domenica, Maggio 04, 2025 Anno XXI


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Il vento in faccia fa male, quando sei in testa al rettilineo finale e non c’è nessuno davanti a te non hai più alternative: devi spingere, maledettamente spingere forte sui stramaledetti pedali.

La paura si fa sentire ad ogni metro, ti bussa in testa e cerca di buttarti giù. Ed ecco che il più semplice degli ostacoli diventa una montagna. Ed ecco che una squadretta che sta infiniti punti sotto di te può giocare con la tua psicologia.

I muscoli sono durissimi, il dolore si fa sentire. Capita di rallentare, come capita di regalare un tempo agli avversari. Rocchi trova il guizzo giusto e ti ritrovi sotto. Non c’è reazione immediata, solo lanci lunghi nel vuoto, senza idee, prigionieri di se stessi.

L’intervallo è l’unica speranza per riordinare le carte. Il mister non ha dubbi, non ha remore, è lucido come nessuno mai. Fuori Totti e De Rossi. Fuori la romanità pura, fuori il fuoco della rivalità, è tempo della freddezza per riaddrizzare una partita troppo negativa.

La Roma si quadra con la corsa di Taddei e diventa più imprevedibile con la verve del francesino. Ma a Tagliavento pesa il fatto di non aver mai fatto perdere i giallorossi e si inventa un rigore su Kolarov. Poteva finire cosi: una pessima prestazione inchiodata al muro dall’arbitro.

Invece il nostro portierone, forte e uomo vero fa il miracolo e come del derby di andata da un segnale alla squadra: ce la possiamo fare. La campanella è suonata, fine della ricreazione adesso si fa sul serio.

Finalmente la capolista si fa pericolosa, le sicurezze della retroguardia biancoceleste diminuiscono fino a portare al rigore netto su Taddei. Tensione alle stelle, Vucinic è sicuro di se e prende la palla che pesa come un macigno. La piazza forte e precisa all’angolo. Si può fare.

La Lazio da buona squadra che si deve salvare prova a riaprire bocca ma il montenegrino azzittisce tutti con un missile terra aria. La sua punizione viaggia ad una velocità impressionante, tale da spaccare la barriera e far ingobbire il triste Muslera.

Apoteosi, delirio, orgasmo. Ci provano, ci provano, ma non è più il primo tempo. Toni lotta come un leone, la squadra si compatta all’indietro e il tempo scorre, lento ma scorre inesorabile. Tagliavento distribuisce i gialli a senso unico, grazia sistematicamente i laziali.

I cinque minuti di recupero se ne vanno ed esplode la gioia da una parte e la rosicata dall’altra. Radu sgambetta un felice Perrotta e crea la rissa finale. Antisportivo e rosicone. Degno giocatore di una squadra senza anima.

Pollice giu, pollici giu e tutti a correre sotto la Sud.

Non so se vincerò lo scudetto ma di certo non me lo hai tolto tu infimo bianco blu.

petra@corederoma.it