lunedì, Maggio 05, 2025 Anno XXI


da La Gazzetta dello Sport

RanieriSe una notte d’inverno un viaggiatore — ovviamente bloccato in questa Italia paralizzata dalla neve — si guardasse indietro, penserebbe: non è possibile. Flashback. 18 maggio 2008. Catania: ultima giornata di campionato. La Roma via etere capisce che il sogno scudetto è da archiviare. Rabbia? Tanta. Ma anche in quei momenti nessuno — neppure il più pessimista — avrebbe mai potuto immaginare che sarebbero dovuti passare 581 giorni prima di ritrovare la squadra giallorossa in zona Champions League. In questo frattempo la proprietà è stata sballottata da almeno tre tempeste (Soros, Fioranelli, Angelini), un allenatore-profeta ha preferito salutare (Spalletti) e qualche stellina è stata ceduta (Mancini e Aquilani). Ora la Roma è tornata, ma il d.s. Pradè ha detto parole chiare: «Siamo nel posto che ci spetta. Abbiamo solo fatto il nostro dovere». Facile? Non proprio. Ci è voluto un tecnico accolto con affetto (perché romano e romanista) e scetticismo (perché poco sponsorizzato). Ci è voluto Claudio Ranieri, che ha ricostruito il futuro con una serie di piccole e grandi mosse.

Preparazione & Infortuni
Stop ai carichi di lavoro esagerati, stop ai giocatori messi in campo ad ogni costo, col rischio di nuovi infortuni e lunghe soste. Il tutto condito con psicologia. Pizarro vuole giocare sempre e mugugna se viene gestito? Capirà. Il totem Mexes e il talento Menez finiscono ai margini? Nessun problema, torneranno utili più avanti. Con una premessa: «Io sono un martello». Cioè, non devo essere un amico dei calciatori, ma farli rendere al massimo. Non a caso nelle scorse settimane Perrotta aveva ricordato: «Dopo 4 anni con Spalletti, forse eravamo diventati troppo amici».

Esperienza & Turnover
In ogni caso, nei momenti difficili (i primi), il compito di tirare fuori la barca dalla secca è stato affidato ai «vecchi», non ai ragazzi. E così, prima di rivedere la linea verde, si è attesa la risalita. E adesso guardate la lista dei marcatori: 16. Nella cooperativa giallorossa si è iscritto anche il giovanissimo Scardina.

Moduli & Difesa
Altra mossa. Moduli come dogmi? Macché. Piace il 4-4-2, ma all’inizio il rombo dà più garanzie, così come le divagazioni col 4-1-4-1. Però col consolidato 4-2-3-1 arrivano le cose più belle, soprattutto con l’interpretazione più estrema del tridente (Totti, Vucinic, Menez), senza contare i passaggi intermedi a partita in corso. Problemi da affrontare? Diversi, ma tutti da metabolizzare con una certezza: la difesa deve tornare a non subire gol. Santificato lo sconosciuto Julio Sergio, ci è voluto lo stesso del tempo, però adesso il filotto di partite a reti inviolate è di 4 (Europa League compresa), e la classifica ha cambiato volto: solo l’Inter ha questo ritmo. Strano? Non proprio. Basta interpretare le parole di Ranieri. «Non sono ancora soddisfatto» dice. Ma il sorriso che le accompagna è quello giusto.

da Corriere dello Sport

montaliGian Paolo Montali con­ferma, con la forza dei risultati: «La Roma entro due o tre anni deve competere per lo scudetto» . Parole andate in onda a Radio Radio. Il nuovo dirigente, imbat­tuto se si fa eccezione per la sconfitta di Udine arrivata poche ore dopo il suo ingaggio, spiega: «Quando sono stato assunto c’era una situazione un po’ diffi­cile, particolare. Sono stato for­tunato perché le persone che la­vorano a Trigoria mi hanno mes­so a mio agio sin da subito. Rin­grazio soprattutto Pradè e Conti, senza di loro non sarei riuscito a integrarmi così in fretta e a dare il mio contributo». Contributo a livello di mentalità, e quindi di motivazioni, ma anche organiz­zativo. Montali ha stabilito nuo­ve regole di gestione, a comin­ciare dalle più banali: pretende i giornali nel suo ufficio già alle 7.30 del mattino. «Abbiamo lavo­rato tanto mettendo alcuni pa­letti. Ma il merito dei risultati di questo periodo è della squadra e dell’allenatore». Sul futuro Montali dice: «Ci so­no le basi per costruire un progetto molto ambizioso. Non sono abituato a lavorare per arrivare quarto, quindo o terzo. Io voglio arrivare primo. Credo che nella vita chi pensa in piccolo ottenga in piccolo. La fortuna della Ro­ma è di essere una squadra spe­ciale. E una squadra speciale deve osare. E’ nel suo dna pro­vare a lottare per il vertice, non possiamo limitarci a competere per partecipare al campionato o alla coppa. Poi sarà il campo a dire se abbiamo le risorse per vincerlo» .Servono anche i rinforzi: «Certo. E noi ci stiamo guardando intorno. Siamo con­tenti della rosa attuale ma se ci sono delle opportunità di innal­zare l’eccellenza della squadra, lo faremo. Ma prenderemo gente di qualità, come vuole il presi­dente. Solo altissima qualità, cerchiamo» .

E’ on line il video del nuovo corederoma channel: cominciamo con Roma-Parma

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