lunedì, Luglio 07, 2025 Anno XXI


“Mi venne incontro il giorno che arrivai nella caserma di Cordenons. Ci salutò dandoci il benvenuto, essendo lui un vecchio della caserma, nel senso che era prossimo al congedo. Capii dal suo dialetto che era romano e dalla mia specialità di riconoscere l’appartenenza calcistica non avevo dubbi che fosse della Roma. Come al solito indovinai, ma all’epoca non tenevo i conti per la statistica e la cosa non mi impressionò più di tanto. Insomma con Pietro nacque una bella amicizia, veicolata e facilitata dalla stessa caratteristica di tifare per lo stesso club calcistico e figli della stessa città.
Frequentavamo già la curva ma non ci siamo mai incontrati. Avevamo degli amici in comune ed era piacevole parlare di loro ad 800 chilometri di distanza; quel ricordare ci fece sentire meno lontani dai nostri affetti.
Sono passati 37 anni da quel periodo e credeteci o no, io e Pietro ci frequentiamo ancora. Ci accomuna la storica amicizia di commilitoni e la granitica fede per il nostro club. Adesso, anziché da un muretto di una curva, cerchiamo di raccontare ai ragazzi del secondo secolo, utilizzando un microfono di una radio, quello che fu il nostro essere ultras, anzi, Pietro vuole che si dica Ultrà, che per lui vuol dire: vivere oltre, al di là della linea che divide l’ordinario dallo straordinario.
Quando capita di fare delle trasmissioni radio insieme ci viene da ridere vedendo i nostri capelli bianchi. La nostra è una di quelle amicizie che cammineranno sullo stesso binario per sempre, o almeno fino a quando lassù ce lo permetteranno. ”

“Un Fratello”