Categorie Il Redazionale Scritto da Big Luc martedì, 21 Aprile alle ore 02:06
La Roma non si discute si ama. Ma quale Roma? La nostra, aristocratica e popolare cuore e simbolo della Città Eterna, o quella di Chubby Jim (al secolo James Pallotta) veicolo di una speculazione immobiliare e finanziaria? Per alcuni l’assenza di un qualsiasi coinvolgimento emotivo da parte di Chubby Jim era garanzia di qualità. Siccome business is business, non avrebbe mai sputtanato il suo investimento, anzi. Poi magari al Santo Padre, potendo scegliere, avrebbe donato la maglietta del suo vero amore, quei Boston Celtics che non vincono una mazza neanche loro ma che hanno una solida tradizione, ma questo sarebbe stato il meno. D’altro canto moltissimi altri uscivano affamati e malconci dal Regno Sensi, i prigionieri di Rossella – tanto per citarne qualcuno, da accettare come benvenuto anche il “povero schifoso” o Fioranelli, o tutti e due. Magari anche coincidenti. Il nostro, Chubby Jim, da puro intenditore di soccer quale era (pur ignorando peso, dimensioni e forma del pallone), avallò l’idea visionaria dell’hombre trasversal che doveva essere messa a terra dall’hombre vertical. Tutta colpa di CJ, del trasversal e dell’horizontal? Non scherziamo. Anche parecchi di noi c’hanno messo del loro. Quel “Mai schiavi del risultato!”, solo per fare un esempio, ha fatto più danni della grandine che di li a poco si sarebbe abbattuta su Trigoria, firmando al Nostro una cambiale in bianco di cui ancora oggi si vedono gli effetti. Ci siamo fatti intortare da una comunicazione compiacente e asservita di una società nominalmente tesa al successo sportivo (e come non potrebbe essere così), zeppa di proclami e promesse e orientata invece ad limitare le spese e i danni in attesa di saldarsi con la politica e l’imprenditoria romana (volutamente entrambe con la lettera minuscola), in attesa di costruire prima e mettere a reddito poi infrastrutture immobiliari. That’s it! Ma quale squadra stellare che tremare il mondo fa? Tutti i giocatori buoni che sono usciti fuori sono stati collocati sul mercato e quelli che ancora stanno qui è perché se so rotti, ahinoi, strada facendo. Compresa la buonanima del povero Strootman (che dovrebbe essere la pietra angolare della rifondazione della Roma) per il quale si è andati subito a sondare in giro se si poteva alzare qualche sterlina dalla Premier League. In cambio di scommesse mai valorizzate che finora hanno rafforzato qualche volta la Primavera. La curva chiusa di domenica ha regalato ad alcuni di noi una prospettiva televisiva altrimenti ignota. Uno spogliatoio silenzioso e triste per una squadra in cui ciascuno ha pensato di salvarsi individualmente con atteggiamenti al limite dell’insubordinazione. Una dirigenza assente che ha prodotto danni, con i Direttori, Generale e Sportivo, ectoplasmi. Direttore Sportivo poi che dovrebbe essere cacciato via con ignominia al solo pronunciamento della frase “MERCATO DI GENNAIO 2015”. |
