sabato, Maggio 18, 2024 Anno XXI


da lasignoraingiallorosso.it

Christian PanucciIl difensore della Roma Christian Panucci, ospite de “La Domenica Sportiva”, ha parlato del proprio futuro con la maglia giallorossa, facendo capire a chiare lettere che il rinnovo del contratto non è affatto scontato e che dipenderà dalla possibilità di essere ancora protagonista sul campo e non dalla panchina. Panucci si è soffermato inoltre sul momento positivo della squadra e sui compagni Baptista e Menez.

“Ho girato tanto nella mia carriera e ho avuto la fortuna di giocare nelle squadre più forti in Europa; posso tuttavia garantire che le emozioni più grandi le ho provate con la maglia giallorossa: indossare questa maglia trasmette emozioni uniche. A Roma sto benissimo, c’è grande affetto della gente ed è bello anche quando ti riconoscono per strada. Quest’anno in campionato siamo partiti malissimo, alcuni giocatori non avevano effettuato la preparazione, poi ci siamo decisamente ripresi”.

Oggi è stato di nuovo decisivo Baptista “Lui è bravissimo; non era partito bene perché quando una squadra va male i nuovi sono quelli che ne risentono di più. E poi il campionato italiano è diverso da quello spagnolo. Per un certo periodo noi abbiamo sofferto la mancanza di un punto di riferimento davanti: ora Baptista ha capito come tenere palla in avanti e si sente importante per la squadra. E’ davvero in un momento di grazia”.

Ci sono speranze di rivederti in nazionale? “No, è un capitolo chiuso. Non bisogna nascondersi: io sto antipatico a Lippi e lui sta antipatico a me”.

Hai avuto contrasti anche con Spalletti? “Direi di no. E’ normale avere delle discussioni, ma è giusto stare sempre dietro agli allenatori. Magari non andiamo a cena insieme, ma ho grande stima di Spalletti”.

Quale ruolo senti più tuo? “Devo essere sincero: l’esterno con continuità comincio a fare fatica a farlo; da centrale credo di poter andare avanti altri due tre anni, anche se in effetti ho il contratto in scadenza”.

Cosa pensi delle difficoltà di Amantino? A Roma ha avuto momenti eccezionali. Ora all’Inter forse ha sofferto il cambio modulo, ma sono sicuro che troverà il suo spazio in futuro”.

Nel periodo di crisi, c’è stato un momento specifico in cui voi giocatori vi siete parlati? “Quando le cose vanno male i giocatori sono i primi a soffrirne. Nei periodi bui abbiamo fatto tanti ritiri; io credo poco nei ritiri, ma effettivamente, stando tanto insieme, abbiamo parlato molto”.

Che cosa pensi di Menez? “La Roma ha investito bene, è un giocatore di grande talento e in futuro sarà molto importante per la squadra”.

E del caso Kakà? “Ogni calciatore fa le sue scelte. Io poi, figuriamoci, ho girato mezza Europa. Ma una cosa non la capisco: di sicuro il Milan fa un affare economico, ma Kakà finirebbe al Manchester City, non al Real Madrid. Io fossi in lui non ci andrei mai. Guadagnare in carriera sessanta o ottanta milioni fa poca differenza, la differenza la fa la squadra in cui militi. E il City non mi sembra all’altezza, a meno che gli garantisca di acquistare, oltre a lui, anche altri grandi campioni”. Infine una battuta. “A Natale io ero in vacanza a Dubai: mannaggia, non poteva venire anche da me lo sceicco?”

A che punto è la tua situazione contrattuale? “Con la dottoressa Sensi ho un grande rapporto e la stimo tantissimo. Non abbiamo parlato, ma visto che sono in scadenza ci dovremo incontrare. Con me le trattative durano poco. Certo, vorrei giocare di più di quello che sto facendo. Mi sento bene e a 36 anni ho ancora voglia di giocare. Con Spalletti ho quasi sempre giocato, quando vado fuori la prendo con grande professionalità. Ho fatto 25 gol negli ultimi tre anni e andare in panchina ovviamente mi piace poco. La decisione insomma potrebbe essere anche mia. Io voglio rimanere alla Roma ma sono aperto a tutte le possibilità, anche se devo tener presente le necessità di mio figlio. Farò la mia scelta col cuore. Non voglio che passi come una polemica. Ho un ottimo rapporto con tutti, ma mi piace scendere in campo sempre, Mi sento ancora forte. Vedremo, dovremo incontrarci. Quando? Aspetto che mi chiamino”

F. Cot.