domenica, Maggio 05, 2024 Anno XXI


Lorenzo aveva appena compiuto solo 9 anni, ma si sentiva già grande. Del resto non gli dicevano tutti che ormai era un ometto? Andò quindi con fare sicuro dalla mamma e le domandò con un tono che sembrava contenere la risposta, ovviamente affermativa: “quest’anno la festa di compleanno la facciamo dove mi porta papà?”. Barbara, la mamma, lo guardò con un’aria perplessa che a stento tratteneva l’arrabbiatura che stava montando dentro di lei. Non bastava che Luca, suo marito, si portasse il figlio allo Stadio a vedere la Roma?  Pure il compleanno del piccolo ci doveva festeggiare? Cercando di non far trasparire il proprio cattivo umore, Barbara  rispose a Lorenzo che ci avrebbe pensato lei ad organizzare una festicciola con i suoi amichetti, che ci sarebbero stati i giochi, le patatine, la torta con le candeline e tutti i compagni di classe, compresa Beatrice. Il nome Beatrice fu sottolineato da Barbara con un particolare tono della voce perché Barbara sapeva che “Bea” era la fidanzatina di Lorenzo. Lorenzo guardò la madre con aria molto delusa, le rispose con un semplice “vabbè” e tornò nella sua stanza. Barbara a sua volta rimase molto male della reazione del figlio, ma in cuor suo sapeva di avere ragione e comunque quella sera il marito l’avrebbe sentita, perché lei era sicurissima che fosse stato Luca a mettere “certe idee” in testa al bambino. Dopo cena Lorenzo fu messo a nanna e Barbara e Luca restarono da soli. Inevitabilmente la conversazione scivolò sulla richiesta di Lorenzo e Barbara espose al marito tutte le proprie preoccupazioni frutto dell’avversione, troppo a lungo repressa, al fatto che Luca portasse Lorenzo con sé allo Stadio con regolarità. Illustrò a Luca tutti i pericoli dell’andare allo Stadio, spesso di sera, gli disse che non era posto per portarci un bambino e che con tutti gli sforzi che faceva lei per insegnargli l’educazione non voleva che Lorenzo imparasse  nuove   parolacce, non bastassero quelle che già sapeva. E poi lei aveva già organizzato tutto per fare una sorpresa a Lorenzo. Luca, che per carattere non era tipo da alterarsi facilmente, provò a replicare pacatamente alle rimostranze della moglie. Prima di tutto le disse che l’idea era di Lorenzo, anche se lui, ovviamente l’approvava, poi la rassicurò che allo Stadio in realtà non succedeva niente di pericoloso e che Lorenzo si comportava sempre benissimo. Quanto alle parolacce lui non ne diceva in presenza del bambino e  non era certo colpa dei tifosi allo Stadio se se ne sentivano in giro anche troppe. Poi fece alla moglie una proposta. “Dici tutte queste cose perché non sei mai venuta allo Stadio con noi. Facciamo così, accontentiamo Lorenzo, andiamoci tutti insieme e portiamo con noi la torta con le candeline e un piccolo regalo. Poi se c’è qualcosa che non va lasciamo perdere e facciamo la festicciola come vuoi tu”. Barbara non era entusiasta, però convenne che la proposta di Luca era sensata e accettò. Pose come unica condizione che la festa fosse programmata in un giorno di minor afflusso allo Stadio e Luca convenne dicendole che, purtroppo, quasi ogni volta era un “giorno di minor afflusso”. Organizzarono la cosa per un mercoledì pomeriggio, visto che c’era la semifinale di Coppa Italia e oltretutto i ragazzi sotto i 14 anni, se accompagnati, non pagavano. L’orario inusuale stabilito per la partita, le 18 di un giorno feriale, che solitamente sarebbe stato un problema, era una volta tanto di aiuto perché la partita non sarebbe finita molto tardi e quindi Lorenzo sarebbe andato a dormire alla solita ora. Barbara non avrebbe avuto proprio di che lamentarsi. Luca si preoccupò di tutto e prese  i biglietti per il settore dei Distinti Nord  perche voleva cogliere l’occasione per far vedere alla moglie dove portava il bambino di solito. Quel pomeriggio, stranamente, la più eccitata era proprio Barbara che, mentendo al marito e al figlio, disse che era preoccupata, non emozionata. L’ultima volta che Barbara era andata allo Stadio era col nonno paterno ed avvicinandosi allo Stadio, nella quiete delle 17 di un pomeriggio feriale, le venne una stretta al cuore ricordando se stessa bambina. Involontariamente fu la Roma a fare il primo regalo di compleanno a Lorenzo perchè gli addetti alla sicurezza li  dirottarono, per lo scarso afflusso, nella Tribuna Tevere e Lorenzo si elettrizzò rendendosi conto, sin dal riscaldamento, che i giocatori erano molto più vicini di quanto lui fosse abituato a vederli. La partita ebbe inizio e Lorenzo si comportò da consumato tifoso dando oltretutto prova di grande competenza visto che conosceva tutti i giocatori, compresi quelli del Catania, l’avversario dell’occasione. Potere delle figurine, pensò Barbara rammentando le continue contrattazioni con il figlio ogni qual volta le capitava di passare davanti ad un’edicola. Nell’intervallo Luca improvvisamente scomparve per tornare alcuni minuti dopo con una piccola torta sormontata da una fiammeggiante candelina col n. 9 e da un piccolo tubetto, tenuto accuratamente nascosto durante i controlli, che prontamente accese facendo sgorgare una cascata di scintille. Lorenzo era raggiante e Barbara stessa non riusciva a trattenere la commozione. All’improvviso alle loro spalle sentirono un applauso scrosciante seguito dalla canzoncina di auguri per Lorenzo. Barbara si voltò sorpresa dall’assoluta spontaneità del gesto fatto da gente completamente sconosciuta. Minuscole fettine di torta passarono di mano in mano fin quando non ne rimase che una sola. Proprio mentre Lorenzo era intento ad aprire il pacchetto contenente il regalo, una maglia della Roma con il suo nome, una piccola voce femminile pretese la fetta di torta avanzata. Era Bea vestita di tutto punto con una maglia della Roma quasi più grande di lei seguita d’appresso dai genitori. Luca osservò tutta la scena in disparte già preoccupato del seguito che avrebbe avuto nelle successive discussioni con la moglie. Si sentì però toccare appena la mano e riconobbe il gesto con cui Barbara era solita attirare la sua attenzione. Alzò lo sguardo e ai suoi occhi apparve una Barbara inaspettata, che sprizzava allegria da tutti i pori. Barbara non gli lasciò il tempo di parlare e disse alcune cose che in seguito avrebbero modificato le loro abitudini. “Non è giusto che tu e Lorenzo andiate alla partita da soli. Dalla prossima volta voglio esserci pure io, e magari l’anno prossimo facciamo l’abbonamento. Luciana, la mamma di Bea, mi ha detto che c’è un bello sconto per le famiglie”.
Neppure il tempo di iniziare il secondo tempo e il Capitano segnò un gol bellissimo che fece scattare in piedi Barbara letteralmente trasfigurata da un urlo liberatorio.
Se le sue amiche l’avessero vista in quel momento…

Un passo che consuma i marciapiedi
il nostro tempo passa e se ne va
e giorno dopo giorno tu ti chiedi
se quello che volevi è questo qua.
Scoppiò un sorriso e illuminò
i volti della solitudine
un’alba nuova dichiarò
la guerra contro l’abitudine