Categorie Il Redazionale Scritto da Sciamano mercoledì, 5 Maggio alle ore 12:39
La tempesta dopo la quiete. Lo scossone che aspettavamo e chiedevamo da tempo. In questa stagione disgraziata, sia dal punto di vista sportivo, sia soprattutto dal punto di vista della pochezza di un mondo pallonaro che senza tifosi ha poca ragione di esistere, arriva proprio ai titoli di coda il lampo che riaccende una flebile speranza. Potremmo disquisire su come Mourihno (Mourinho… non ci si crede) farà giocare la squadra o quali saranno gli acquisti che chiederà (perchè non possiamo pensare che un investimento cosi non sia collegato alla garanzia di rinforzi pesanti della rosa). Ma non è la parte importante della storia. L’effetto immediato, a radio-tv&giornali unificati, è stato di un generale rodimento di culo per un colpo che nessuno si aspettava (noi compresi, sebbene giravano voci di alcuni contatti) e che ci dà la speranza di riportarci nel posto che ci spetta, quello dei pirati. Mourinho è allenatore della Roma da meno di 24 ore, ma sappiamo che ha per noi tanti significati. E’ quello degli “zero tituli” e che odiammo con ogni goccia del nostro sangue per averci portato via un sogno partito 14 punti sotto e infrantosi quel 16 Maggio 2010 a Verona, l’anno in cui i bifolchi scansatori, accompagnarono l’Inter al triplete. E’ quello arrogante e tignoso, amato e odiato dai suoi giocatori. E’ un vincente ma anche uno che ha subito vari esoneri. E’ pazzo, ma pure pragmatico. E’ in definitiva la scelta migliore. Il profilo di colui che prima della parte tecnica, cura il lato umano, forse la più grave (tra le tante) mancanza di Fonseca, esplosa in tutta la sua drammaticità nella rottura dello spogliatoio con i casi Dzeko, Miki, Pedro. E’ il profilo di quello che impone le scelte tecniche alla società, la sollecita se servono rinforzi e che non si piscia addosso nel difendere la propria squadra a fronte di decisioni arbitrali dubbie. Un plauso peraltro a Dan e Ryan, che hanno chiuso un’operazione oggettivamente non facile, considerando che in giro per l’Europa, Mourinho avrà avuto almeno una mezza dozzina di altre scelte con un progetto sportivo ben più avviato del nostro e con ambizioni a corto termine migliori della Roma, devastata da dieci anni di porcherie perpetrate da Pallotta e soci. Un plauso che però non deve illudere. Vediamo chiaramente la strategia comunicativa dell’annunciare la nuova guida tecnica in un momento di generale scoglionamento. Siamo felici, ma non siamo scemi. Questo è un punto di partenza e ci aspettiamo molto dal mercato. Ma soprattutto, ci aspettiamo che vengano onorati gli impegni da qui alla fine della stagione, combattendo su ogni palla al ritorno col Manchester e al derby. In alto i cuori Gens Romana. Si torna in guerra. |