Categorie Articoli by Gens Romana Scritto da Gruppo Facebook mercoledì, 11 Novembre alle ore 07:44
La storia insegna che a Milano non è possibile pensare di vincere qualcosa a meno che non lo vogliano Loro. I potenti del calcio italiano sono di stanza, da sempre, sopra il rubicone, ed è inutile dire “adesso è così” perchè così, lo è sempre stato. Non si deve fare molta strada del resto con la memoria dei tempi. basta non dimenticare scudetti rubati, non solo alla Roma, ma anche ad altre mille vittime sacrificali. I potenti sono protetti, questo è nel Dna della vita terrena. Credetemi, non mi arrabbio poi più di tanto. Sapevo che prima o poi l’inter avrebbe giocato in 12 ed infatti così è stato. Da tifoso quale sono, ho sempre sognato che una mattina mi sarei svegliato ed avrei letto a caratteri cubitali su titoli di giornali che la mia squadra non si presenterà a disputare il campionato di calcio italiano e che ha presenterà una richiesta di anessione a qualcun’altro campionato europeo. Comunque credetemi, questa sorta di sottomissione alle squadre dl nord fa anche gioco alle nostre squadre che non potendo avere il potere finanziario adeguato si assoggettano al loro potere: pensate che la Lazio prima, con la questione Cirio è praticamente sparita ed indebitata per un trentennio con il fisco. Poi è stato il turno della Roma, che per aver acquistato un giocatore come Batistuta e vinto qualcosa, sta nelle situazione in cui sta adesso. Il tutto per aver provato a stare sopra le stelle. Quindi chi glielo fa fare alle nostre società di essere sempre competitive, sparirebbero nel giro di un lustro. Questo lo sanno bene i nostri dirigenti e magari si accontentano di vendere qualche giocatore a chi ha il potere finanziario per poter acquistare. Questo accade, ogni anno c’è un pezzo che viene sacrificato per poter almeno pagare qualche stipendio di chi rimane. Tutto questo è desolante ma è così. Magari i giovani tifosi non hanno ben chiaro questo stato di cose e vorrebbero sentirsi al pari dei tifosi delle solite squadre che vincono e li capisco, come riconosco che quelli della mia età, abituati ad accontentarsi anche di un quarto posto, o anche solo di una retrocessione scampata e qualche derby vinto vivono una dimensione diversa dalla loro e forse è anche per questo che non ci riesce di insultare o fischiare un nostro giocatore; può sembrare un limite ma a livello personale la vedo come una caratteristica antica e sentimentale, che personalmente mi rende orgoglioso. Joe Silente |
