venerdì, Maggio 03, 2024 Anno XXI


da lasignoraingiallorosso.it

Antonio CapraricaOspite nella puntata di ‘Porta a Porta’ andata in onda ieri, Luciano Moggi si è trovato apparecchiato uno studio ‘morbido’, con ospiti per lo più vicini alla sua persona (come ai vecchi tempi).
Mughini a fare (come sempre) da spalla alle tesi moggiane, Cucci (che con lo scandalo Calciopoli non è mai stato particolarmente duro), Oliviero Beha, Galeazzi e un Gazzoni Frascara apparso piuttosto stanco. L’unica voce tanto contrastante, quanto efficace è stata quella del giornalista Rai Antonio Caprarica che, proprio nel momento in cui Moggi si copriva (e veniva coperto) d’incenso per aver montato il sistema delle varie schede e ‘contatti’ (chiamiamoli così) con i massimi dirigenti della classe arbitrale al solo scopo di ‘proteggere’ la sua Juventus dallo strapotere milanese, è intervenuto a gamba tesa sul fresco condannato dalla giustizia ordinaria e sull’accondiscendente studio televisivo: “Bisogna avere il coraggio di dire le cose come stanno: quello descritto da Moggi è un sistema che tipicamente appartiene agli apparati mafiosi – ha detto il giornalista Rai – con qualcuno che crea tutta una serie di rapporti discutibili per difendersi da un altro potere esistente. Quello che traspare, e lo dico con amarezza, pur essendo juventino, è che per come era stato strutturato quel sistema, risultava praticamente impossibile vincere qualcosa se non appartenevi a Juventus, Mila e Inter. Dispiace – ha concluso Caprarica – che un giornalista come Mughini non la veda in questo modo”. E quando lo stesso Mughini gli ha detto con un pizzico di ironia: “Ma che cosa pensavi, che il mondo del calcio fosse un convento di carmelitane scalze?”, Caprarica ha risposto: “No, ma tra il convento di carmelitane scalze e un bordello pieno di prostitute, ci sono anche delle vie di mezzo”, zittendo senza possibilità di replica il suo interlocutore.

M.Ros.