domenica, Giugno 15, 2025 Anno XXI


Lettera aperta

Preg.mo
Avv. Sergio Marchi
Assessore alla Mobilità e ai Trasporti
Via del Campidoglio, 1
00100 Roma

Spett.le
Comune di Roma
Dipartimento VII
Via Capitan Bavastro, 94
00154 Roma
scala A, piano 2°, stanza 201

Spett.le
Comune di Roma
Ufficio Extradipartimentale Parcheggi
Largo Lamberto Loria, 3
00147 Roma

Spett.le
Ufficio Speciale Emergenza Traffico e Mobilità
Via di Porta San Sebastiano, 8
00179 Roma

Oggetto: Provvedimenti limitativi della sosta nelle aree adiacenti allo Stadio Olimpico in occasione dello svolgimento delle manifestazioni sportive. Memoria di intervento nel procedimento ex art. 10, comma 1, lett. b) L. 241/90.

Pregiatissimi Signori,

chi vi scrive è un gruppo di sostenitori dell’A.S. Roma, potete definirci anche “tifosi”, la maggior parte dei quali abbonati, riuniti nell’Associazione “Core de Roma” e che si reca regolarmente allo Stadio Olimpico per sostenere la propria squadra. Noi non rappresentiamo che noi stessi, ma sappiamo che ciò che vi manifestiamo è un disagio diffuso, che travalica le nostre persone e si estende a tutti coloro che si recano allo Stadio Olimpico, siano essi sostenitori dell’A.S. Roma piuttosto che delle squadre ospiti, e che coinvolge anche i nostri “dirimpettai”, i sostenitori della S.S. Lazio, ai quali, per una volta, ci sentiamo accomunati dagli stessi problemi e dalle stesse difficoltà.

In occasione della partita di campionato Roma-Milan dello scorso 11 gennaio, disputata, come ormai accade costantemente, per esigenze televisive, nelle ore serali dalle 20:30 alle 22:30, e che ha visto la presenza di oltre 53.000 spettatori, ci siamo trovati nella quasi impossibilità di parcheggiare nelle zone adiacenti allo Stadio Olimpico, salvo poi versare nelle tasche dei “soliti” parcheggiatori abusivi che presidiavano i pochi parcheggi disponibili, il nostro periodico “obolo”. Nel caos che si è determinato in quella situazione, tra i rappresentanti del Corpo dei Vigili Urbani che, attanagliati nel traffico, non erano in grado di dirci dove la sosta fosse consentita e dove vietata, tra transenne e nastri che impedivano l’accesso dove solitamente, per anni, abbiamo posteggiato l’auto, abbiamo appreso che vi sarebbe un non meglio identificato “Piano di Emergenza” volto a vietare progressivamente la sosta in tutte le zone, ed anche in quelle in cui essa è normalmente consentita, adiacenti allo Stadio. Gli stessi organi di informazione hanno dato poi risalto a questi provvedimenti, senza peraltro meglio identificarli, definendo una sorta di mappa dei divieti che, progressivamente, pare dal prossimo 1° febbraio, ci impediranno di lasciare l’auto nei pressi dello Stadio.

Le medesime difficoltà le abbiamo patite appena tre giorni dopo, per il recupero infrasettimanale della partita Roma-Sampdoria, alla quale pure hanno assistito circa 32.000 spettatori e quindi circa 20.000 spettatori in meno della partita precedente.

Nessuna indicazione che ci dicesse dove, effettivamente, la sosta fosse consentita. Solo il passa parola tra di noi e, ovunque, divieti e Vigili Urbani che ci allontanavano da dove avevamo intenzione di posteggiare, pena la rimozione dei veicoli.

Senza mezzi termini noi, con il dovuto rispetto per le Istituzioni preposte alla sicurezza e che hanno deciso simili misure, ne contestiamo il metodo ed il merito.

Provvedimenti come quello che contestiamo, ed adottato tanto improvvisamente quanto in modo superficiale, richiedono non solo una effettiva pubblicità, ma soprattutto, la precisa indicazione di cosa è lecito e di cosa è vietato.
Introdurre divieti senza fornire agli utenti precise alternative ed affidandoli al solito, italico vezzo, dell’arte di arrangiarsi, è contrario alle elementari regole del vivere civile e trasforma in vessatorio qualunque provvedimento.

Prima bisognava individuare le aree di sosta, darne effettiva pubblicità con manifesti e cartelli, rafforzare il sistema dei mezzi pubblici intorno allo Stadio, al momento palesemente insufficiente specie nelle ore serali (basti considerare che la Metro A chiude il servizio alle ore 23:30 e che le linee di autobus e di tram dopo la partita diminuiscono drasticamente le loro frequenze invece di aumentarle), introdurre, all’occorrenza, quel servizio navetta dalle aree di parcheggio più lontane (che solo ora viene neppure introdotto, ma solo ipotizzato), e poi, solo dopo aver preso queste misure, si poteva, serenamente, pretendere il rispetto dei divieti di sosta.

Né l’Amministrazione comunale può opporre di essere stata presa in contropiede.
La situazione adiacente al Foro Italico è nota quantomeno, a voler essere magnanimi, sin dalla fine degli anni ’80 quando si decise di non costruire un nuovo impianto per i Mondiali di Calcio del ‘90, ma di ristrutturare il precedente Stadio Olimpico.
E’ una zona, ci permettiamo di rammentare, circondata da due quartieri a destinazione residenziale e commerciale, come quello di Prati e di Ponte Milvio, che non offrono aree di parcheggio ulteriori rispetto a quelle, già normalmente insufficienti, riservate ai residenti.
Non diversa è la situazione al di là di Ponte Duca d’Aosta, nella quale la presenza dei parcheggi pubblici, in massima parte utilizzati dai residenti, è comunque insufficiente a contenere tutti i potenziali frequentatori dello Stadio. E ciò a meno di non ritenere “idoneo” un parcheggio posto ad oltre tre chilometri dall’impianto sportivo.
Lo stesso impianto sportivo è circondato da aree già normalmente interdette alla sosta e in alcuni casi alla circolazione, come quelle del Coni e della Farnesina, per non parlare della Casa dello Studente e dell’area monumentale dello Stadio dei Marmi e degli impianti dello Stadio del Tennis e della c.d. Aula bunker (ex Casa delle armi). Localizzazioni che addirittura si configurano, come per la Farnesina, “obiettivi sensibili” e che comunque hanno loro rilevanti esigenze di sosta anche nei giorni in cui non si svolgono le partite di calcio ed a maggior ragione nei turni infrasettimanali.

In tutti questi anni, e sono ormai quasi 20, nulla è stato fatto per aumentare o regolare in modo razionale la sosta intorno all’Olimpico e/o per aumentare la fruibilità dell’impianto.
Strutture di trasporto pubblico inesistenti come la stazione “fantasma” di Farneto, costruita per i Mondiali del ’90 e subito abbandonata perché irrispettosa delle norme di sicurezza, e comunque largamente insufficienti e mai rafforzate.
Autobus che dopo la partita scompaiono nel nulla.
Parcheggiatori abusivi che portano il loro raggio di azione “amichevole e persuasiva” sino all’interno del quartiere Prati.
Si è accettato passivamente che la maggior parte degli eventi sportivi, e sicuramente quelli di maggior richiamo, come il derby e le c.d. partite di cartello, avvenisse nelle ore serali, aumentando le esigenze di trasporto privato (c’è chi viene allo Stadio anche da zone molto lontane, Roma non è Bologna!) senza preoccuparsi affatto di come gli spettatori avrebbero raggiunto lo Stadio e, soprattutto, di come sarebbero poi tornati a casa in un’ora vicino alla mezzanotte.
Dimenticando che i sostenitori delle squadre di calcio non sono dei nullafacenti. Hanno una famiglia e un lavoro e comunque pagano, in anticipo, somme considerevoli specie se raffrontate a qualunque altra manifestazione di sport e di spettacolo.

Ci permettiamo di contestare, poi, che le misure adottate abbiano un reale effetto per il rafforzamento della sicurezza.
Prima di tutto è di elementare evidenza che allontanare fisicamente i sostenitori dallo Stadio, costringendoli a lunghi percorsi a piedi per raggiungerlo, aumenta esponenzialmente le occasioni di contatto tra opposte tifoserie oltretutto in zone meno sorvegliate dalle Forze dell’Ordine perché, appunto, distanti dall’impianto. Non si vede cosa ci sia di più sicuro nel prendersi una “puncicata” o subire un’aggressione a 2 km dallo Stadio piuttosto che nelle sue vicinanze.
Se poi lo scopo è quello di velocizzare la circolazione dei mezzi di sicurezza attorno allo Stadio anche questo obiettivo è puramente fantasioso. Rallentare l’afflusso dei tifosi vuol dire averne un maggior numero per le strade adiacenti allo Stadio e quindi moltiplicare a dismisura le persone da sorvegliare, senza tener conto dell’intralcio che con la sola presenza i pedoni portano, comunque, alla circolazione a meno di non pretendere anche che volino o si dissolvano nel nulla!
Il tutto in zone illuminate in modo assolutamente inadeguato nelle ore serali, quelle maggiormente critiche, senza che in tutti questi anni sia stato aggiunto un lampione ed anzi togliendo, per motivi di decoro urbano, la maggior parte di quelli esistenti!
La nostra esperienza ci insegna che le situazioni di caos sono ideali proprio per chi ha intenzione di commettere atti illeciti e questo che Vi rappresentiamo ci pare un caso emblematico.
A meno di non pensare che il vero obiettivo sia l’opzione zero.
Zero tifosi, zero frequentatori dello Stadio, zero problemi di sicurezza.

Per le ragioni che abbiamo illustrato chiediamo, quindi, ai soggetti in indirizzo, secondo le rispettive competenze, di disporre e/o di adoperarsi affinché:
1) l’attuale piano di sosta sia sospeso sino alla concreta adozione di misure alternative;
2) venga preventivamente disposto un concreto rafforzamento dei mezzi pubblici funzionali allo Stadio Olimpico disponendo, per gli eventi serali, la protrazione del servizio almeno sino alle ore 01:00;
3) le aree in cui la sosta verrà consentita dovranno essere agevolmente individuabili anche a distanza dallo Stadio predisponendo l’opportuna cartellonistica stradale;
4) venga rafforzata la complessiva illuminazione dell’area del Foro Italico e delle aree adiacenti;
5) vengano adottate concrete misure di contrasto contro i parcheggiatori abusivi.

Chiediamo che la presente lettera venga considerata come atto di intervento, ai sensi dell’art. 7 L. 241/90, nel procedimento relativo alla limitazione della sosta nelle aree adiacenti il Foro Italico e quindi, ai sensi e per gli effetti dell’art. 10, comma 1, lett. b) della medesima legge n. 241 del 1990, come memoria scritta che codesta Amministrazione ha l’obbligo di valutare in quanto strettamente pertinente all’oggetto del procedimento.

Attendiamo quindi un cortese riscontro alla presente e, all’occorrenza, di essere sentiti per illustrare le nostre ragioni.

Con Osservanza

Ass. “Core de Roma”