venerdì, Giugno 20, 2025 Anno XXI


La sconfitta contro la juve fa male, forse più che la sconfitta in quel di Siena.
Dovevamo vendicare il furto perpetrato all’andata quando, un controfallo laterale, permise a Del Piero & company di pareggiare quando già si pensava di avere la vittoria in tasca.
Ma così non è stato e Del Piero, ancora una volta, ha mandato a segno un tiro su punizione che difficilmente sbaglia, Lui non sbaglia, noi di errori ne facciamo, oramai, tanti.
Ed allora mi chiedo: “Dov’è finita quella Roma che conoscevamo? La Roma delle dieci vittorie consecutive, pur senza il Capitano; la Roma nella quale segnavano, indistintamente, tutti; la Roma che rifilò quattro pappine alla juve col Capitano che faceva il famoso gesto: zitto, 4, a casa”!!!
Tornerà quella Roma che ci emozionava, ci esaltava, ci inorgogliva?
Certo, la mia Roma mi emoziona, esalta, inorgoglisce sempre e comunque ma mi lascia anche tanto amaro in bocca perché, ultimamente, la sto vedendo svogliata, confusionaria, sconclusionata quasi fosse appagata e quindi ormai deconcentrata e senza più la voglia o il bisogno di lottare.
Ma il campionato non è ancora finito, i risultati non sono ancora stati conseguiti ed ancora non si è vinto nulla per la qual cosa ci si può sentire appagati!!!
C’è ancora un 2° posto da difendere, una C.L. da conquistare ed una Coppa Italia da riconfermare. In che ottica affronteremo tutto ciò?
Coloro che ci avevano illuso che potessimo raggiungere alte vette, si stanno spegnendo come la fiammella che crepita sull’ultimo mozzicone di candela ed il Capitano, pieno di acciacchi e di problemi, si ritrova solo a dover combattere ma non ce la fa a sostenere la battaglia senza l’aiuto dei compagni.
Quale la causa? Di chi la colpa? Non voglio fare il processo alle intenzioni, non ne sono all’altezza e non potrei fornire delle risposte, vorrei solo che coloro che indossano la maglia porpora e oro si scrollassero da questo torpore e si ricordassero chi sono e per chi “dovrebbero” giocare, lottare e possibilmente vincere.
Sapevamo che sarebbe stato un periodo difficile, pieno di impegni da non sottovalutare. Non mi sembra che ci stiamo mettendo la grinta giusta.
Essere romanisti significa dover sempre soffrire? Dover sempre camminare sulla lama di un rasoio? Io sono pronta ad affrontare tutto ciò ma vorrei che anche coloro che mi rappresentano fossero pronti e consapevoli che nulla si conquista con facilità, nulla ti è dovuto. I risultati vanno conseguiti con umiltà, lavoro, sudore, perseveranza ed amore. Si, anche amore perché solo amando si superano le difficoltà e la fatica. L’amore per la maglia che si indossa e l’amore per i tifosi che non abbandonano mai la propria squadra, soprattutto quando essa si trova in difficoltà. Ma deve essere una cosa reciproca, non un amore a senso unico.
Vorrei che tornasse quella Roma, la mia Roma.
Io sono qui ed attendo fiduciosa, cercate di non deludere le mie, le nostre aspettative.
Cercate di tornare con i piedi per terra, ci sarà tempo per vagare tra le nuvole!!!
Ma non è questo il momento.

LUPACCHIOTTA CARLA