venerdì, Aprile 19, 2024 Anno XXI


Nella controversa e travagliata, ma sempre appassionante storia della AS Roma, giornate come quella di ieri ne contiamo davvero poche, scudetti esclusi.

All’atto del sorteggio di Montecarlo in cui il CAPITANO, con grande ironia, aveva assegnato il Barcellona alla Juventus, il nostro girone ci apparve come un Everest da scalare, con due squadre che ritenere fuori portata sembrava quanto meno realistico.

Il commento unanime fu: “VEDEMO DE NUN PRÈNDENE 7 PURE A ‘STO GIRO E PUNTAMO A UNA FIGURA DECENTE IN EL”.

Era agosto, le certezze erano poche e la batosta immeritata e fasulla contro l’Inter le ridusse ulteriormente.

Venne poi l’esordio in CL, la partita casalinga contro gli “sputtacchieros” che, francamente, ci presero a pallonate in lungo e in largo, ma non vinsero.

In quel momento scattò la molla che ci ha portato a ieri. Le critiche, anche fuori luogo, da parte dei media e di parte del tifo (non noi) motivarono in maniera feroce tecnico e calciatori, dando loro quel quid caratteriale che decisamente deficitava.

Sarebbe utile elencare i meriti di Eusebio, li conoscete bene tutti e chi adombra ancora qualche dubbio non può che essere in malafede, ne faremo a meno, sperando di fare bilanci seri a fine anno, ma una cosa va detta: i miglioramenti di attenzione e costanza di molti calciatori sono totalmente da ascrivere a lui.

Ora si pensi al Chievo e, poi, vedremo chi ci toccherà agli ottavi, conta poco, ogni avversario sarà quanto meno oltre la nostra portata originale, ma oggi è già un’altra storia e ce la giocheremo comunque con grande orgoglio.

Detto ciò, la seconda novella di giornata ci ha portato in dono l’approvazione definitiva del progetto stadio. Al netto di pareri e orientamenti personali, la cosa è una grande impresa del presidente Pallotta. Resta il passaggio chiave: reperire fondi e posare la prima pietra.

Ci auguriamo quanto prima e nel migliore dei modi.

Noi tifosi di vecchia fatta siamo stati e siamo legati al “Tempio”, per quanto scomodo e diventato una gabbia per cavie da laboratorio, è stato casa nostra per almeno 30 anni.

Sarà dura non frequentarlo più e sarà meraviglioso e, speriamo, non inaccessibile frequentarne uno nuovo e comodo.

Gianobifrontismo da vecchie carogne da stadio, capiteci.

Concludiamo ringraziando chi ieri sera c’era, col traffico, col freddo e con la solita paura da impresa al contrario, ci vediamo a Verona domenica.

Qualcuno di noi ce sta sempre.

Grazie Roma, sei stata grande.

Romatto

CoredeRoma