venerdì, Marzo 29, 2024 Anno XXI


Un 2017 iniziato con due trasferte vittoriose della Roma non potrà che essere un buon anno per tutti noi.

Al netto delle problematiche relative allo stadio, di cui ci frega poco, al netto di un mercato di gennaio che finora nulla ha aggiunto ad una rosa comunque bisognosa di polpa a centrocampo ed attacco, quello che ha detto il campo è qualcosa di estremamente positivo, il massimo raccolto col massimo sforzo, come la Roma deve fare.

I tabellini di Genova e di Udine dicono di circa 15/16 palle gol per noi e 2/3 complessivamente per i nostri combattivi avversari.

Un tempo, la critica, pennivendoli e pure parte di noi tifosi della Roma si sarebbero prostrati al cospetto della solita squadra cinica a strisce bianconere, sprecandosi in aggettivi esagerati per le meravigliose capacità di ottimizzare sforzi e palle gol.

Ecco, questo non siamo noi, questa non è la Roma.

Vi rode il culo a veder tirare un rigore alle stelle? A veder Dzeko sprecare troppo di tutto? Prima e al di sopra ancora di gioire per due vittorie SACROSANTE?

Non ci siamo, non siamo questi, non lo saremo mai.

La Roma ha sofferto in tante trasferte anche dei campionati vinti, dei due che conosco ve ne potrei elencare una decina buona di trasferte vinte con enorme fatica.

SONO LE PIÙ BELLE PER ME.

E mi auguro siano quelle che fanno diventare una buona squadra una grande squadra per forza interiore.

Ora tocca alla società portare in rosa quei 2/3 giocatori di peso, giocatori più che necessari per aspirare ad un difficilissimo secondo posto, ad una E.L. di livello accettabile, ad una coppa ItaGlia di cui ci frega poco, ma che non si può affrontare con la primavera già da giovedì.

Peso a metà campo e peso in avanti, serve intelligenza e non fenomenite sabatiniana, servono giocatori veri non i Figuli o simili.

Oggi non possiamo che ringraziare tutti i giocatori in campo, Dzeko incluso, Spalletti ed il suo staff e, soprattutto, i tanti di noi presenti ad Udine. Tifosi che hanno sospinto una squadra, lottatrice e stanca nei minuti finali, ma capace anche alla fine di creare numerose palle gol.

Noi tifiamo e, se ci sarà da soffrire, soffriremo. Lo facciamo da sempre.

Basta pruriti da tifosi trinariciuti, basta chiacchiere da bar, basta pensare allo stadio che, se pure verrà, fa parte del futuro remoto.

Noi urliamo Forza Roma, i 40 anni del CUCS per noi non sono passati invano, ma ci lasciano l’enorme esempio di ciò che è l’obiettivo del tifoso della Roma: spingere la squadra oltre ogni ostacolo.

Fratelli e sorelle giallorosse, non sappiamo se sarà possibile ed accettabile tornare a tifare nelle nostre curve, non dipende da noi, dipende dalla consapevolezza di ciò che è tollerabile e no nella vita.

Ridateci quella maledetta balconata, ridateci casa nostra, ridateci quello per cui siamo nati o diventati romanisti. La nostra casa è quella, la nostra vita di tifosi è là.

Torneremo, prima o poi.

Romatto

Associazione CoredeRoma