venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


Devo dire che ultimamente non c’è molto da scrivere per noi romanisti che ci mettiamo di tanto in tanto alla tastiera. Nella calma piatta che sta caratterizzando questa estate calcistica si divertono solo due categorie: i tifosi del Real Madrid, e quelli che di mattina se svegliano con un nome in testa, accendono il pc e lo accoppiano con la prima squadra che gli viene in mente, aggiungendo pure qualche espressione tipica come “secondo fonti molto vicine”, “per fare cassa” ecc. ecc.
Il lavoro è semplice, e molto meno dispendioso. Ti viene in mente Vucinic, oggi ci metti vicino il Chelsea, domani l’Arsenal, dopodomani il Milan. Io però, che sò salmone, e me piace annà controcorrente, oggi ho voglia di scrivere una storia, che ultimamente piace tanto raccontare a chi di calcio ne capisce, almeno teoricamente.
C’era una volta una squadra che nasceva per contrastare il gelido vento del Nord, nasceva a Roma, la città eterna, e non poteva che prendere i colori della urbe. Il rosso sangue e il giallo oro. Questa squadra ci mise anni per emergere, per diventare importante nel calcio italiano ed internazionale, e non con poche difficoltà, visti gli inciuci che nel frattempo si consumavano a Milano e Torino.
Finita la prima era degli inciuci (perché quelli, nun se finiranno mai) questa squadra, che per comodità chiameremo AS Roma, comincerà appena a farsi notare, a livello anche internazionale, portando i colori dell’Italia in giro per l’Europa.
Mentre l’Inter, con i petrol-EURI del padron Moratti, ha 1 solo giocatore nell’Italia Campione del Mondo, la squadretta giallorossa ne ha 3.
Mentre l’Inter accumula scazzottate da Far West in stile Valencia, figure demmerda, come i pareggi con l’Anorthosis (chi?), le sconfitte con il Panathinaikos, il Werder Brema, il Fenerbahce, la Rometta trionfa a Lione, contro i campioni di Francia, al Bernabeu contro i campioni di Spagna, contro il Chelsea (che fattura il quadruplo della stessa Roma annualmente), contro il Valencia, e anche quando, la figura demmerda la fa, in Inghilterra, in uno stadio di 70.000 spettatori si sente solo una canzone, che dice “…unico grande amore, de tanta e tanta gente, che fai sospirà”.
Ma tutto questo non basta, perché anche se fuori dall’Italia, la Rometta viene vista come un modello da seguire (com’è che da quando l’ha tirato fuori Spalletti, mò state tutti con il 4-2-3-1?), in Italia non ha senso. Così, nell’anno domini 2008, per volere dell’altissimo signore, lo scudetto va all’Inter, trascinata da una grande squadra, comprendente (tra gli altri) Rosetti, Farina, Rizzoli e Orsato. Da quel momento in poi, la Rometta non si riprende più, e la tiranna, figlia del tiranno, che comanda a Roma, la porta alla rovina, vendendo tutti i pezzi migliori, Vucinic, Aquilani, De Rossi, Brighi, Juan, Mexes, e fregandosi tutti i soldi, tenendoli per se. Così…mentre la Roma affonda nei meandri della Serie C, o forse della Serie D, si aspetta il grande eroe, il messia vestito di azzurro (uhm…celestino chiaro chiaro forse?), con il nome da barbaro (VINICIO) e la cravatta da avvocato.
Questa è la storia che vogliono raccontarci, che vogliono raccontare ai loro nipotini, che vogliono rendere vera, e che gran parte del popolo giallorosso sta “adottando” (involontariamente o no). Ma non è la vera storia, la storia della Roma, che poi è la NOSTRA storia, dice che 82 anni fa non nasceva una squadra di calcio, nasceva un amore, un’amica, una sorella, una mamma, una nonna, che non ci lascerà mai…e mentre leggo i giornali, che buttano chili di pessimismo sul nostro futuro, mi viene in mente una cosa. Che in fondo, noi non abbiamo ancora venduto nessuno, e se proprio, questa cessione eccellente ci sarà, non sarà la prima e neanche l’ultima. Perché i nostri colori, la nostra fede, non si quota in borsa, non è in mano a nessuna banca, non ha un procuratore, e soprattutto NON SI VENDE.
Auguri Roma, unico grande amore.

Ben’s Blog