venerdì, Aprile 19, 2024 Anno XXI


L’Accademia Romanesca nasce dall’iniziativa di alcuni appassionati con l’intento di divulgare gli studi e le ricerche effettuate sulla cultura e sul linguaggio del popolo di Roma.

Perché “del popolo” ? Perché il fatto di essere popolare identifica la cultura “romanesca” e la differenzia da quella “romana”. Dal dialetto alle tradizioni, esistono grosse diversità, non solo economiche e culturali, tra il popolo e le classi “colte”: nei secoli il linguaggio di quella che era la nobiltà, poi la borghesia, infine il “generone”, si è sempre diversificato da quello “della strada”. Ma è proprio a quello che l’Accademia si rifà, in quanto ritenuto il più vero, immediato e spontaneo: il linguaggio dell’emotività.

Lo scopo principale dell’Accademia è quindi quello di divulgare e rendere accessibile a tutti il dialetto “romanesco”, attraverso la lettura e lo studio dei testi dei migliori autori dialettali del passato e del presente.
La scelta di usare un linguaggio “popolare” di uso comune, porta come conseguenza la adozione di un “codice dialettale” usato, ma soprattutto compreso, da chi tutti i giorni contribuisce a plasmare questa meravigliosa lingua che è il dialetto.
L’Accademia ha deciso di adottare quello che è il dialetto attuale (attenzione: il dialetto e non il “gergo”), sicuramente più vicino a quello di Trilussa che non a quello di Belli.
La divulgazione da parte dell’Accademia di tutto ciò che concerne la cultura di Roma è una componente essenziale per comprendere l’evoluzione della società popolare di questa città unica.

Per saperne di più sull’Accademia Romanesca e partecipare alla sua vita è possibile collegarsi al sito http://www.accademiaromanesca.it oppure compilare il format cliccando qui.

Ma come per magia, caliamoci improvvisamente nel passato. Roma 1830, mese di ottobre … una citazione Storica presa dal libro: La Roma di Bartolomeo Pinelli nelle più belle incisioni del «Pittor de Trastevere», commenta un’incisione del pittore raffigurante un’esibizione poetica tra popolani in un’osteria di Testaccio in piena età papalina !

citazione : La passione del popolo romano per il canto e la poesia era proverbiale. Durante la bella stagione e soprattutto in ottobre, tutte le domeniche sera, nelle osterie all’aperto, a Trastevere, ai Monti, alla Regola o nelle osteria FORI PORTA, si radunavano venti o trenta amici, uomini e donne, e li, su due piedi, si tenevano interminabili gare poetiche fra due o tre improvvisatori popolari, che si sfidavano fra loro, a botta e risposta, producendosi in esibizioni poetiche e canore su tutti gli argomenti: sulla storia romana, sulla storia greca, sulla Guerra di Troia, sulla mitologia, sulla storia sacra, sui paladini di Francia.
Un CALASCIONE o un mandolino accompagnavano i versi in ottava rima, che erano cantati, con voce generalmente intonata e armoniosa, dai due o tre poeti improvvisatori. Il Pubblico ascoltava in religioso silenzio e con commossa partecipazione quelle STORIE cantate in ottava, al modo degli antichi aedi popolari, e parteggiava per l’uno o per l’altro degli sfidanti. A volte queste omeriche sfide poetiche duravano anche due o tre giorni di seguito, senza che gli sfidanti ripossassero neanche la notte. I poeti, nella foga del canto, si accaloravano sempre più, passando abilmente da un argomento all’altro, a seconda dell’ultima battuta dell’avversario. E quelli che li stavano a sentire, per ore ed ore, senza mai stancarsi, li acclamavano volta per volta, alla fine di ogni battuta.

Bartolomeo Pinelli - Il Poeta improvvisatore a Testaccio nel mese di ottobre disegni e i inc 1830

Bartolomeo Pinelli - L'improvvisatore popolare

Bartolomeo Pinelli – Il Poeta improvvisatore a Testaccio nel mese di ottobre.
Disegni e i inc. 1830