lunedì, Maggio 20, 2024 Anno XXI


«Abbiamo sentito un botto pauroso e visto il vetro posteriore dell’auto andare letteralmente in pezzi. Ho avuto veramente paura».
È ancora in autostrada, direzione Belluno, l’ex consigliere comunale Lorenzo Bortoluzzi quando, al telefono, riferisce dell’agguato subìto a Firenze da sette tifosi bianconeri, tutti bellunesi e tutti appartenenti allo Juventus club “Pavel Nedved” di Belluno.
Era terminata da pochi minuti la sfida tra la “viola” e la “vecchia signora”, gara tradizionalmente molto sentita dalle tifoserie quando, appena usciti dal parcheggio riservato agli ospiti dello stadio “Artemio Franchi”, «ci siamo immessi sulla statale che porta all’autostrada», racconta Bortoluzzi, ancora scosso. «Un vialone lungo e pieno di semafori. Abbiamo subito notato l’assenza di polizia, evidentemente le forze dell’ordine avevano preferito rimanere dentro lo stadio. Dopo solo una cinquantina di metri abbiamo notato una moto con due uomini, il passeggero senza casco. Affiancavano le auto, guardando dentro alla chiara ricerca di segni che potessero indicare tifosi juventini. Si sono avvicinati alla nostra (un monovolume Fiat Ulysse, ndr) e, pur non avendo sciarpe o altro in vista, ci hanno identificato. Quello dietro ha cominciato a sferrare pugni ai finestrini e alle portiere dell’auto. Ci hanno seguito e, dopo circa un chilometro, quando ci siamo fermati a un semaforo li abbiamo visti riavvicinarsi. Nemmeno il tempo di guardare che abbiamo sentito un botto spaventoso. Il lunotto posteriore è andato letteralmente in frantumi, proprio dietro la mia testa, poi la pioggia di vetri. Credo si sia trattato di un grosso masso. Quando Diego (Trevisson, proprietario dell’auto, ndr) ha accelerato per fuggire abbiamo visto la moto dileguarsi in una via laterale. Ma ai semafori successivi altri tifosi fiorentini, notando il vetro rotto, ci hanno assalito, prendendo a pugni e calci la nostra auto».
Ancora scossi, i sette bellunesi (tra cui anche il vice-presidente del club, Nicola Stievano) sono riusciti a imboccare l’autostrada. «Siamo senza lunotto posteriore, fa un gran freddo», prosegue Bortoluzzi, «ma cerchiamo di evitare gli autogrill finchè non siamo fuori Firenze. Cosa devo dire? Grazie a Firenze e ai suoi tifosi: grande esempio di civiltà. L’unica consolazione è che non si sia fatto male nessuno, ma lo spavento è stato davvero tanto».
[Fonte: Il Corriere delle Alpi]

Per Corederoma
Paolo Nasuto