lunedì, Dicembre 02, 2024 Anno XXI


La Roma è così. Ti addanna e ti ristora, ti fa sognare ed imprecare.
Poi capitano i giorni come oggi in cui vedi un calcio che era tempo che non si vedeva nel campionato. Sciolto, sicuro, semplice e geometrico nella sua bellezza. E dall’altra parte non c’era certo uno squadrone, ma una squadra ordinata e tignosa che poi aveva trovato quello che spesso spezza le gambe all’avversario e conduce le partite verso l’approdo del pareggio: un gol di Volpi, replica vincente pochi secondi dopo il primo gol del Capitano.
Già il Capitano.
Dopo quel gol fantasmagorico, il suo secondo odierno, voluto, inseguito, progettato e realizzato con precisione chirurgica, si è tolto la soddisfazione di rispondere a chi lo aveva punzecchiato in settimana sparando le ennesime castronerie sul suo conto e sulla sua cifra tecnica.
Ma, come se non fossero stati sufficienti gli illuminati pareri di Platini e Matarese, anche molti dei commentatori hanno detto la loro in chiave esterofila, esaltando una prodezza di Ronaldhino in paragone a ciò che riesce normalmente a proporre il Capitano.
Ora noi non crediamo all’incompetenza perché l’incompetenza è un fenomeno puntuale, quando comincia ad essere diffusa cela ben altre manovre. Crediamo piuttosto che questo amore smodato che alcuni professano per gli assi stranieri sia dettato più da una forma di odio verso Roma, la Roma e la Romanità, tutte cose che Francesco Totti incarna al mille per cento.
Il Pallone d’Oro a lui (ricordiamolo quest’anno neanche nominato) è diventato un argomento stucchevole e vincerlo una imprendibile chimera per questioni che travalicano gli aspetti tecnici.
Qua infatti c’è un campione a tutto tondo, uno che marca e segna, detta gioco e mosse, interpreta tattica e scodella sublimi colpi di genio. Il prototipo del calciatore moderno, di quell’universalità che aveva trovato le sue fondamenta nell’Olanda di Cruyff e che oggi viene riproposta dalla Roma ad una velocità doppia di quella del tempo d’oro degli arancioni.
Come se non bastasse questo ragazzo ha una attività pubblica che integra il suo genio calcistico con qualità umane assolutamente non comuni. Se il premio fosse affidato con criteri oggettivi, Totti il Pallone d’Oro lo avrebbe vinto almeno già tre o quattro volte.
Ma sappiamo tutti che non è così, talchè quest’anno è toccato a Cannavaro che è stato giudicato per quello che ha fatto, peraltro benissimo, nel breve volgere di un mondiale. Oggi a Madrid tutti lo sbeffeggiano e lo contestano come uno dei peggiori mai visti da quelle parti…Ironia della sorte.
Ma questo è il calcio. Finto come una banconota da trenta euro.
E sugli scudi oggi, accanto al Capitano anche un altro straordinario interprete, il più forte mediano che ci sia in circolazione oggi al mondo: Daniele De Rossi.
Ha fatto cose impressionanti salvando sulla linea e dettando l’assist vincente. Autentica trionfo di emozioni e di bravura.
Una Roma da stropicciarsi gli occhi e da leccarsi i baffi.
Rimane così il mistero di come una squadra di tale fatta abbia potuto regalare solo tre giorni fa una prova scialba e incolore in terra Ucraina.
Ma la Roma è così. Era così e sarà sempre così. Impossibile comprenderla.
Bisogna amarla e basta.
Ad maiora