venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


CopertinaCdR-Cordoglio

da forzaroma.info

La responsabilità penale è personale e deve essere ricondotta alle azioni del singolo. La Cassazione ha annullato senza rinvio 5 anni di obbligo di firma inflitti dal Questore di Catania a 21 ultrà del Bologna

Il solo fatto che gli ultrà si muovano «in gruppo» non basta per affibbiare a tutti, a prescindere dall’individuazione delle singole responsabilità, l’obbligo di firma nel caso di «condotte violente». Si è rivolta così la Cassazione di fronte ai questori per porre un freno al Daspo collettivo. Come riporta l’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” la Suprema Corte ha annullato senza rinvio 5 anni di obbligo di firma inflitti dal Questore di Catania a 21 ultrà del Bologna perché nel bagagliaio del loro pullman prima dell’incontro Catania-Bologna del 6 dicembre 2014, campionato di B, erano stati trovati manganelli, coltelli, razzi e materiale pirotecnico.
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Eccoci all’inizio di una nuova avventura della nostra amata Roma. Quest’anno tranne qualche insensata dichiarazione non si nomina la parola scudetto e questo è già un fattore positivo.

Per ora la Juventus sembra altra pasta, inarrivabile, irraggiungibile, ed è forse proprio per questo che con molta serenità abbiamo una pazza voglia di stringerci intorno al lavoro di Mr Spalletti.

Senza se e senza ma, gridiamo con forza daje Iturbe daje Dzeko, daje Gerson, insomma vecchi e nuovi arrivati, daje Roma ! Continua >>

da lultimaribattuta.it

La vergognosa scritta su De Falchi apparsa a Napoli

Si riferisce alla tragica fine di Antonio De Falchi, quello che da stanotte campeggia sul lungomare partenopeo

“C’è chi muore da leone e chi scappando… da codardo gli si spacca il cuore…”, con scritto Antonio De Falchi al termine dell’ingiurioso messaggio.

La prima parte della frase, immaginiamo, si riferisca alla morte di Ciro Esposito, ma la squallida allusione con cui si racconta la morte per infarto del tifoso romanista Antonio De Falchi, deceduto a Milano il 4 giugno 1989, è proprio vergognosa.

Come d’altronde il colore giallorosso con cui è stata vergata la parola “codardo”, un aggettivo affibbiato ad un ragazzo la cui unica colpa è stata quella di fuggire da un gruppo di ultras milanisti che di sicuro non lo volevano accarezzare.

Quelle di Ciro Esposito, Antonio, De Falchi, Vincenzo Paparelli e di tanti altri sono morti che non andrebbero derise né strumentalizzate. Ma ricordate con rispetto, al di là di come siano avvenute. In tanti le piangono, in primis le madri, e trasformarle in un argomento per darsi battaglia o per rinfocolare rivalità calcistiche è veramente di una piccolezza che si colora di tinte macabre.

Con le morti, ricordiamocelo, non si scherza.