domenica, Maggio 11, 2025 Anno XXI


Ci si accorge che non c’è il Capitano solo quando rientra, che gonfia la rete avversaria tre volte e tutti a casa. Baresi supponenti, Ventura spocchioso e qualche vassallo della causa, che credeva che a Roma sarebbe stata una passeggiatina, con tanto di visita alle rovine del Foro Romano. Pensate che su YouTube ha girato un video di un ultras del Bari, che in un Talk Show di quelli alla Biscardi per intenderci, inneggiava alla marcia bianco rosso su Roma. Con proseliti di guerriglia precisava che si doveva andare nella capitale per sentirsi padroni e da buon condottiero avvisava che “i romani ci stanno aspettando, per vendicarsi di quando vennero a Bari in 25.000 e li abbiamo menati di brutto” e che sarebbe stato opportuno non mostrasi troppo con sciarpe e bandiere in giro per evitare rappresaglie dai bastardi romani.

In curva, un ragazzo a me vicino, indicava con il dito la marea umana di baresi in curva nord. Lo indicava con nostalgia della nostra curva che non c’è più. Lui certamente ha ricordi narrati della vecchia Sud, perché mi sembrava molto giovane. Gli dico: << per me 1000 o 12000 non fa differenza. Quella (ed indico i baresi) è gente che fino a quatto mesi fa ha segnato il record negativo di paganti in una partita di calcio professionistico: 300 paganti in uno stadio di 70.000 posti>> e gli faccio notare anche, che Noi, lustrati di un passato glorioso stiamo arrivando a raggiungere lo stesso record, e non era il caso di invidiarli o ammirarli ma solamente di ricordarli come: “i dodicimila che dopo 20 minuti di canti e lazzi si sono riposati per gli ottanta minuti rimanenti, ammirando il più grande giocatore Italiano degli ultimi cinquanta anni”.

Questo calcio, per lo meno quello che si vede in Italia è sempre più desolante, per chi non vede solo una partita di calcio, e ventidue in calzoncini corti che corrono dietro ad una palla, ma viene allo stadio per nutrire un idea, un ideale di appartenenza che rimane nel Dna dei quasi cinquantenni come me, che sta cicatrizzando con l’andare degli anni. Fa comunque piacere parlare con un ragazzo che mi dice che per seguire la Roma, insieme ai suoi amici, viene da Sezze Romano, a settanta chilometri dalla Capitale e da recente paesano, come sono diventato da un paio di anni, venire a Roma per vedere la mia squadra è diventato un giorno di festa e non una noioso appuntamento da onorare solo perché si sono spesi i soldi per l’abbonamento annuale.

Intanto la squadra annienta l’ennesimo acerrimo avversario, che non dimentichiamo, non meno di un mese fa aveva praticamente battuto l’Inter a San Siro, con la miglior difesa del campionato Italiano, almeno fino a quando non ha pascolato nella loro area un certo Francesco da Porta Metronia, che, per chi non lo sapesse, è un luogo dell’antica Roma a due passi dalle terme di Caracalla: questo per chi dice che il nostro capitano è un burino rifatto.

Joe Silente