sabato, Maggio 04, 2024 Anno XXI


Ci sono film che, al di là del contenuto artistico, sono una vera e propria miniera di battute. In uno di questi, ci pare di ricordare che fosse “vacanze di Natale”, un grande Riccardo Garrone (l’attore che interpreta San Pietro nella reclame della Lavazza) afferma stentoreo e sollevato, alla fine del cenone: “Pure sto Natale se lo semo levati dar cazzo…”Volendo parafrasare si potrebbe riferire la stessa cosa parlando del Campionato di Serie A, mai inutile come quest’anno. Ci pregiamo di risparmiarvi il turpiloquio invitandovi ad un sano fai da te.
Lungi da noi inoltre voler entrare nel tunnel degli obiettivi, più o meno centrati, e nei peana della squadra che ha giocato “il più bel calcio del Campionato”. La fine del Campionato, di questo Campionato, ci solleva.
Come? E della Coppa Italia non diciamo nulla?
Scusate quale Coppa Italia?
Riparliamone tra un paio di settimane.
In settimana invece abbiamo evitato di prendere la tastiera perché non ci è capitato mai, e non volevamo certo fare eccezione questa volta, di celebrare in questo piccolo spazio squadre che non siano l’AS Roma.
Si è trattato di una scelta deliberata, mentre tutti di sforzavano di dare risposte, a volte assai fantasiose, anche se la semifinale di CL avrebbe meritato comunque un commento.
Troppe similitudini e troppi rimpianti per far finta che la cosa non ci toccasse.
Ci si è domandati in settimana come sia potuto accadere che una squadra di cui abbiamo disposto a piacimento durante il corrente anno solare, abbia potuto fare strame di uno squadrone come quel Manchester United che in terra di Albione ci aveva fatto un mazzo in perfetto stile Zodiac.
Domande corrette, sensate, che però non hanno tenuto conto del fatto più importante: nel calcio non valgono ne la proprietà transitiva ne il sillogismo Aristotelico.
E non hanno poi tenuto conto della verità eclatante per cui il Manchester United è il club più ricco del mondo, mentre il Milan è sicuramente uno dei club più ricchi d’Italia. Può bastare?
Quando la Roma ha valuto fare “lo stravede”, ha messo su una squadra che poteva permettersi di tenere Montella e Nakata, dei tempi d’oro, bellamente in panchina.
Quello sforzo ha generato la realtà odierna, non bisogna dimenticarlo.
Una cosa invece che non abbiamo condiviso è stata la lamentela da parte dell’informazione sull’ambiente romano, lato tifosi, che così ampiamente li foraggia.
Non vorremmo sbagliare, ma in Italia non esiste una realtà che sfama tante bocche come quella romana, e ciò avviene grazie al coinvolgimento dei tifosi che aderiscono, sotto fomento, entusiasticamente a qualsiasi iniziativa.
Per ottenere l’adesione però c’è bisogno della carica giusta che si genera pompando qualsiasi avvenimento, qualsiasi vittoria, qualsiasi giocatore, qualsiasi situazione.
Il circolo virtuoso stampa, radio, fomento, tifosi, Roma è quello che in gergo si chiama “ambiente romano” dove però, e non ci stancheremo mai di dirlo, non ci sono responsabilità paritarie.
Fosse anche solo per l’asimmetria evidente rappresentata dal fatto che qualcuno i soldi ce li mette e invece qualcun altro i soldi ce li prende.
E sono figli nostri, ahinoi, anche quegli sciacattati che hanno fatto si che la partita di mercoledì si giochi alle sei del pomeriggio per ragioni di ordine pubblico.
Gli eroi della “puncicata” da giornaletto che aspirano al riconoscimento mediatico che anche queste occasioni (amo fatto spostà a partita!) gli regalano a gratis.
Una volta c’era in uso la sana pratica dei calci in culo, non quelli delle giostre, in una forma di autotutela della tifoseria. Detto metodo pedagogico risulta oggi in disuso.
Ed è un motivo in più per aspettare la fine della stagione senza alcuna nostalgia.