venerdì, Maggio 09, 2025 Anno XXI


In altri momenti dopo partite come quelle di Bologna e Barcellona, ci saremmo ritrovati a contorcerci dal dolore, convinti che una qualche maledetta e definitiva congiunzione astrale si sia accanita sul nostro destino.

Non è più così da un pezzo.

Noi, sui nostri divani, e i 3500 di Barcellona, abbiamo sofferto ma di una sofferenza fredda, quasi distaccata.

Una sofferenza consumata dal tempo mutato.

Siamo usciti dallo stadio da ormai 3 mesi, non riconoscendoci più in nulla del partecipare a una partita della nostra Roma.

Parlare della pioggia o del pareggio del Bate Borisov è MESCHINO.

Parlare per dire che prenderne 6/8 o uno è la stessa cosa è un insulto ai colori giallorossi e alla sensibilità dei tifosi, ormai calpestata.

Va bene così, ma non per noi.

Non vogliamo vincere, non fa parte di noi, NON VOGLIAMO ESSERE PRESI PER IL CULO DA UNA SOCIETÀ
CHE SE NE SBATTE ALLE PALLE DEL TIFOSO DA STADIO, DA UN ALLENATORE CHE PERSEVERA NEGLI STESSI RIPETUTI ERRORI, DA DEI GIOCATORI AI QUALI IL DESTINO DEGLI MAGLIA DELLA ROMA INTERESSA QUANTO  IL DESTINO DELLA FOCA MONACA.

CI AVETE SCHIFATO, ED È ORA CHE VI TORNI INDIETRO QUALCOSA.

GRAZIE A DIO NON CI RAPPRESENTATE IN NULLA, SIAMO LONTANI PARENTI CHE SI STANNO UN PO SUL CAZZO.

CONTINUATE PURE A PRENDERCI PER IL CULO, CONTINUERETE A FARLO SENZA DI NOI.

FORZA GRANDE ROMA.

Romatto.

 

BarcellonaRomaRedazionale25112015