mercoledì, Luglio 02, 2025 Anno XXI


da romanews.eu

Rudi GarciaRudi Garcia sale in cattedra e lo fa dalle aule di viale Romania 32 dove, questa mattina, ha incontrato gli studenti dell’Università LUISS Guido Carli per presentare il suo libro “Tutte le strade portano a Roma”. L’incontro è stato introdotto da Giovanni Lo Storto, Direttore Generale LUISS e moderato dal giornalista Massimo Caputi. “Questa settimana la squadra mi ha conosciuto arrabbiato dopo quello che è successo a Catania, per domenica saremo 11 lupi in campo”, ha detto Garcia parlando della prossima sfida con la Juventus. “Prendiamo esempio dal Benfica. Lo scorso anno hanno perso tutto e quest’anno sono in finale su tutto, stanno per vincere quasi tutto. Cosi’ dobbiamo fare noi e mi auguro per la Roma che possa essere il prossimo anno”.

Il tecnico rilascia alcune dichiarazioni alla Web Radio della Luiss.  Ecco le sue parole:

Che idea  si è fatto dopo una stagione in Italia?
“Non conoscevo quasi nulla. L’unica cosa è che mi immaginavo prima di venire qui è che la Roma era un grande club. Sono stato qui a Roma 3-4 anni fa e avevo visto questa bellissima città e mi ero detto ‘sarebbe bello allenare a Roma‘.”

La società ha dichiarato che vuole fare di lei il nostro Ferguson. Quali sono i suoi progetti?
“Io faccio come sempre. Lavoro qui come ho lavorato negli altri club, come se fosse il mio ultimo club. Io so che nel calcio è difficile prevedere le cose e siamo noi allenatori ad essere sempre giudicati dai risultati. Abbiamo iniziato quest’anno a fare grandi cose con la Roma ed il progetto è ambizioso. E’ questo che mi è piaicuto quando ho incontrato Pallotta, che vuole fare della Roma uno dei più grandi club europei. Sarà dura, ma Roma non si è fatta in un giorno”.

Che feeling c’è con la tifoserie? Quanto mancava la Sud quando era squalificata?
“E’ una delle tifoserie più belle in Europa. Era brutto giocare senza la Sud. L’obiettivo nostro era ridare orgoglio alla tifoserie e vedere contro il Milan festeggiare tutti era una cosa piacevole. Questa è la mia felicità, aver ridato la gioia a tutti i tifosi”.

Ore 12.00 – Prende il via la conferenza di Garcia. Ecco le sue parole:

Come nasce l’idea di scrivere un libro?
“L’idea di scrivere un libro è stata di un amico. A me non piace parlare del privato, ma con lui è stato facile. Ho tante passioni per alcune cose, anche se le passioni non diventano un mestiere, io ci sono riuscito, ma comunque va seguita, è qualcosa di positivo che riempie la persona. La mia passione nasce da mio padre che era calciatore e allenatore”.

Quanto è stato importante essere stato giocatore?
“E’ importante per capire cosa vuole un giocatore. Capisci che è anche furbo, mi aiuta tanto per gestire un gruppo”.

Si può arrivare anche senza le scorciatoie al vertice?
“Adesso lo vediamo, in Francia ci sono tanti allenatori usciti dai Mondiali di Francia 98, anche se il percorso non è lineare se uno ci crede può arrivare a ciò che vuole. Più è dura una cosa e più io sono combattente, non bisogna mai accontentarsi, sono un insoddisfatto eterno, voglio sempre migliorare e fare meglio sarà anche l’obiettivo per la stagione prossima”.

(Ovazione degli studenti)
“Bravi! Non mi aspettavo questo Olimpico bis”.

E’ una dota naturale la tua comunicazione straordinaria?
“E’ piu difficile in italiano ma mi sono sempre piaciute le parole, anche su questa cosa uno che fa il mio mestiere deve essere sempre attento a quello che dice, noi dobbiamo essere d’esempio”.

Ore 12.15 – Prosegue la presentazione del libro Rudi Garciache si sofferma sulla lingua italiana elogiandola così: “L’italiano è una bella lingua, voi cantate quando parlate, per me è fondamentale sapere l’italiano per rispetto del Paese e della squadra. Ho imparato in fretta, ma devo migliorare: forse devo venire qui a studiare”.

Ore 12.20 – Garcia inizia a risponde alle domande degli studenti.
“Questa settimana la squadra mi ha conosciuto arrabbiato dopo quello che è successo, per domenica saremo 11 lupi in campo”.

Ha lavorato molto sul piano psicologico?
“Sì, ma ho anche dato un’identità ai giocatori e alla squadra, sono arrivato qui, ho capito la delusione dei tifosi, soprattutto per l’ultima partita della scorsa stagione, un giocatore che non ha fiducia non può dare il meglio di se stesso, mi interessa piu l’uomo che il giocatore, til mercato è stato fatto in quest’ottica: danno tutto in campo e fuori. Abbiamo assistito a tanti segnali positivi: il gran gol di Pjanic nella seconda giornata, il gol di Federico Balzaretti”.

Se in Francia le chiedessero cos’è la Roma?
“La Roma è unica, diventerà uno dei piu grandi club europei, è conosciuta in tutto il mondo, è una cosa importante e che portiamo avanti tutti quanti dal presidente all’ultimo magazziniere. A Roma viene tutto di pancia, non ci sono parole per descrivere quello che si prova ascoltando l’inno”.

Cosa pensa di quello che ha detto Prandelli su Destro?
“Destro è un talento immenso: è un calciatore da gol e lui ce l’ha, possiamo lavorare sulla cattiveria e sulla continuità, mi auguro di vederlo ai Mondiali”.

Rifarebbe tutto?
“Sì, il nosto percorso è straordinario, non cambio niente, il mio mestiere è vivere delle emozioni collettive, belle e forti e non accadono molte volte: quest’anno è stato un piacere immenso, mi dispiace essere alla penultima giornata”.

Come ha reagito dopo Catania?
“Non ho avuto tante occasioni in questa stagione di gestire una sconfitta… Sono arrabbiato dopo Catania, perchè dobbiamo finire la stagione nel migliore dei modi per iniziare la prossima già pronti, anche perchè dopo il mondiale ci saranno tanti giocatori che faranno in ritardo la preparazione. Questa cosa può succedere una volta, ma mi auguro non avvenga mai piú. Quando abbiamo perso poi abbiamo sempre vinto. Domenica sono sicuro che vedremo 11 lupi in campo”.

Se la sente di dire che la Roma ha gettato le basi per il futuro?
“Abbiamo costruito qualcosa di importante in questa stagione. Io quest’anno ho preso l’esempio del Benfica”.

(Applauso dalla platea, ndr)

“Che ho detto? (Ride, ndr). Lo scorso anno hanno perso tutto e quest’anno sono in finale su tutto, stanno per vincere quasi tutto. Così dobbiamo fare noi e mi auguro per la Roma che possa essere il prossimo anno.

Come si possono recuperare dei valori in questo sport?
“È difficile dirlo. Succedono delle cose brutte come quelle prima della finale di Coppa Italia. Sono lo specchio della società ma attenzione a non generalizzare. Un romanista che litiga con un napoletano? No, è uno stupido, così come succede nella vita di tutti i giorni. Un genitore non deve pensare se portare o meno i figli allo stadio, deve essere una cosa naturale portare la famiglia a vedere una partita. Lo sport è la più bella metafora della vita. Ci sono paesi che sono riusciti a fare qualcosa per il calcio: credo ci sia una strada da seguire e tutti dobbiamo spingere in questa direzione. Si deve buttare fuori chi fa del male al calcio.”

Nel corso dell’anno ci sono stati altri elementi che hanno unito il gruppo? Tipo il rafting durante il ritiro?
“Ho trovato grandi uomini dietro a quelli che sono grandi calciatori. È un atteggiamento positivo, di squadra. Di questo sono fiero e non dobbiamo mollare. Adesso dobbiamo scegliere gli uomini giusti per il prossimo anno. Una tifoseria può perdonare tutto ad una squadra che da tutto e suda per questa maglia.”

La Roma con la rosa attuale cosa avrebbe meritato in Europa?
“La cosa strana è che l’anno prossimo forse avremo meno punti ma vinceremo il campionato.”

Può darci consigli su come riuscire qui a Roma?
“Io sono guida più che allenatore, ho un atteggiamento importante con la squadra, sono motivato ed ho la fortuna di avere a disposizione grandi giocatori e grandi leader. Quando vedo l’atteggiamento dei miei prima di una gara non vorrei essere l’avversario”.

Ore 12.50 – La presentazione si conclude. Garcia si ferma a firmare autografi sul suo libro e a farsi immortalare nelle foto con gli studenti della Luiss.