ULTRAS BERGAMASCHI PRONTI ALLA PROTESTA IN ATALANTA-MILAN: “DIFFIDATECI TUTTI”
Categorie FaceBookScritto da Paolo Nasutovenerdì, 9 Maggio alle ore 12:18
Il codice ultras ha leggi non scritte ben chiare e condivise. La rivalità fra le varie tifoserie, spesso violenta e senza fine, viene sempre messa in disparte quando il mondo esterno minaccia una della realtà aggregative più longeve dell’intera Repubblica. Il tifo organizzato nasce nel 1968 (la Fossa dei Leoni del Milan è il primo gruppo ultras della storia). Insomma quasi 50 anni di lotte comuni. I nemici, vecchi e nuovi, sono sempre gli stessi: polizia, leggi liberticide, tv e calcio business.
Dopo i fatti di Roma e il daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) a Genny ‘a Carogna, le tifoserie di tutta italiana si compattano. Alfano parla di diffida a vita, ma tutto ciò, ai ‘nuovi martiri’ del tifo poco importa: “Dateci il Daspo a vita e forse ci darete il mezzo per unirci al di là dei colori e venire in piazza tutti insieme a combattere questa politica che sta uccidendo questo paese ed i suoi cittadini!” si legge sul comunicato ufficiale della Curva Sud del Milan. Settore che non più tardi di domenica scorsa ha proposto in mondovisione una coreografia contro il Sindacato di Polizia, in favore di Federico Aldrovandi, ragazzo ucciso da alcuni agenti.
Milanisti che domenica a pranzo andranno in trasferta nel ‘catino’ di Bergamo. Ma questa volta, i tifosi atalantini, nemici storici, promettono che non se la prenderanno con gli avversari ma insceneranno una protesta (bisogna capire se e con quale grado di violenza) contro questo attacco al ‘sistema-ultras’. Sono ancora vive le immagini del novembre 2007 quando a poche ore dall’uccisione del tifoso laziale Gabriele Sandri, la Nord bergamasca riusci a far interrompere la partita, grazie alla rottura della vetrata che separa il settore dei supporters più caldi dal campo.
Gli episodi di discriminazione territoriale di quest’anno, hanno compattato ancora di più, da nord a sud tutte le tifoserie italiane. Nel 2003, a Milan, gli ultras dello ‘stivale’ marciarono compatti fino a via Rosellini, sede della Lega, per protestare contro il cosiddetto ‘calcio moderno’. Quella volta non si verificò nessun episodio violento. Ma il rischio di provocare un altro raduno, con conseguente infiltrazione dei più classici ‘delinquenti da manifestazione’, fa paura.