Categorie Articoli by Gens Romana Scritto da Marforio giovedì, 28 Febbraio alle ore 11:30
Lorenzo, detto “Pico” per la sua proverbiale memoria enciclopedica sulla Roma, entrò visibilmente contrariato nell’Agenzia dell’Istituto bancario nella quale lavorava. Saverio, il direttore, che Lorenzo lo conosceva bene, lo intercettò immediatamente invitandolo a prendere un caffè al Bar di fronte. Sperava di farlo sfogare disinnescando così una potenziale fonte di stress per tutta l’Agenzia. Non faceva alcuna fatica a comprendere i motivi del malumore di Lorenzo, anche perché, a dirla alla romana, anche a lui quella mattina rodeva parecchio… il fegato. Davanti alle tazze fumanti di caffè la domanda che Saverio pose a Lorenzo gli sembrò del tutto retorica: “hai visto la partita ieri sera?”. La miccia era stata agevolmente accesa: Lorenzo non perdeva una partita della Roma e, soprattutto, se le ricordava tutte, anche quelle a cui aveva assistito in tenera età. La reazione di Lorenzo non si fece attendere. “Certo che l’ho vista, il solito arbitraggio scandaloso!” fu la laconica risposta. Saverio non si accontentò. Se l’avesse fatto non avrebbe provocato la deflagrazione controllata che voleva e avrebbe pagato inutilmente il caffè. Alzò quindi il tiro e provocò a bella posta Lorenzo affermando che non era certo colpa dell’arbitro se non avevano chiuso prima la partita. Lorenzo sembrava non aspettare altro e, forse perché aveva davvero voglia di sfogarsi, forse perché voleva stare al gioco, esordì con un classico del tifo romanista: “dammi il mio, e poi vediamo come va a finire!”. Con precisione notarile Lorenzo iniziò il suo personale elenco degli errori arbitrali patiti dalla Roma e, per fortuna di Saverio e degli altri avventori del Bar che si erano messi ad ascoltare la conversazione, si limitò alla stagione in corso. Saverio avrebbe potuto esimersi dal controbattere. Sapeva che l’amico aveva ragione e poi, dialetticamente, tra lui e Lorenzo non c’era partita. Il suo scopo, però, non era di prevalere nella discussione, ma di far sfogare Lorenzo e quindi proseguì e interpretò il ruolo di sostenitore dell’altra scuola filosofica della Libera Università di Tifo Romanista, quella del “noi famo er nostro e dell’arbitro ce ne fregamo”. Iniziò allora, con assai minore precisione e convinzione dell’amico, l’elenco di tutti gli errori commessi nell’ultima partita ed in quelle citate da Lorenzo. Lorenzo però non reagì. Si conosceva troppo e temeva che la discussione sarebbe degenerata. Con la scusa che quella mattina toccava a lui, si diresse verso la cassa e pagò i caffè. Saverio prese atto del proprio fallimento e si rassegnò a tenersi Lorenzo di cattivo umore per l’intera giornata. Tornarono in Agenzia senza rivolgersi la parola. Ti amo campionato, |