sabato, Maggio 04, 2024 Anno XXI


da Il Romanista – romacalcionews.it

John Arne Riise«Il traferimento di Mourinho al Real potrebbe avvantaggiarci». Parola di John Arne Riise, che pure durante le vacanze in Norvegia non dimentica la sua Roma. A uno che, quando era in Inghilterra, ha vinto praticamente tutto, la bella stagione disputata dalla formazione giallorossa non può bastare. Sì, si è entusiasmato nella rimonta, ha lottato, sudato, ci ha creduto fino alla fine. Ma, lo aveva detto anche qualche mese fa, voleva il campionato, l’Europa League, pure la Coppa Italia. Non è stato così per un soffio per colpa dell’Inter di Mourinho. Ora che il portoghese se ne è andato, la storia può cambiare. John ne è convinto. «Lui ha dimostrato di essere il miglior tecnico dal punto dei vista dei risultati – ha detto al quotidiano norvegese Dagbladet -. Senza di lui, noi saremo avvantaggiati». Poi sul rapporto del portoghese con la stampa italiana: «Da mio punto di vista, credo che, se ti poni in maniera umile e gentile, tutto vada per il verso giusto». Ma quello che importa di più ai romanisti è quel “saremo avvantaggiati”. Per capire cosa significhi questo vantaggio, basta fare due più due. Due, come i punti che sono mancati alla Roma per vincere lo scudetto. E se la partenza del tecnico nerazzurro sarà un vantaggio, significa che Thunderbolt pensa che adesso la Roma possa arrivare davanti a tutti, che l’anno prossimo il tricolore possa finalmente essere nostro. Il ragionamento non fa una grinza. Sogna lo scudetto Thunderbolt, ma al tempo stesso prova a riposarsi un po’. E lo fa a modo suo. Stare fermo? Neanche per idea. E così, dopo essere sceso in pista con il Kart insieme ad un gruppo di amici, e dopo aver fatto un salto nel ritiro della nazionale norvegese («non mi sono allenato per qualche giorno, avevo bisogno di tenermi in attività» ha detto ai giornalisti), ieri si è vestito di tutto punto per il grande giorno. Non tanto per lui, ma per tutta la famiglia. In particolare per il fratello, Bjorn Helge, quello che gioca nel Fulham e che ieri si è sposato. John era il suo testimone di nozze (le indiscrezioni dei giornali norvegesi dicono che a fine estate toccherà anche al romanista andare all’altare con la sua fidanzata). La cerimonia, avvenuta in contemporanea con l’amichevole della Norvegia con il Montenegro di Mirko Vucinic, si è tenuta nella chiesa di Holmsbu a Hurum. Lo sposo era in bianco, il difensore romanista indossava invece un elegante completo grigio. Da oggi si ricomincia. Perché i Riise vanno sempre di corsa. I due si riuniranno alla Nazionale che mercoledì affronterà l’Ucraina. Poi per John saranno vacanze vere. Come piacciono a lui, in movimento. Per tornare già in forma e prendersi quel vantaggio dato dalla partenza di Mourinho. Per prendersi lo scudetto.

agocorenostro

da Il Romanista

Stadio “Fattori” di L’Aquila è appena terminta la partita di beneficenza fra i padroni di casa e la Roma.

In un clima sereno e disteso, caratteristico di una festa andata per il verso giusto che volge al termine ci siamo trovati a vivere un episodio a dir poco sconcertante, in totale distonia con l’evento. Con i mei colleghi Mario Corsi e Adriano Valentini. Una vera e proria aggressione verbale e fisica da parte di alcuni agenti di pubblica sicurezza. Il motivo tutt’ora sfugge a noi ed anche a chi ha assistito alla scena come spettatore. Forse la mia “colpa” è stata quella di esser stato scambiato per un tifoso.

Stavamo, infatti, per raggiungere il parcheggio dello stadio dove in quel momento si trovava la squadra. Per quanto assurdo questo possa sembrare nulla di più. Eravamo davanti al piccolo cancello che separa la tribuna dall’area di sosta riservata, insieme a noi alcuni tifosi che volevano raggiungere i giocatori per una foto o un’autografo. Per lo più ragazzi molto giovani. Vedendoci sostare davanti al cancello siamo stati spintonati ed insultati da alcuni agenti che presidiavano la zona. In quel momento, mentre cercavo di qualificarmi, un agente fino a quel momento in disparte è sopraggiunto e mi ha colpito con uno schiaffo in pieno volto. Dopo il colpo uno degli agenti ha iniziato ad insultarmi urlando frasi di carattere razzista (“romano di merda”).

Poi ancora spintoni e insulti. Il tutto sotto gli occhi increduli di altri agenti e di giornalisti. Ad evitare una situazione ben più grave di quella che stiamo raccontando hanno contribuito in modo determinante Adriano Valentini e Mario Corsi che hanno attirato l’attenzione dei presenti mostrando il tesserino da giornalista.

Consapevolezza, quella di avere a che fare con dei giornalisti, che ha cambiato radicalmente l’atteggiamento dei quattro agenti. Malgrado la chiara richiesta da parte mia di venire a conoscenza delle generalità degli agenti, questa si è rivelata una speranza vana. Al contrario la questione si è conclusa con una risposta strafottente: “Sono tua sorella”. Rimane un mistero come si sarebbe conclusa la vicenda se gli agenti non avessero appreso che si trattava di un gruppo di giornalisti.

Certo è che in un clima disteso e rilassato come quello di giovedì una situazione facilmente gestibile è stata resa isterica e violenta. Questo non può non portare ad interrogarsi su come questi agenti avrebbere operato in momenti di reale tensione.

G. Lomonaco, M. Corsi