mercoledì, Maggio 14, 2025 Anno XXI


da Roma radio – forzaroma.info

Queste le parole di Rudi Garcia rilasciate in un’intervista esclusiva a Roma Radio, la radio ufficiale della società giallorossa.

Rudi GarciaCosì si comincia un’intervista rilassata, buongiorno mister Rudi Garcia
Buongiorno.

E’ gradita questa?
Bellissima questa canzone.

Quando si pensa alla Francia c’è sempre questa nuance molto elegante e Trenèt, da questo punto di vista, è il rappresentante.
Sì, non è la mia generazione, ma lo conosciamo tutti. Dolce Francia, questa canzone è fantastica.

Avevo chiesto qualche mese fa di avere a disposizione il Mister per fare un intervista un po’ diversa, perché quando si fanno le interviste si va sempre sull’attualità, invece a me interessava il personaggio. Ho un po’ studiato il mister della Roma in questo anno e mezzo e volevo fare una chiacchierata sul personaggio che interessa molto anche ai tifosi della Roma. Chi è Rudi Garcia?
C’è un personaggio pubblico e un personaggio privato. Quello provato lo conoscono solo i miei cari, la mia famiglia, i miei amici. E’ totalmete vero che è diverso il personaggio pubblico da quello privato.

Sei molto geloso delle tue cose personali e questo si era capito fin dall’inizio ed è giusto che sia così, inoltre ho capito anche, leggendo la biografia, che sei uno che punta molto sull’amicizia, che è un valore molto importante. Hai degli amici per esempio da tanto tempo, vero?
Sì, ne ho uno che mi porto dalla scuola. Ho pochi amici nel calcio, soltanto due  Perront e Montagner e poi ho due grandi amici, uno di scuola e uno che è radiologo in Francia. Io sono molto fedele sull’amicizia, è molto importante perchè quando uno ha un problema deve essere sempre supportato dagli amici. Quando tu hai bisogno sono la con te.

Come era Garcia da ragazzo?
Non era tranquillo era un po’ agitato, ma sempre con l’educazione che mi hanno dato i miei genitori. Ridere, anche troppo, a scuola mi ha creato dei problemi.

Ti hanno sospeso?
Si, è arrivata perché con il mio amico eravamo distratti e purtroppo non si può fare.

Quando uno è così da ragazzo diventa severo da genitore? Nel senso che non vuoi che i tuoi figli facciano i tuoi stessi errori. 
Sì, questo è vero, anche se io ho sempre puntato sulla responsabilità per le mie figlie. Spiegare le cose e lasciare la loro libertà, anche intellettuale per capire cosa si può fare e cosa non si può fare.

Cosa fa Garcia quando si rilassa?
Sta a casa tranquillo.

Film?
Sì, anche vedere i film. Adesso li vedo anche in italiano. All’inizio mettevo i sottotitoli, certe volte li metto ancora, ma piano piano comincio a capire.

Cucini?
No, per niente. Ho sempre avuto donne meravigliose, su questo punto di vista, vicine a me, anche se ho passato molto tempo solo e qualche piatto di pasta lo so fare, ovviamente non come gli italiani. Li faccio da francese, sono immangiabili, ma almeno non muoio di fame.

Italia e Francia. Quando è uscito il Feyenoord mi è preso un colpo perchè in quello stadio l’Italia ha perso l’Europeo e non l’ho vissuta affatto bene. Per me siete i laziali d’Europa. Con noi italiani c’è una rivalità storico sul vino, sul mangiare. Come vive Garcia questa situazione? Si sente un po’ italiano adesso Garcia?
Adesso sì. Quando vivevo in Francia andavo spesso in Spagna. Dell’Italia prima conoscevo pochissimo, ho fatto un viaggio a Venezia con la scuola a 15 anni. Ho degli amici italiani che sono proprietari di tanti alberghi a Djon. Avevo visto anche Milano, ma dell’Italia non sapevo niente. Adesso che sono qua è incredibile, perché non è che sto bene qui è che sento proprio le cose, sul cibo, sulla bellezza della lingua e sulle canzoni. Non ci credo alla cosa di avere tante vite sono uno più del presente e più concreto, ma a volte mi sento di essere stato italiano in una vita precedente. Forse perchè avendo nonni spagnoli sono più latino che francese.

Formaggi italiani o francesi?
In Francia ci sono più varietà di formaggi e non tutti sono buoni.

Vini?
Ho scoperto dei vini in Italia fantastici. Mi piacciono tanto i vini dell’Alto Adige e mi piace anche il Montepulciano d’Abruzzo. Mi piace più il rosso, ma ci sono dei vini bianchi incredibili. Mi piacciono più i vini italiani che quelli di Bordeaux. Sono quasi sempre stato circondato dagli italiani, ho parlato dei miei amici di Djon, ma c’è anche il presidente del Djon ed il suo assistente.

E’ vero che i francesi sono sempre incazzati?
Non ne faccio una generalità, ma a volte sembra che il farncese se la gioca un po’ . Ma non è vero in tutta la Francia. Ho vissuto a Lille e St.Etienne e la gente è fantastica, gentile ed aperta, forse perchè sono due regioni che hanno sofferto, dove si lavorava in miniera è c’è molta umanità. Si dice “al Nord della Francia si piange due volte: quando arrivi e quando vai via”. Ed è vero.

I parigini hanno la puzza sotto al naso? Sono antipatici anche ai francesi?
I francesi sono tutti contro la Capitale.

Noi ne sappiamo qualcosa.
La cosa differente della Francia però è che Parigi sta più al Nord. Effettivamente c’è questo antgonismo verso Parigi da parte di tutte le altre regioni.

Che musica ascolti?
Un po’ di tutto. Anche se ho dei gruppi preferiti. Il mio gruppo preferito sono gli U2, ma ho scoperto la canzone italiana e mi piace molto. Siete molto romantici, ci sono molte canzoni d’amore.

Anche in Francia però.
In Francia molto meno. Abbiamo questa notorietà, ma non è la verità.

Cinema?
Sì, mi piace, ma più a casa.

Sei romantico?
No, a me piacciono i thriller ed i film d’avventura dove c’è poco da pensare, ma solo da rilassarsi.

Leggi?
Non abbastanza, anche se ho dei libri interessanti. Paulo Coelho è il mio scrittore preferito.

Le donne? Meglio francesi o italiane?
Non si può vivere senza le donne, è un dono di Dio. Io dico che la dolcezza delle donne nel futuro farà un mondo migliore.

Le italiane sono più solari. E’ vero?
Qui in Italia c’è solo una bella donna ed è la mia.

E’ cambiato il tuo rapporto con Roma?
Si è approfondito ed è migliorato. Quando sono arrivato erano più scettici.

Era meglio?
Non lo so, non ho pensato a questa cosa. Mi hanno detto “è una piazza difficile” ma per niente, veramente. La tifoseria è incredibile, quest’anno ci ha dato dei segnali di supporto come non ho mai visto nella mia carriera, perché loro sono intelligenti, capiscono tutto, sanno che la loro squadra da tutto in campo e prova a giocare un gioco d’attacco, un gioco spettacolare che serve a daro la felicità e loro vedono queste cose e anche se certe volte perdiamo, perché apparte il Bayern Monaco perdono tutti,  capiscono che quello che facciamo lo facciamo con il cuore e con tutta la nostra energia.

Hai instaurato subito un buon rapporto con la curva. 
Quando non conosci lo Stadio Olimpico della Roma e vivi la prima partita, capisci subito che il cuore della tifoseria è la curva sud. Ho visto subito il sostegno importante della Curva Sud. Loro iniziano tutto canti, cori ed è il supporto alla squadra, per questo a fine partita ho voglia di salutare tutto lo stadio, ma salutando il cuore è come se salutassi tutti.

Che consiglio daresti al Garcia di un anno fa?
Di fare le stesse scelte, i giocatori e la società, insieme ai tifosi, devono essere uniti per stare più in alto possibile ed è quello che vogliamo tutti.

Garcia non è solo un bravo allenatore, ma è anche un personaggio per quello che dice. Queste frasi quanto ti rappresentano? 
La cosa che conta di più è la comunicazione interna con la squadra ed i calciatori. Sono la guida dei ragazzi e faccio in modo di trasmettergli la mia energia e la mia voglia e vedere in campo tradurre questa cosa, esprimendo un’identità di gioco, è la cosa più importante. La gestione umana di tutta la società conta di più della comunciazione con i media. Io cerco sempre di dire quello che penso rispettando tutto e tutti, anche se è normale che non siamo sempre d’accordo con tutti.

Ti hanno mai mancato di rispetto in Italia?
C’è gente che è importante per me, ed ho avuto sempre rispetto da loro, come calciatori, tifosi e società. Gli altri non contano o per interesse personale o perché non sono romanisti. Se dicono di essere romanisiti e non lo sono, non contano niente.

Ho l’impressione che Garcia ha parlato in questi 20 minuti come uno che deve rimanere a lungo su questa panchina…
Capisco questa cosa e lo spero tanto. Faccio quello che ho fatto a Djon o a Lille, lavoro ogni giorno, non per me ma per il futuro del club, come se dovessi rimanerci per tutta la vita e finchè non mi cacciano o finché abbiamo le stesse ambizioni, andremo avanti insieme.

Fai gli auguri ai tifosi?
Tanti auguri. L’atmosfera nataliazia mi piace molto e mi fa sognare, come quando ero bambino. Tutti i momenti che vuoi passare con i cari sono momenti di felicità ed è questa la vita. Io sono fuori Paese, ho la mia famiglia in Francia e non vedo l’ora di vederli a Natale.