da iltempo.it

Tre curve chiuse in sette giornate di campionato, una cosa mai vista in Europa. Continua a tenere banco il problema razzismo nel calcio italiano, soprattutto dopo la decisione del Giudice Sportivo di disputare il prossimo match del Milan (previsto per il 19 ottobre contro l’Udinese) a porte chiuse per aver «intonato un insultante coro espressivo di discriminazione territoriale nei confronti dei sostenitori di altra società».

In Inghilterra, come in Germania, i casi di razzismo sono pressoché nulli. Le misure di sicurezza adottate da queste nazioni sono restrittive, ma non coinvolgono l’intera fetta di tifosi. L’insulto razzista viene trattato allo stesso modo in cui viene trattato un atto di violenza. Tolleranza zero. Quando negli stadi si verificano episodi di intolleranza o violenza, la polizia sequestra tutte le pellicole dei fotoreporter presenti e passa al microscopio la grande quantità di materiale filmato, prodotto dalle telecamere a circuito chiuso. In questo modo è facile individuare il responsabile, grazie anche ad una importante collaborazione dei media e al controllo intenso degli steward negli impianti. Un controllo capillare a cui non si riesce a sfuggire, che naturalmente non cancella in assoluto, ma frena e argina atti del genere.

Ad esempio, durante la partita Tottenham-West Ham della scorsa stagione (finito poi 3-1 per gli Spurs), alcuni tifosi più estremisti degli Hammers hanno urlato: «Adolf Hitler sta venendo a prendervi». Con esplicito riferimento ai legami tra il Tottenham e la comunità ebraica di Londra. Poi hanno sibilato un fischio per simulare il gas che usciva dalle camere di sterminio nei campi di concentramento nazisti, inneggiato alle coltellate, e infine hanno innalzato cori di approvazione alla Lazio per le offese precedentemente rivolte ai sostenitori del Tottenham. Immediata e netta la reazione della Federcalcio inglese: apertura di un’inchiesta e successiva condanna disciplinare grazie alle immagini delle telecamere. Non da meno il West Ham United che ha subito annunciato che «attuerà le misure più dure possibili contro i tifosi, tra cui il divieto a vita di ingresso alle partite, colpevoli di comportamenti categoricamente non tollerati dal club».

Non fa eccezione la Spagna. Intolleranza «storica», tra Real Madrid o Atletico Madrid e catalani del Barcellona. Cori e striscioni si sentono continuamente tra le due squadre, ma mai è stata presa una misura restrittiva nei confronti delle tifoserie per tali atti.

Serena De Iaco