chi gli chiede se la vita negli States sia stressante lui risponde che è nulla al confronto di quello che il suo cuore è costretto a sopportare quando scende in campo la Roma.
Che ci toglie il respiro e ci parla d’amore… La Roma per lei è un’interminabile poesia d’amore. Aggrappata a un sogno lei la vive così, sospesa tra spazio e tempo, e in quei momenti non ha fame, non ha sete, non ha sonno, non le serve neppure respirare. Dal campo e dagli spalti promana energia allo stato puro e lei se ne impregna… con occhi di bambina e un paio di scarpette rosse per scalciare via la malasorte.
Dimmi cos’è quella stella grande grande in fondo al cielo che brilla dentro di te e grida forte forte dal tuo cuore… Un lungo inesauribile coro che la lascia senza voce ogni volta. All’Olimpico o negli Stadi ostili di interminabili trasferte per lei è lo stesso. L’importante è fare sempre il proprio dovere. Ogni volta è una sfida anche contro se stessa e il suo sogno è uno Stadio intero in piedi a cantare. Vogliono uccidere la sua passione con i posti numerati, i divieti, i tifosi da poltrona che si lamentano perché non vedono bene. Ma non ci riusciranno. E quando parte l’onda… ooooovunque tu sarai io non ti lascerò mai… lei è la prima a seguirla. Fino all’ultima stilla di energia.
Dimmi chi è chi è che mi fa sentì importante anche se nun conto niente… Ha imparato a sue spese che il lavoro e la carriera logorano senza dare nulla in cambio. Ti svuotano e ti lasciano esausto per accorgerti, passati i quaranta, che sei solo un badge o un biglietto da visita. E allora ha riavvolto il nastro. E’ tornato indietro per immergersi di nuovo nel popolo porpora e oro che lo accolse pischello ed al quale per troppo tempo aveva voltato le spalle. Ora se gli chiedete cosa fa nella vita vi risponde: romanista! dimenticandosi giacca, cravatta e ventiquattrore.
Che me fa Re quando sento le campane la domenica mattina… Domina dall’alto e passa in rassegna la tribuna d’arrivo con il frustino teso. Da quando ha il lume della ragione annota la nostra Storia che ora, divenuto adulto,  racconta con la meticolosità di un cronista rinascimentale e i chiaroscuri del Caravaggio. Nel suo Albo d’Oro personale la Roma ha vinto anche quando ha perso. Ha vinto per la passione di quelli che la seguono da una vita, per l’onestà del guadagnarsi con la maglia sudata quello che le hanno tolto le banche, le farmacie e la sudditanza arbitrale. E ora sogna uno Stadio tutto romanista. Con gli spalti attaccati al campo e un posto vitalizio. Lui che del Tempio ha fatto casa sua.
Dimmi chi è chi è che mi fa campà sta vita così piena di problemi e che me dà coraggio si tu nun me voi bene… Quando gli capita di sentire discorsi del tipo: “il calcio è la vera droga moderna”, “in fondo sono solo ventidue ragazzotti in calzoncini” ormai non replica più. Fiato sprecato. Si limita ad annuire e ad allontanarsi. Poi, a tempo debito, annota nomi e volti dei pontificanti di turno e li cancella dalla sua vita. Per sempre. In un mondo alla rovescia, in cui si è disposti a tutto per possedere un BlackBerry o l’ultima diavoleria tecnologica e modaiola del momento, la sua fede incrollabile nell’AS Roma è il suo stile di vita. Qualunque cosa accada. Perché si comincia a parlare della Roma credendo che sia un argomento futile. Poi si passa ai racconti legati alla Roma e si scopre di aver percorso insieme, magari senza conoscersi, un lungo tratto di strada. E si finisce a parlare di sentimenti, di valori, di aspettative, di gioie e di paure. Di vita. Quella vera.
In piedi, passa la Roma, passa la Storia.
GRAZIE ROMA!!!

La Storia siamo noi, nessuno si senta offeso,
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo.
La Storia siamo noi, attenzione, nessuno si senta escluso.
La Storia siamo noi, siamo noi queste onde nel mare,
questo rumore che rompe il silenzio,
questo silenzio così duro da masticare.