venerdì, Dicembre 13, 2024 Anno XXI


Fedele ad un cliché che la vede sempre uguale a se stessa, capace di rendere liquidi i sogni e solidi gli incubi, la Roma c’ha regalato un’ennesima serata senza ne capo ne coda.
Sapevano tutti, e lo sapeva bene anche Rosella Sensi che infatti non si era fatta sfuggire l’occasione per un intervento corroborante, che questa serata serviva a staccare un biglietto per gli ottavi ed un assegno per il prosieguo di un progetto che fa, e non è colpa di nessuno, pesantemente conto sull’autofinanziamento della società.
E dopo aver fatto strame di quella masnada di pippe blaugrana all’italiana, è non facciamo mistero che il nostro giudizio sia pesantemente influenzato dalle insulse castronerie catanesi nel post partita, siamo andati a scagliare con questa “donesk globe trotter” dei poveri.
E siccome stiamo nella felice condizione di quelli che il biglietto se lo pagano, ci possiamo permettere di dire che lo schifo di stasera non ha giustificazione alcuna.
Non sarebbe stata infatti sufficiente neanche la scompaginata prestazione dell’arbitro a fermare una Roma degna di tale nome.
Sarà forse l’amarezza ma hanno un pizzico di ragione quelli che affermano che la Roma incarna tutti i più grandi pregi ma anche i principali vizi della città di cui porta il nome.
Tra questi c’è sicuramente quello di essere infingarda, forte con i deboli ed acquiescente con qualcuno che gli mostra un minimo di attributi.
E adesso, per favore, che nessuno ci venga a parlare di partita della vita.
La vita, o meglio er grasso der core, se lo magnano noi a sta appresso a sta squadra contemporaneamente geniale ed encefalitica.Ad maiora