venerdì, Luglio 18, 2025 Anno XXI


da romagiallorossa.com

John Arne Semundseth RiiseAl derby d’andata era in panchina, ma avrà potuto ammirare la bellezza della stracittadina romana. Sabato, invece, John Arne Riise sarà al suo posto, e solo al termine della gara potrà dire se il derby di Roma vale come bellezza quello di Liverpool. Noi un sospetto sulla sua risposta ce l’abbiamo. Lui intanto, in conferenza stampa, sceglie la strada della diplomazia. “In qualsiasi città – ricorda Riise – il derby è un evento importante. Il primo derby è stata una buona partita, abbiamo vinto, speriamo sabato di vincere di nuovo, anche in vista del quarto posto”.

La Roma deve vincere anche perché il Genoa è a cinque punti e la rincorsa Champions non ammette più passi falsi. “Io non penso mai alla possibilità di perdere – dice il terzino norvegese -. Penso solo a vincere. Non sarà una partita facile ma dobbiamo avere come obiettivo principale il quarto posto, perché Genoa e Fiorentina stanno facendo molto bene. Credo che riusciremo a giocare una buona partita e spero soprattutto che i nostri tifosi se ne tornino a casa felici”. Se oggi i giallorossi si trovano a rincorrere Genoa e Fiorentina il motivo è riconducibile al pessimo inizio di campionato. Il rendimento della Roma è cresciuto nel tempo, e quello di Riise ha percorso le stesse tappe della squadra. “Quando ho firmato con la Roma l’ho fatto convinto di avere scelto la squadra con cui avrei potuto vincere qualcosa. L’inizio non è stato semplice ma attualmente la cosa più importante è raggiungere il quarto posto. La Roma ha giocatori molto validi, quindi gli obiettivi sono il quarto posto quest’anno e l’anno prossimo speriamo di vincere qualcosa, soprattutto per i tifosi”.

Un ultimo pensiero, anzi il primo è doverosamente rivolto alle vittime della tragedia in Abruzzo: “Il mio pensiero – ammette candidamente John Arne – va alle vittime e a chi sta soffrendo per questo motivo. Parlare di pallone ora è molto difficile e speriamo che la prossima partita venga giocata anche per loro, pensando a questo tragico momento”. Certamente non si può parlare di un norvegese di ghiaccio.

E’ difficile scrivere ed invitarvi a partecipare ad una cena in queste ore di dolore, ma è anche in questo dolore che CdR è presente e, come avrete visto tra i “mattoni” del muro e dalla copertina, abbiamo messo da parte il campionato e abbiamo cercato di essere “vicini” Continua >>

da libero-news.it

Sociedade Esportiva Palmeiras(Adnkronos) – Il Palmeiras, la squadra brasiliana di calcio fondata il 26 agosto 1914 da immigrati italiani, dopo la tourne’e brasiliana delle squadre del Torino e della Pro Vercelli, ha giocato con il lutto al braccio la partita di Coppa Libertadores vinta per 2-0 sul campo dello Sport Recife, per il terremoto che ha colpito l’Abruzzo. Il club ha chiesto ed ottenuto dalla Confederazione calcistica sudamericana di scendere in campo con la fascia nera al braccio, come annunciato dal club paulista sul suo sito, in cui viene specificato che hanno portato “il lutto per commemorare le vittime del terremoto verificatosi nel centro Italia”.

La Sociedade Esportiva Palmeiras e’ una squadra di calcio di San Paolo del Brasile e gioca nello stadio ‘Palestra Italia’. La dizione originale “Societa’ Sportiva Palestra Italia” (da cui il nome allo stadio) venne mutata con quella attuale, il 13 settembre 1942, dopo l’entrata in guerra del Brasile contro le nazioni dell’Asse.

da lasignoraingiallorosso.it

Francesco TottiFrancesco Totti, a Sky Tg24, ha espresso il proprio dolore per il terremoto che ha sconvolto l`Abruzzo: “Bisogna stare vicini e aiutare queste persone colpite dal terribile sisma in Abruzzo. In questo caso il calcio va messo da parte. In un momento così difficile non è facile trovare le parole giuste, tutto il paese deve essere unito, ognuno secondo le sue possibilità deve contribuire a dare una grande mano. E tutto questo può essere utile per tutti. Sicuramente non faremo cose avventate per mobilitarci, ma tutti insieme cercheremo di prendere decisioni importati, poi ci uniremo a tutti gli altri. Sappiamo tutti che quando c`è un pallone di mezzo si può fare felice le persone, ma ora il calcio va messo da parte e dobbiamo stare vicino a chi all`improvviso si è trovato senza più nulla. In questo momento pensiamo più all`esterno che al mondo del calcio, perché è molto più importante”.

F. Cot.