sabato, Maggio 10, 2025 Anno XXI


Giacomo Bulgarelli era il Bologna. Faceva parte di quella “generazione di fenomeni” insieme a  Rivera,Mazzola,De Sisti,Juliano,Capello e che veniva dalla grande scuola degli Anni 60 pieni di stranieri di altissimo livello accanto ai quali crescere rubando segreti con gli occhi.
Ho avuto la fortuna di vederla giocare questa generazione,forse verso il crepuscolo,quando il nostro calcio tecnico ormai veniva spazzato via dal “calcio totale” della meravigliosa Olanda di Rinus Michels che aveva nell’Ajax il suo zoccolo duro.Ed anche dalla fortissima Germania che coniugava grande tecnica e cinismo unite ad una preparazione atletica curata nei minimi dettagli e che in quegli anni si permetteva il lusso di tenere fuori Gunther Netzer per far giocare Wolfgang Overath più gradito al blocco Bayern Monaco di “Kaiser”Franz Beckenbauer ma che aveva bisogno anche dei grandi giocatori del bellissimo Borussia Moenchengladbach di Udo Lattek come Berti Vogts e Rainer Bonhof,uno dei più completi centrocampisti mai nati in Germania.

Bulgarelli era uno degli Anni 60 che aveva vinto uno scudetto incredibile,l’unico deciso da uno spareggio, contro l’Inter di Herrera all’Olimpico di Roma con “Fuffo Nostro” allenatore di quella squadra che giocava così bene da fargli un giorno esclamare che “così si gioca solo in Paradiso”.

Negri Furlanis Pavinato Tumburus Janich Fogli Perani BULGARELLI Nielsen Haller Capra, quest’ultimo in campo per l’assenza di Ezio Pascutti,bomber principe di quel Bologna . L’idea di Bernardini fu quella di Capra, un terzino, all’ala sinistra per fermare Jair.E fu la mossa vincente.Il Bologna dominò e vinse meritatamente,secondo quanto raccontano coloro che quella stagione segnata da un presunto “scandalo doping” che avrebbe avuto come protagonisti 5 giocatori rossoblù poi in seguito completamente scagionati,se la ricordano e ce l’hanno raccontata con tutti i particolari che noi oggi quarantenni ascoltavamo all’epoca come racconti di un’epoca leggendaria.

Poi Giacomo Bulgarelli divenne,come Capitano della Nazionale, il simbolo del fallimento dei Mondiali del 66 in Inghilterra. Edmondo Fabbri puntò sul blocco del Bologna che aveva in Bulgarelli la sua “mente”.Purtroppo nella partita contro l’Urss il ginocchiò subì una brutta distorsione ma Fabbri lo schierò ugualmente contro la Corea del Nord considerandolo insostituibile. Dopo 36 minuti il ginocchio cedette e la Corea in 11 contro 10 segnò dopo soli 4 minuti e fu “Corea”…Che poi dopo soli due anni fosse presente nella rosa che vinse l’unico Europeo della nostra storia pochi se lo ricordano.

La maglia del Bologna non aveva le strisce di quella del Catania e non era a quarti come quella del Genoa ma a grandi bande verticali rossoblù.Era molto bella ma ancora di più lo era la seconda maglia,quella che di solito indossava all’Olimpico contro la Roma.Maglia bianca con banda trasversale rossoblù,calzoncini blù,calzettoni bianchi con bordo rosso.

 Ho visto giocare Bulgarelli contro la Roma tre volte a Bologna e diverse altre all’Olimpico,sempre nel centro dell’azione,spesso duro,come quella volta nel febbraio del 74 al “Comunale” che in uno scontro di gioco azzoppò Santarini che uscì a braccia accompagnato dal mitico Minaccioni negli spogliatoi verso la fine del primo tempo di una gara che terminò 0-0.

Era un giocatore di gran classe e da osservare in campo con grande attenzione ed ammirazione Giacomo Bulgarelli,ma era soprattutto per me e per quelli cresciuti a pane e figurine Panini,il capitano del Bologna,uno di quelli che c’erano sempre.