domenica, Maggio 11, 2025 Anno XXI


“Quando nasce un amore
non e’ mai troppo tardi
scende come un bagliore
e’ una stella che guardi
e di stelle nel cuore ce ne sono miliardi […]
Quando nasce un amore”

Il destino ineluttabile si era compiuto col tiro di Tonetto. Sergio sprofondo’ nel divano, dopo aver seguito la lotteria (nessuno ha mai coniato migliore descrizione) dei maledetti rigori.
Non si capacitava del fatto che i giovani dell’Arsenal non avessero rispettato la logica, la storia. Non avevano capito che si sarebbero dovuti far da parte per far si’ che un sogno atteso 25 anni potesse esaudirsi.
Inutile cercare al momento capri espiatori tra Tonetto, Julio Baptista, Vucinic, Panucci e Spalletti.
La squadra aveva finalmente giocato una gran partita e cio’ bastava.
Ma non era possibile coricarsi con tutta quell’adrenalina in corpo, ne’ era auspicabile seguire la serie d’interviste che sarebbero state recepite come un’ulteriore serie di coltellate.
Era il momento di tirare le somme di questo ciclo e vedere come ripartire.
Aldila’ del fatto che ci fosse ancora un quarto posto da raggiungere.
Sergio non poteva esimersi dall’essere pignolo e analitico e allo stesso tempo tifoso. Avrebbero detto di lui “tifoso obiettivo” se la cosa in sé non fosse suonata contraddittoria.
La mente ando’ subito alla stagione iniziata con Prandelli e finita coi brandelli di Bruno Conti.
Seppur con qualche problema, diciamo cosi’, burocratico, la Roma aveva ingaggiato Luciano Spalletti da Certaldo. La cui ricetta fu il lavoro, il raspare, a partire da se stesso.
Erano seguite stagioni con gioco altamente spettacolare, record, risultati e trofei, questi ultimi purtroppo sempre rari a Trigoria. Tutto questo in pieno Calciopoli e post-Calciopoli, cioe’ tra la cupola di Moggi e quella, ongoing, di Moratti.
Non voleva sembrare ingeneroso ne’ ingrato, visto che aveva concluso che Spalletti aveva terminato la sua parabola.
Era giusto rendergli il merito di aver lavorato in una societa’ che aveva mezzi economici limitati, con campi poco attrezzati, e dedita ancora all’improvvisazione in alcuni settori.
La sua filosofia, la sua mentalita’, la cultura del lavoro, il pensiero positivo, l’organizzazione di un gioco entusiasmante. La Roma che sembrava un pugile: incassava, barcollava, non mollava e vinceva. Un capolavoro. Il capolavoro di Spalletti.
Il rapporto si e’ incrinato la notte di Manchester, quando e’ diventato palese che l’ostinazione a utilizzare un modulo l’aveva vinta sulla logica. Ma ancora sotto l’effetto delle frecce di Cupido, non ci eravamo accorti che l’amore aveva cominciato la sua parabola discendente.
Ma questa e’ anche la legge del calcio, dove i cicli durano qualche stagione ovunque e di Sir Alex Ferguson se ne contano un paio ogni secolo.
Poi, come ad una compagna alla quale non si concede piu’ alcuna chance di redimersi, e’ cominciato un processo di critica costruttiva e i nodi sono venuti al pettine tutti insieme, nella stagione 2008/09.
Il Sacro Muro di Corederoma, il cuore pulsante del sito, in questa stagione ha rischiato di passare per nemico dei colori giallorossi, solo per aver iniziato un’analisi degli errori del tecnico. Cio’ contrasta con l’opinione generale e la reputazione di Spalletti che trova ancora credito in gran parte della tifoseria e, oggi meno, tra la stampa.
Eppure ci si dimentica(?) che non ci sono state ventilate dimissioni dopo una serie incredibile di rovesci a inizio stagione; non si e’ visto mai piu’ il gioco avvolgente (a parte 10 minuti a Palermo); partite iniziate col dominio territoriale sono finite in tragedia dopo che gli avversari avevano apportato le debite contromisure (mica bischeri ad oltranza!); partite gia’ “chiuse” sono state riaperte e vinte dagli avversari in maniera incredibile; lo sguardo perso nel vuoto o a contare le formiche come sintomo di disfatta imminente.
Non c’era alternativa, purtroppo. Per ovvi problemi economici e anche tecnici (l’unico disponibile era Novellino ?). A questo si sono aggiunte incomprensioni tra e con lo staff tecnico e medico, una preparazione che dire sbagliata e’ un eufemismo, giocatori in forma dopo sei mesi e altri divenuti malati cronici. I superstiti si sono immolati giocando in condizioni fisiche precarie e qualcuno ha pagato a caro prezzo.
Il carattere permaloso e una certa presunzione hanno portato alla rottura anche coi giocatori, a partire da un’altra testa calda come Panucci. E il bene della societa’ non ha mai prevalso, con il giocatore fuori dalle liste Uefa e quindi assente a Londra.
I giovani non piu’ lanciati e rivalutati ma nascosti, la psicologia distruttiva nei confronti di Loria, la mancanza di sostegno ai nuovi arrivi.
Sergio penso’ che, a posteriori, Spalletti avesse visto giusto nel chiedere Mutu (ma a quale prezzo ?) , confermati i problemi fisici del Capitano.
A questo punto ando’ in cucina e si preparo’ un thé. L’occhio si poso’ sulla data di scadenza della bustina: 31/5/09. Senza appello.

“When I look into your eyes
I can see a love restrained[…]

‘Cause nothin’ lasts forever
And we both know hearts can change[…]

We’ve been through this such a long long time
Just tryin’ to kill the pain
But lovers always come and lovers always go
And no one’s really sure who’s lettin’ go today
Walking away[…]

I know it’s hard to keep an open heart
When even friends seem out to harm you
But if you could heal a broken heart
Wouldn’t time be out to charm you”