venerdì, Luglio 18, 2025 Anno XXI


da Corriere dello Sport – asromalive.com

Ecco l’articolo di Francesco Totti sulle colonne del Corriere dello Sport:

Francesco TottiLe ultime due giornate di campionato ci avevano offerto due grandi opportunità per poter arri­vare alle posizione di vertice della classifica, ma per motivi diversi siamo riusciti a portar via solo un punto dalle due trasferte. Contro il Palermo non abbiamo giocato una gara all’altezza delle nostre possi­bilità, abbiamo affrontato una squadra ben organizzata che ci ha puniti nel secondo tempo, mentre quella con il Chievo è stata una partita strana, soprattutto per le condizioni del terreno di gioco, che ci ha penalizzato perchè in questi casi la squadra più tecnica è quel­la che subìsce più danni. Un cam­po totalmente impraticabile, sul quale si sono disputate nell’arco di dieci giorni una partita di rugby e tre di calcio. Un campo pieno di insidie, che rappresentava un peri­colo per i giocatori in campo. Ci siamo trovati in vantaggio di due gol, ma non siamo riusciti a gesti­re questo vantaggio nella ripresa. Un’eventuale vittoria avrebbe per­messo di fare un bel salto in avan­ti in classifica. Certo, diventa diffi­cile da spiegare come sul 2-0 si può essere rimontati, ma le motivazioni possono essere tante. Il pareggio è arrivato a causa di episodi negati­vi e soprattutto per le condizioni del campo, che ci ha impedito di gestire la partita con il possesso palla durante il secondo tempo. Oggi ci attende una trasferta in­sidiosa in Romania, dove si decide la qualificazione agli ottavi di finale di Champions. Superare il turno significherebbe centrare un obiet­tivo prefissato all’inizio della sta­gione e poi potremmo concentrar­ci fino a febbraio solo sulle prossi­me giornate di campionato. Le nomination del Pallone d’oro di quest’anno di Messi, Inie­sta e Xavi, che provengono dal set­tore giovanile del Barcellona, cre­do stiano a testimoniare un ulterio­re successo per una squadra stella­re e storica allenata dall’amico Guardiola, che per un anno è stato mio compagno di squadra, cresciu­to anche lui nello stesso club. Mi auguro che tutte le squadre italia­ne rimaste vadano avanti nelle coppe internazionali, per poter re­galare ancora ai massimi livelli ai tifosi lo spettacolo della Cham­pions League.

CONFERENZA STAMPA

Parlanno deli scazzi de Totti co Borriello
Er sor Claudio Ranieri in conferenza stampa Continua >>

da forzaroma.info

Ettore Viola continua il giro delle dichiarazioni riguardanti il futuro della Roma e la sua convinzione che il gruppo Angelucci sia l’unico realmente in corsa per comprare la Roma, cassa di risonanza stavolta la trasmissione di Centro Suono Sport “Tana Libera Tutti”.

Ettore ViolaConferma che Angelucci e il gruppo Tosinvest siano gli unici, realmente, interessati alla Roma? Confermo e sottoscrivo. UniCredit sta cercando un imprenditore a cui vendere la Roma, e Angelucci è il solo a essersi appalesato ed aver presentato un’offerta vera e concreta. Non vedo, quindi, perché non si possa dare alla famiglia Angelucci la possibilità di gestire la Roma. Credo, in ogni caso, che un imprenditore romano, di cui si conosce l’indirizzo, alla guida del nostro club non sia una brutta cosa, anzi. Sarebbe più facile da tenerlo sotto controllo.

I tifosi romanisti hanno paura del passato poco chiaro di Angelucci, vedono un secondo Ciarrapico. Lei che ne pensa? Non credo che sarà un secondo “re delle acque minerali”. E’ normale che qualche perplessità sul suo nome possa esserci, ma ritengo che sia una persona seria e affidabile sotto tutti i punti di vista. In ogni caso, sarebbe un presidente con tutti i crismi e potrebbe agire, diversamente dall’attuale immobilismo.

Non vede analogie con il passaggio da Viola a Ciarrapico? No e lo ribadisco con forza. La famiglia Angelucci ha tutto per fare bene nel solco dei Viola e dei Sensi. Potrà progettare e fare qualcosa di buono per la Roma, come una campagna acquisti, operazioni di marketing e lo stadio nuovo. Un progetto, che come tutti sanno, stava molto a cuore a papà e per il quale venne sempre ostacolato, tanto da essere l’unico presidente della Roma a ricevere lo sfratto dall’Olimpico. Cosa per la quale richiedemmo un risarcimento, che la Roma ottenne solo con il passaggio a Ciarrapico.

Il tifoso romanista, però, sogna il magnate straniero.. E rimarrà un sogno. Nessun “forestiero” ha presentato offerte per la Roma, forse perché il campionato italiano ha meno appeal di quello inglese, spagnolo o tedesco. Diamo, nel caso in cui sarà presidente, ad Angelucci una possibilità, anche perché, come ho detto, sapremo dove trovarlo nel caso in cui le cose non dovessero andarci bene. In conclusione, quando arriverà il nuovo presidente, mi riaffaccerò a Trigoria dopo più di vent’anni.

da forzaroma.info

È in edicola l’ultimo numero dell’anno de “laRoma”, la Rivista Ufficiale dell’A.S. Roma! Il personaggio-copertina di questo mese è il “Magico” Jeremy Menez.

Jeremy MenezE’ il giocatore che più si sta mettendo in evidenza nella Roma che si sta riaffacciando alle posizioni di vertice del campionato e che, dopo il trionfo dell’Olimpico contro il Bayern Monaco, punta decisamente al passaggio agli ottavi di finale di Champions League. “Il francese funambolico che fa impazzire il mondo” si racconta in una lunga e interessante intervista. Eccone un estratto:

Come vivi questo “magic moment”? Più la gioia o più il peso della responsabilità sempre maggiore sulle tue spalle? «Io sto molto bene adesso: rispetto a due anni fa, quando ero appena arrivato qui a Roma, sono cresciuto molto, non solo come giocatore ma anche come uomo… e credo la maturità che sto acquisendo giorno dopo giorno si rifletta poi positivamente anche sul campo di gioco».

Per te è la terza stagione romana, ma sin qui le tue interviste si contano sulle dita della mano. Non parli per timidezza o perché sei molto riservato? «In realtà io come abitudine non parlo molto con la stampa: ma non è appunto una novità, già in Francia avevo scelto questa linea. Il fatto è che alcune volte, in passato, sono state travisate alcune mie affermazioni, anche qualche settimana fa, quando sono state riportate male alcune mie dichiarazioni nel post partita contro l’Udinese… niente di particolare, ma mi spiace vedere scritte cose che non ho detto».

Tornando al calcio, questa tua terza stagione in giallorosso è la prima che inizi probabilmente sin da subito con il piglio giusto… cosa è cambiato in te? «Due anni fa, quando sono arrivato qui a Roma, l’ambientamento, com’è ovvio che sia, non è stato facile: nuovo paese, nuova lingua, nuova squadra e campionato da scoprire. In più ho avuto una fastidiosissima pubalgia che mi ha fatto saltare praticamente tutta la preparazione estiva. L’anno successivo sono partito meglio, anche grazie a qualche gol nelle gare estive di Europa League, poi, ovviamente, col cambio di allenatore, c’è stato un periodo naturale di adattamento alle nuove idee di mister Ranieri e alle sue metodologie di lavoro. Ma dopo un po’ di tempo ci siamo chiariti e parlati a fondo e quindi, già dalla seconda metà della stagione, sono andato meglio e ho dato un buon contributo alla causa. Quest’anno, poi, ho proseguito il cammino intrapreso nei mesi precedenti: anche il Mister mi ha caricato bene, dicendomi sin dal ritiro di Brunico che in questa stagione si aspettava un bel contributo da parte mia per la squadra e che puntava quindi su di me».

Con Ranieri, come tu stesso hai detto altre volte, hai raggiunto un bel feeling: dove è nato? «Dagli ultimi mesi dell’anno scorso, quando, dopo un primo periodo non esaltante, ci siamo parlati e abbiamo chiarito cosa voleva lui da me e cosa potevo dare io nella squadra da lui pensata. Ho capito da quel momento che faceva molto affidamento sulle mie capacità e allora sono entrato anche io nell’ottica giusta. Indubbiamente da quando ho sentito la fiducia sua e della squadra, in me è scattata la scintilla giusta».

Veniamo al ruolo: da trequartista hai detto che ti senti al meglio… «Sì, anche perché è un ruolo che ho già fatto sin dai tempi del settore giovanile, in Francia. A Roma ho giocato sia a destra che a sinistra, ma credo di poter rendere meglio in quella posizione. Non ero più abituato a fare il trequartista, ma mi sono bastate due o tre partite per riprendere al meglio le misure e ora mi sento di nuovo a mio agio in questo ruolo, da cui posso svariare a destra o sinistra a seconda delle situazioni».

Come giocatore, a chi ti ispiravi quando eri bambino? «A Zidane, in primis. E anche a Ronaldinho, che quando ero ancora a Parigi giocava nel PSG».

Veniamo all’attualità, Jeremy: nella corsa al titolo, viste anche le difficoltà di qualche grande come l’Inter e la Juve, credi che la Roma ha più chance dello scorso anno? «Sì, anche perché a livello di rosa siamo più forti, essendo arrivati giocatori importanti quest’estate. Le potenzialità per fare meglio dell’anno scorso ci sono tutte, ma noi però dobbiamo giocare sempre con la stessa intensità, come quella messa in campo negli ultimi incontri, perché altrimenti perdi anche con l’ultima in classifica».

L’ultimissima, rimanendo sempre in campo internazionale: a chi assegneresti il Pallone d’Oro? «Xavi o Iniesta: loro due per me sono stati i migliori in assoluto».