mercoledì, Maggio 07, 2025 Anno XXI


Lo chiamano il derby del sole, ma di sole in verità quest’anno ne abbiamo visto poco. A parte la partita con la Fiorentina (giocata tra l’altro di sera) venivamo da due pareggi consecutivi. Uno accettabile, l’altro vergognoso. Di mezzo c’è stata la partita con il CSKA Sofia, che non conto. Speravo infatti che i giocatori non fossero appagati dopo la partita di Giovedì, giocata con avversari di basso livello, a ritmi bassi (per evitare infortuni, che sono ugualmente arrivati). Ebbene la partita con il Napoli ha confermato le buone notizie riguardo al carattere dei ragazzi, che hanno lottato fino alla fine, ed hanno ottenuto 3 punti che ci faranno veramente comodo in vista di questa piccola pausa.
Dicevo che lo chiamano derby del sole, ad illuminarlo c’ha pensato però il Capitano. Un’altra prestazione incredibile, ormai è indescrivibile. Segna due gol, rimontando il vantaggio iniziale del Napoli, crea e cuce il gioco della Roma con i soliti occhi dietro la testa, il piede destro e la mente di sempre. Poesia pura. E’ovvio che poi la sua bravura è pari alla sua sfortuna, e proprio nel momento più bello della partita si infortuna. Sembra nulla di grave, e speriamo perché adesso che ha raggiunto l’indimenticabile Batistuta punta all’ex-laziale Signori. E’arrivato a 33 anni domenica scorsa, ma anche giocando con un piede rimane non solo determinante, ma essenziale. Evidentemente quegli stronzi che gli hanno rilanciato la maglia non tengono conto neanche dei numeri, ma bastava guardarlo correre e lottare con la fasciatura e la paura di un infortunio ancora più grave per chiedere scusa all’ultima grande bandiera del calcio italiano. Se si potesse inventare una parola che possa rendere più di “grazie” bisognerebbe dedicarla a lui.
Al di là del Capitano ho visto una squadra finalmente compatta e battagliera, che non ha mollato di un centimetro. Perrotta continua ad essere pericoloso quanto un Gilardino o un Trezeguet (sicuramente più di Huntelaar…), Vucinic ha capito cosa voglia dire lottare sulla palla, perfino Cassetti ha fatto la sua porca figura. Peccato per i due infortuni iniziali. Come sempre il bicchiere bisogna vederlo mezzo pieno, ma mai totalmente pieno. Lobont ha dimostrato nell’unico vero tiro in porta della partita del Napoli (si, quella squadra con la maglia azzurra…) di non essere da Roma. La caramella di Lavezzi ha messo paura a tutti, poi c’ha pensato il Capitano, ma questi sono, d’altronde, i regali di Rosella. Speriamo che Zamblera non arrivi in prima squadra.
Bisogna dire che il lavoro di Mister Ranieri, il lavoro soprattutto psicologico, sta avendo i suoi risultati. Anche se per farlo, il mister ha dovuto sconfessare il mercato di questi due anni, visto che non fanno parte della squadra titolare Menez, Baptista, Lobont e Guberti, ma i soli Motta e Burdisso (che dio lo benedica). Adesso però bisogna pensare a pedalare, ancora. Al ritorno dalla sosta ci aspetta una delle trasferte più difficili, ma anche una delle nostre preferite. Si va a Milano contro un Milan irriconoscibile. L’ultima volta che si giocò contro il Milan di sera c’erano Ancelotti e Kakà. Ma a illuminare San Siro c’era Francesco Totti. Chissà che non ci pensi lui a mettere la pummadora ‘n coppa.

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