Categorie Articoli by Gens Romana RomA'rte Scritto da Lvcilla Avgvsta domenica, 6 Dicembre alle ore 05:23
La città Eterna racchiude in se tanti scrigni di inenarrabile bellezza: palazzi, chiese, opere d’arte ….e tanti luoghi capaci di stupire chi li visita. Vorrei questa volta parlare di uno dei tanti “cuori” di Roma, perché questa città ne contiene più di uno… Inizierò con quello “verde” ..ovvero Villa Borghese. Questo parco incantevole, visto sulle carte, ha la forma di un cuore e con i suoi ottanta ettari è il terzo parco più grande di Roma. La proprietà già alla fine del 1600 apparteneva ai Borghese e venne poi ampliata dal mecenate Scipione Borghese che con interventi vari la terminò nel 1633. Nel 1766 il Principe Colonna eseguì dei lavori nel “Casino Nobile” ora attuale sede di Galleria Borghese e nel 1903 venne ceduta al Comune di Roma. Ciò che voglio descrivere o tenterò di descrivere non è la planimetria… la storia… o la composizione architettonica di Villa Borghese…. ma ciò che suscita al visitatore che si lascia sedurre dalla sua bellezza. Rubens, Caravaggio, Tiziano, Bernini, Raffaello e Cranach solo per citare alcuni signori che dimorano in questa magnificenza che ti spinge a pensare che Dio esiste davvero… Sembra l’irreale nel reale, un sogno pensato da svegli. Scene di battaglia negli affresci che ti accolgono, si palesano ai nostri occhi rendendo l’opera pittorica vera quanto chi la sta osservando. E quasi l’enfasi maschia della battaglia rivive nello spettatore che senza rendersene conto è già parte di essa. Nella stanza sulla nostra sinistra Il Bacchino Malato del Caravaggio osserva silente ma Vivo il San Gerolamo Scrivente che a sua volta illumina, nonostante l’oscurità merisiana, altri capolavori. Sulla destra entri e ti accoglie di spalle Paolina Bonaparte Borghese e continuando nella stanza attigua l’energia cinetica del David di Gian Lorenzo Bernini: suoi anche i due capolavori che incontriamo nel nostro cammino tra le stanze,affrescate come sogni, in paesi, che anche la fantasia più sfrenata fatica ad immaginare. E ti trovi davanti al Dio ed alla Ninfa. Apollo e Dafne. Il Bernini astuto coglie l’attimo della preghiera della ninfa a Zeus. Lo spettatore non può non sentirsi parte di quel sortilegio….di quella trasformazione. Esili piedi già radici di alloro….e mani che sfumano nelle foglie, quasi vive e non di marmo…E cede l’occhio e l’animo davanti a Plutone che rapisce una combattiva Proserpina; mani nelle carni, movimento puro che solo il genio Berniniano può donare. Andate. Andate spesso in questo luogo. Questo paradiso che a parole se lo descrivi, quasi lo offendi. Va visitato: le riduttive frasi di un’amante dell’arte non possono descrivere fasti e splendori. Andate. Con chi amate, con gli amici, con i figli. Dall’interno di Villa Borghese arrivate alla spettacolare terrazza del Pincio, offre Roma e Piazza del Popolo… Ma se chiudete gli occhi e lasciate fuori il vissuto quotidiano, vi renderete conto che state osservando il mondo e la sua inesorabile evoluzione dai Bastioni di Dio.
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