da repubblica.it
Prima di Roma-Milan l’attaccante giallorosso tra campo e vita privata: “Vorrei indietro la mia adolescenza, vivere quello che ho perso”
È vero: sembra un cantante grunge. Codino, occhiali, bracciali. Pablo Daniel Osvaldo, 26 anni, 12 gol stagionali, attaccante della Roma. Forte in tutto, rapido anche nelle reazioni. Un amante veloce: sei squadre in sei anni. Mai riconfermato. Un moto a luogo. “È vero, mi piace cambiare, penso sempre che la felicità sia altrove”. Per la prima volta affronta il secondo campionato nella stessa società. Un ragazzo affascinato dal mondo noir dell’adolescenza: i pirati, i cattivi, la bandiera stracciata. Nella vita: un papà con tre figli, che non vivono con lui. In mezzo: la fuga da se stesso. “Non volevo essere Che Guevara. Anzi sognavo di amare una donna sola, di crescere una sola famiglia, di vivere nello stesso posto. Ci sono giorni in cui mi sento triste, vorrei essere un’altra persona, perdermi nel mondo. Ho nostalgia dell’Argentina, di Baires, di Lanus: della mia adolescenza. Vorrei riaverla indietro, vivere quello che ho perso, tornare ad essere un ragazzino”. Continua >>
|