venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


“Tesoro, tira su la serranda”, “amore, l’ho fatto mezz’ora fa”… Quando la domenica mattina inizia così, a Roma, sai che non sarà una gran giornata, il cielo plumbeo come ad onorare chi, lasciata la famiglia per andare al lavoro, assurdamente non c’è più. Per chi si è meravigliato, e sconvolto, che il carrozzone calcio è continuato dopo la morte di Gabriele S., si consoli, le alte cariche dello Stato invece di rendere il doveroso omaggio alle famiglie distrutte nell’incendio di Torino se ne sono andate alla kermesse Wagneriana, sbrigando, tra uno zibellino e un visone, la formalità del minuto di silenzio.
Arriverà il tempo dei funerali di stato, di lacrime e sdegno di circostanza, dello sciopero di categoria, poi piano piano tutto tornerà come prima, peggio di prima… un film già visto.
E meno male che i presidenti di Camera e Senato sono due ex-sindacalisti, mi sa che negli ultimi trent’anni l’unico lavoro che hanno tutelato è il loro. Nella mia vita non ho mai incontrato figli di sindacalisti disoccupati, ma molti impiegati con ottimi posti nelle società ove i genitori difendono gli interessi dei lavoratori, ma è sicuramente un caso.
Se parlassi il vernacolo direi “alli zoppi pedate negli stinchi.”
Amare riflessioni che non mi appartengono.
Trasferta quella di Livorno simile alla precedente, città portuale e senza tifosi al seguito, il grosso almeno. E siamo secondi a tre punti… Dal “siamo tutti parrucchieri” al “siamo tutti assenteisti”, evoluzione del calcio moderno.
“You’ll ever walk alone” il nuovo inno della Sud, tutto intorno il sistema si sfrega le mani e, se lo scopo dei dissidenti era quello di dare una scrollata ai soporiferi burattinai, il risultato è che si sono scansati e hanno continuato la loro insulsa gestione. A voi le conclusioni.
Se amate la Roma veramente, sappiate che sta andando in giro per l’Italia sola soletta, in balia di arbitri molto distratti (anche se non si può dire, altrimenti addio coppa disciplina) e tifosi avversari più beceri del solito… ma voi ce la mandereste da sola in giro la vostra ragazza anche se è un po’ che non ve la dà?
Nella città di Carlo Azeglio, vincere sarebbe stato meglio.
Ma non sarebbe stata la Roma, quando sei in perenne attesa di buone notizie dagli altri campi ecco che sei proprio tu a fare il passo falso. Maremma maiala direbbero da queste parti. Spinelli senza impermeabile giallo è l’unico miracolo al “Picchi” e i sogni si infrangono come le onde nel porto.
Tu chiamale, se vuoi, distrazioni. Ma sono costanti e costano care. L’Inter allunga, inesorabile. E se ha potuto beneficiare ancora una volta di un generosissimo rigore, come se ne avesse bisogno, noi ci siamo trovati a dover subire, come a Genova, un arbitraggio poco fortunato. Per equilibrare il torneo dovrebbe accadere il contrario. Quando mai, abbiamo pure lo sponsor… sbagliato.
Ora ricomincerà la nenia, si farà a gara nell’urlare che bisogna ancora crederci, si invocheranno nuovi doppi passi falsi, si stileranno tabelle.
Non è questo, non per noi. Perché ci crediamo sempre e sempre sosterremo i nostri colori. 5 o 50, sempre numeri sono.
Vorremmo che fosse così anche per loro, e i continui cali di tensione danno l’idea che non sia così. Ci piacerebbe tornasse l’antico raspare e il vedere un mister meno triste, sconsolato e rassegnato in panchina.
In fondo è Natale, sognare si può.

Il banale