venerdì, Maggio 09, 2025 Anno XXI


Al primo giro di vite, in Lega Pro saltano 4 squadre: escluso per non aver nemmeno presentato domanda il piccolo Borgo a Buggiano, e non perché sia un piccolo club merita di sparire senza riguardo, si tratta per il resto di sodalizi storici alcuni dal passato piuttosto glorioso, seppur in epoche non sempre recenti.

Partendo dal più “vecchio” in ordine di apparizione e a dispetto del nome, a salutare la Lega Pro è il Nuovo Campobasso, a sua volta nato sulle ceneri dello storico US Campobasso originario e la cui domanda d’iscrizione è stata ritenuta inammissibile. Dopo il fallimento che l’ha visto rinascere come Football Campobasso, il secondo fallimento da cui è nata l’AS Campobasso, adesso ecco il terzo fallimento (ancora sportivo e non già economico, visto che nessun Tribunale ha dichiarato fallimento). L’epiteto “falliti” che si leva spesso più in termini canzonatorii che con disprezzo ad una tifoseria avversaria, in questo caso andrebbe levato alto e con forza nei confronti di chi è riuscito, nella città molisana, a realizzare questo vergognoso record gestionale e sportivo. I “falliti” sono i padroni del calcio, non di certo i tifosi, che in barba a tanto spregio, continuano ad amare le loro squadre e questo sport.

Il Consiglio Direttivo della Lega Pro, valutate le domande di ammissione ai campionati prossimi venturi, ha inoltre ritenuto inaccoglibile anche la domanda d’iscrizione del Treviso. Situazione veramente grottesca nella città della Marca, dove le prospettive di qualche settimana fa sembravano addirittura più che rosee e lasciavano presagire un futuro di gloria, dopo anni di bocconi amari e di scandali di ogni sorta, dal fallimento al coinvolgimento nello scandalo scommesse. In tempi di campagna elettorale, il candidato sindaco Massimo Zanetti, padrone della “Segafredo”, azienda di caffè, già sponsor dello stesso Treviso nei tempi d’oro, s’era dichiarato pronto a rilevare il club, salvarlo dall’agonia e rilanciarlo con prepotenza ai fasti recenti della Serie A. Fallita l’ascesa di Zanetti al posto di sindaco, le sue parole si sono rivelate niente più che misera propaganda elettorale e lo stesso s’è rimangiato quanto promesso. A parte le personali considerazioni su quanto possa valere un uomo che si rimangia la parola, dispiace per i tifosi nuovamente illusi, dispiace doppio se si pensa che all’ovvia indignazione, c’è gente che è stata denunciata e sicuramente pagherà anche con il daspo. Nel frattempo, chi ha istigato con la propria menzogna vive tranquillo.

Infine, “game over” anche l’Andria Bat, a sua volta erede della storica Fidelis Andria fallita ne 2005, che, come il Borgo a Buggiano, non ha nemmeno presentato domanda. Dalla Serie B della prima metà degli anni ’90, dopo i playout fratricidi perduti in Prima Divisione contro il Barletta, ai tifosi pugliesi tocca ripartire nemmeno dalla Seconda Divisione a cui avrebbero avuto diritto ma, probabilmente, dall’Eccellenza. Come già successo in passato, l’augurio all’Andria e ai suoi tifosi, è che possano risollevarsi in fretta.

Oltre le quattro squadre già escluse, ce ne sono otto che hanno presentato domanda d’iscrizione incompleta per mancato versamento della fidejussione bancaria. I club hanno ancora tempo fino al 18 luglio per fare ricorso alla Covisoc e regolarizzare la propria posizione. Tocca aspettare alla finestra fino a quella data e vedere cosa succede: le otto squadre hanno tutte situazioni diverse tra loro, per cui ci sarà chi riuscirà a chiudere il cerchio e partire regolarmente con la nuova stagione, ma ci sono anche tante situazioni molto confuse e che non lasciano molto spazio alla speranza. In ogni caso, queste otto squadre sono: Nocerina, Pro Patria, Tritium e Vicenza in Prima Divisione, mentre in Seconda risultano irregolari le richieste di Bellaria, Chieti, Rimini e Portogruaro.

Ci sono poi tutta una serie di club, tra questi per esempio la Sambenedettese, appena promossa nell’ex C2 dopo anni di infinito purgatorio in D, che nonostante abbiano regolarmente versato la fidejussione, sono in acque societarie quantomeno agitate. Un estate torrida e tormentata, l’ennesima, del nostro calcio: viene spontaneo chiedersi con quale faccia di bronzo (per usare un eufemismo), giornalisti e padroni del calcio abbiano poi il coraggio di sostenere che se la gente abbandona gli stadi è per colpa dei tifosi o delle loro improbabili violenze. Qua di violento c’è solo il loro modo di gestire e sperperare patrimoni sportivi ed economici, però, si sa, un paravento fa sempre comodo.

E l’estate non è ancora finita.

Matteo Falcone, Sport People.

Per Corederoma
Paolo Nasuto