mercoledì, Maggio 07, 2025 Anno XXI


Immagino che in questo momento Alberto Aquilani sia in volo per l’Inghilterra, piangendo da un occhio per quello che lascia a Roma, gioiendo dall’altro per quello che va a trovare nella città dei Beatles.
C’è una canzone dei cantanti di Abbey Road, la più bella a mio parere, che si intitola “All you need is love”, per i lazieli, “tutto ciò di cui hai bisogno è amore“,
un concetto che ultimamente va a cocciare con gli stereotipi del calcio di oggi, dei vari Perez (c’è la sua mano anche nell’addio di Alberto, seppur involontariamente), Raiola e Ibrahimovic.

Eppure non mi sento di condannare Alberto, di metterlo alla pari con i signori sunominati.

Ecco perchè continuo ad immaginare che, mentre sto qui a scrivere, a tagliare e ricucire parole, Alberto Aquilani passeggiando per Liverpool avrà ancora negli occhio il Cupolone, il Colosseo e Piazza di Spagna, e mi piace anche immaginare che entrando ad Anfield Road avrà ancora l’Olimpico negli occhi, e che al posto dei “Come on, Alberto!” della Kop sentirà ancora i “Daje Albè!” della Curva Sud.
Che poi i 20 milioni inglesi ci facciano comodo, che Alberto non è poi il fenomeno che si dipinge, che è meglio venderlo agli inglesi che non ai milanesi, sinceramente non m’importa.

Aquilani non è mai stato Totti, nè De Rossi, cioè non è mai stato una bandiera insostituibile, uno di quei giocatori che adori fin da bambino, anzi è stato proprio Daniele a dare la giusta definizione dell’amico: “un campione del quale ci siamo dimenticati”.
Alberto è un figlio di Roma, per questo quando ho letto del suo addio non sono andato a prendere la calcolatrice per fare i conti…due più due fa quattro, e l’amore è eterno… finchè dura.

There’s nothing you can do that can’t be done

There’s nothing you can make that can’t be made

…dicono i Beatles, i romani invece dicono: “Daje Albè, spacca tutto“, sono sicuro che Alberto, mentre indosserà per la prima volta quella maglia rossa, ma non GIALLOrossa lo dirà a se stesso: “Daje Albè, spacca tutto“.

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