domenica, Maggio 19, 2024 Anno XXI


A conclusione di una settimana trionfale per la storia di CoredeRoma, culminata mercoledì nella stupenda serata a teatro organizzata insieme a Roberto e Laura, alla presenza di un numero di artisti che gravitano nell’orbita del cabaret romano, tra cui spiccano le presenza di Maurizio Battista, Enzo Salvi, Marco Capretti e Francesca Brienza, tracciamo un bilancio di questo segmento di stagione, nostro e della Roma.

La gioia e l’allegria letta negli occhi e nelle parole delle oltre 500 persone presenti a teatro ci ripaga di tutto, del tempo impiegato nella preparazione di un impianto scenico che non rientra certo nelle nostre attività abituali. Le parole e la presenza creativa degli artisti hanno nobilitato ed interpretato la voglia di partecipare e stare insieme, con lo scopo di socializzare e fare beneficenza a chi ha qualche problemino più di noi.

Ne siamo orgogliosi e voltiamo pagina, pronti ad organizzare nuove cose. GRAZIE A TUTTI. Questo era l’argomento serio.

Ora passiamo alle storielle leggere: la Roma.

Dopo i 15 minuti di eroico sforzo contro la Juventus, fruttati un insperato punto, si è immediatamente tornati alla mediocrità più assoluta.

Qui è tempo di dirci le cose per quello che sono.

La Roma nostra esiste ancora?

La Roma povera e gajarda degli anni 70,
la Roma giovane e vincente degli anni 80,
quella disperata ma dignitosa degli inizi anni 90,
quella (poco) vincente ma sempre presente degli anni 2000.

Oggi abbiamo una Roma arrogante in ogni espressione. Nella società, che pretende di insegnarci ad essere tifosi della Roma arrivando da oltre oceano, dispensando ok per tutti anche quando di ok se ne vedono pochi, ricordandoci ogni momento che eravamo dei pezzenti e che, per questo, tutto quello che viene è bono.

Arrogante nei dirigenti, uno sportivo e uno generale, che pensano e si comportano come se ognuno di noi fosse un coglione, da fidelizzare con un acquisto esotico o con un prodotto Nike da indossare.

Arrogante nei giocatori che, dopo un secondo posto che ci aveva esaltato, hanno affrontato il nuovo campionato con criminale sufficienza, con vigliacca apatia, con profondo distacco dal lavoro professionale giornaliero.

Arrogante nell’allenatore che, dopo mesi in cui si pretendeva da lui prese di posizione decise nei confronti di giocatori e società, oggi esplode nella rabbia e nella voglia di chiarire nel chiuso di Trigoria.

Ci sembra che ormai il sig.Garcia sia fortemente minoritario nel parlamento trigoriano e che il suo credo e la sua parola siano seguiti da pochi.

Se se ne è accorto oggi è grave, gravissimo.

Ma forse (speriamo) non troppo tardi per salvare una stagione che sembra avviarsi al declino.

Un secondo posto sarebbe un ottimo risultato, valutando tutto, non per come è venuto finora, ma per valori complessivi oggettivi, considerando anche le mancanze definitive di Castan e Strootman.

Un risultato diverso sarebbe una regressione inaspettata e basata su troppe scelte sbagliate DI CUI QUALCUNO DOVRÀ ASSUMERSI PIENA RESPONSABILITÀ, SABATINI E BALDISSONI IN PRIMIS.

Non escludiamo neanche colpe nostre, sono passati 4 anni di nuova gestione, a cui è stato permesso di tutto, dallo scempio dei campionati con Luis Enrique, Zeman e Andreazzoli, al triste 26 maggio, al cambio obbligato di uno stemma per noi Storico, alla politica dei prezzi che ormai ci considera CLIENTI, alla assoluta mancanza di feeling con la storia sanguigna della AS ROMA 1927.

Adesso ci siamo stancati, partite come quelle di oggi a Verona sono coltellate nella schiena dei tifosi, le facce dei giocatori e le parole di Garcia dicono tutto.

Si ricomincerà a giugno col prossimo giro del gioco dell’oca, alla caccia del futuro radioso che prima o poi giungerà. 5 anni o 50 che siano.

Ci saremo?

Noi ci saremo sempre, chiunque ci sia dentro a quelle maglie, chiunque ci sia a presiedere un CdA.

FORZA GRANDE GRANDE ROMA.

Romatto

CoredeRoma