sabato, Aprile 20, 2024 Anno XXI


Vederli entrare in campo con quel completo del colore della notte ci ha fatto venire in mente per un attimo gli All Blacks.
Nel gioco delle associazioni mentali poi subito ci sono saltate all’occhio alcune similitudini non tanto nell’abbigliamento o nella struttura fisica quanto nel percorso storico.
La Roma, questa Roma, come gli All Blacks è universalmente riconosciuta come squadra che sa giocare e quando lo fa incanta, come gli All Blacks poi alla fine … je manca sempre un soldo pe’ fa ‘na lira.
I kiwi sono i più forti, i più belli da vedere, praticano il miglior rugby, hanno il pacchetto di mischia potente etc.etc. ma campioni del mondo non ci diventano.
Analogamente produciamo un calcio che a tratti è assolutamente straripante segnamo un gol poi ce ne mangiamo altri due di seguito, facciamo una mezza dozzina di colpi di tacco poi segnamo ancora e andiamo negli spogliatoi.
Il seguito dovrebbe essere una formalità invece quando c’è da gestire nascono i problemi.
Ieri sera per fortuna non è andata così, vuoi per l’enorme vantaggio accumulato vuoi per la scarsa motivazione degli ucraini, e abbiamo staccato il biglietto per gli ottavi di finale con un turno di anticipo relegando Roma –Man. Utd. a passerella.
Bene. Molto bene.
La prova sicuramente positiva di Kiev fa il paio con l’altrettanto convincente prova di Genova, in casa di un Genoa ostico e ossessionante nel pressing e nelle corsa. Sono segnali importanti di saldezza ritrovata a fronte di un gioco che è sempre bello da vedere.
Se riusciremo a non ricadere nello storico vizio di abbassare in alcuni frangenti la guardia potremo ancora provare a fare quanto di meglio è possibile. L’Inter sta lì, e deve giocare ancora contro Fiorentina e Milan, in champions league ci aspettano gare contro le prime in Europa, lotto di squadre nelle quali dobbiamo stabilmente entrare, per censo e per capacità.
Prima di concludere vorremmo commentare insieme due fatti importanti accaduti in settimana.
Il primo è la scomparsa della moglie di Cesare Prandelli, e fare autocritica.
Quando lasciò la guida della Roma motivandola come sappiamo con il desiderio di stare vicino alla moglie, ci stringemmo tutti al Cesare lombardo, poi quando pochi mesi dopo si accordò per la guida dei viola molti di noi, io in primis, storcemmo un po’ il muso.
Forse è mancata un po’ di comunicazione, e forse abbiamo giudicato troppo in fretta.
E’ sentito e doveroso porgere le nostre condoglianze al tecnico.
E poi per finire vorremmo dire la nostra sulla proposta di Antonello Venditti di scambiare le curve al prossimo derby: che te sei fumato Antonè ???
E’ nostro desiderio che i derby si mantengano su binari di correttezza e simpatico sfottò, abbandonando la cattiveria che li ha pervasi a partire dalla fine degli anni ’70; è già costume attraversare il ponte Duca d’Aosta mischiati, sciarpe biancocelesti con sciarpe giallorosse fianco a fianco; siamo testimoni della presenza partecipe dei ragazzi della curva nord ai funerali di Paolo Zappavigna, di Luisa Petrucci, e il dolore per la scomparsa di Gabriele Sandri ci ha unito oltre ogni colore.
Vediamo anche di buon occhio lo stringersi dei rapporti tra curva sud e curva nord, e ci piacerebbe un giorno vedere ad esempio un’unica coreografia dedicata a ROMA nostra MATER, ma detto tutto questo, io al derby vado in curva Sud.
E’ la nostra patria storica, è dove abbiamo speso la nostra adolescenza, dove abbiamo pianto e riso, dove abbiamo visto Agostino mostrare il tricolore, e non la cederemo mai a nessuno.
Auspichiamo nel prossimo derby delle iniziative comuni sia tra le curve che tra i clubs associati, e vorremmo vedere, Pisanu, Melandri e questori vari permettendo una bella coreografia da ambo le parti, sgolandoci come sempre nella nostra CURVA SUD.
Daje Roma !!