da Il Corriere dello Sport – vocegiallorossa.it

Claudio Ranieri ha scelto l’alternativa a John Arne Riise. Il nome preferito è quello di Giampaolo Bellini, trenta anni, da sempre all’Atalanta, appena retrocessa in serie B, un solo anno di contratto, possibilità di trattarlo senza dover pensare di spendere troppo oppure, ancora meglio, mettendo dentro la trattativa prestito o comproprietà di qualche giallorosso. Il procuratore del giocatore è Tullio Tinti, lo stesso di Luca Toni, i rapporti sono buoni, l’Atalanta è appena passata di mano dalla famiglia Ruggeri a Percassi, c’è aria di rinnovamento a Bergamo, ci sono insomma le premesse perché si possa arrivare a un accordo con il giocatore che difficilmente non gradirebbe l’eventuale trasferimento. Conferme in questo senso ieri sono arrivate proprio da Bergamo, dove è circolata con una certa insistenza la possibilità di uno scambio con Stefano Okaka, cosa però che al momento non ha trovato riscontro dalle parti di Trigoria, tanto meno a casa dell’attaccante giallorosso di rientro dal prestito al Fulham. L’alternativa, meno gradita a Ranieri che ha detto no a Gobbi, è un altro fiorentino, Manuel Pasqual, ventotto anni, nome che non dispiace dalle parti di Trigoria dove, si sa, sono alla ricerca di esterni per dare al tecnico quello che il tecnico ha richiesto. È un’operazione, però, che potrebbe avere un seguito solo se si dovesse toccare con mano di non poter raggiungere altri obiettivi, a cominciare da Bellini.

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L’agente di Nicolas Burdisso, Fernando Hildalgo, ha parlato a TeleRadioStereo della situazione del giallorosso: “Abbiamo raggiunto l’accordo con la Roma, con l’Inter non credo ci saranno problemi – ha dichiarato alla trasmissione 1927 – La prossima settimana parlerò con Inter e Roma, aspettiamo ancora per fare le giuste valutazioni. Non ci sono problemi con la Roma, troveremo l’accordo, siamo a buon punto. Non abbiamo approfondito molto, però non vedo assolutamente problemi. Dobbiamo lavorare di più sul fronte Inter: non credo che vorrà tenerlo, dopo ciò che hanno detto in passato. Vediamo se le loro condizioni andranno bene alla Roma”.
Sul presunto interessamento del Manchester City: “Per quanto riguarda l’offerta no, ma l’interessamento c’è, ho anche parlato con mister Mancini, che stima molto il calciatore”.

E così bisogna difendere Daniele De Rossi. Che fra l’altro si sa difendere benissimo da solo, e non solo in campo. Pare che in Italia si possa tranquillamente spendere parole indecorose sul Tricolore in più occasioni ed essere allo stesso tempo partito di governo; si possa continuare ad essere uomini in divisa anche dopo una condanna per una delle pagine più nere del Paese, quella del G8 di Genova, che umilia la stragrande maggioranza degli uomini in divisa rispettosi delle regole (a volte anche in modo eroico); ma se indossi la maglia azzurra, che magari al ministro leghista non piace come non piace al delfino-trota leghista che ha tranquillamente detto di non tifare Italia, allora non hai diritto di parola. Non puoi criticare uno strumento come la tessera del tifoso: magari è sacrosanto e il migliore del mondo, ciò non significa che non ci sia libertà di non condividerlo e di criticare con una battuta l’operato di alcuni poliziotti. Proprio perché le forze dell’ordine, in una democrazia, servono anche a difendere il diritto di criticare. Ieri il ministro Maroni è tornato alla carica: Daniele De Rossi andava punito. Magari potevano costringerlo a giocare nella “nazionale” della Padania.

Mauro Evangelisti